UNA BRAVA COMPAGNA
Perche' il commissario europeo Emma Bonino gode di tanta stima e prestigio all'estero? "La prima cosa che balza agli occhi e' che non si muove in un ambito burocratico, come troppo spesso capita a chi opera nell'ambito dell'Unione bensi' politico" risponde Piero Fassino, sottosegretario agli Esteri e parlamentare del Pds.
D. E questo la sorprende, Fassino? In fondo, e' la prima volta di un'esponente del Partito radicale in una istituzione.
R. La Bonino va bene non perche' sia una radicale, ma perche' e' una politica. Non svolge la sua funzione in modo notarile e burocratico come la maggior parte dei suoi colleghi. Le sue capacita' non mi sorprendono affatto. Conoscendola da molti anni, ero sicuro che avrebbe interpretato il suo ruolo con grandi capacita' di iniziativa.
D. Non pensa che il governo italiano dovrebbe avere un rapporto piu' organico con il suo commissario?
R. Nego che questi contatti non ci siano. Non ci fa velo il fatto che sia stata nominata da Silvio Berlusconi, e questo governo non ha mai sollevato la minima obiezione su di lei. Siamo anzi interessati ad avere rapporti di collaborazione costruttiva, scevra di ogni pregiudizio.
D. L'Italia non dovrebbe occuparsi con maggiore impegno delle strutture dell'Unione? Abbiamo tanti eurocrati competenti, ma pochi sono in posti chiave.
R. Sappiamo bene quanto sia importante avere uomini giusti in posti giusti. Se forse nel passato si e' prestata poca attenzione al problema, lasciando spesso i nostri funzionari isolati, questo governo non intende piu' seguire quell'andazzo. Stiamo invece lavorando per recuperare una posizione di disattenzione e di ritardo.