Il presidente della Commissione europea si difende e annuncia più controlli a difesa dei consumatori
Santer sotto accusa per mucca pazza
di SERGIO SERGI
STRASBURGO. Nel covo dei leoni, una sala al quinto piano alla fine di un corridoio inestricabile del Palais d'Europe, il presidente della Commissione, Jacques Santer, arriva già quasi stremato ed ammette: "Ebbene vi confesso che la crisi di mucca pazza e una delle più difficili che ho dovuto affrontare nella mia carriera". I leoni che ruggiscono impazienti sono, nella fattispecie, i deputati europei della commissione d'inchiesta sulla malattia dell'"encelopatia spongiforme bovina", o meglio Bse, o ancora più chiaramente, il virus di "mucca pazza" esploso con clamore in Gran Bretagna e fortemente sospettato di trasmettersi all'uomo come hanno sostenuto numerosi esperti chiamati a fornire il loro parere scientifico. Santer è stato convocato per rispondere alle accuse pesanti che sono piovute anche sulla Commissione e che sono state messe nero su bianco in un rapporto, preparato dal deputato spagnolo Manuel Medina Ortega, che sarà votato dal parlamento europeo nella prossima sessione di febbraio dopo mesi di au
dizioni e di acquisizione di importanti documenti e testimonianze. E' vero che la malattia del bestiame e trasmissibile all'uomo (sinora quindici morti, di cui 14 in Gran Bretagna, a causa del virus di Creutzfeld-Jacob)? Ed è vero che le autorità comunitarie, oltre a quelle del Regno Unito, hanno provato più d'una volta a mettere tutto sotto silenzio anche con una vera e propria campagna di disinformazione?
In venti minuti, Santer conviene: "Trovo che un certo numero di vostre critiche siano non soltanto fondate ma molto utili anche se respingo fermamente l'idea secondo cui noi avremmo privilegiato le esigenze del mercato a scapito della difesa della salute umana". Si difende Santer, accetta i rilievi, anzi annuncia una piccola rivoluzione all'interno degli organismi comunitari proponendo di separare le responsabilità di chi prepara le disposizioni legislative da quelle cui spetta il controllo. Si spinge sino a suggerire la creazione di un'"Agenzia europea" indipendente, sul modello della "Food and Drug Administration" degli Usa che vigila sulla bonta degli alimenti in nome dei consumatori come sfida alle resistenze dei Paesi membri dell'Unione Santer anticipa le sue mosse: se continuerà l'opposizione già manifestata dal Consiglio dei ministri, lui proporra egualmente di trasferire sotto la responsabilità della Direzione generale 24 l'attuale Ufficio d'ispezione e controllo, aumentandone gli effettivi che ammon
tano oggi a trenta unità. Toccherà ad Emma Bonino, commissaria per le Politiche dei consumatori, il nuovo importante incarico la quale si vedrà gratificare di un ruolo maggiore sia nell'elaborazione dei testi regolamentari della Comunità sia nella loro applicazione pratica.
Il presidente della Commissione risponde alle domande di venti deputati i quali rinnovano l'elenco delle accuse nei riguardi del governo Major, del Consiglio dei ministri dell'Ue e della stessa Commissione. Nega "negligenze", e "disinformazione" ma è disposto a "sottomettere la sua gestione al setaccio delle domande scomode". Le responsabilità del Regno unito sembrano del tutto evidenti, a cominciare dalla sottovalutazione del fenomeno, dal disinvolto e colpevole cedimento alle pressioni degli industriali della carne e particolarmente sul mancato rispetto del divieto di esportazione delle famigerate farine animali per l'alimentazione dei bovini. Ma sulla Commissione, per esempio, risalta la responsabilità, condivisa con il Consiglio dei ministri, d'aver lasciato, negli anni passati, nelle mani di funzionari ed esperti veterinari britannici la guida di organismi decisivi nell'accertamento della malattia e nel controllo del fenomeno. Nella relazione dell'on. Medina Ortega si scopre che il sottogruppo di espert
i del Comitato scientifico vetennario incaricato di seguire l'evoluzione della malattia di "mucca pazza" è stato sempre presieduto da funzionari britannici, I'ultimo dei quali è stato rintracciato in un posto di alta responsabilità nel ministero per l'agricoltura del governo di Londra. In prevalenza, la Commissione, anche quella precedente guidata da Delors, e accusata d'aver sempre connotato "politicamente" la vicenda della "Bse", a causa dei "forti interessi economici in gioco". Il rapporto è duro nel sottolineare la "negligenza per l'adozione di misure di protezione della salute dell'uomo e degli stessi animali" ed anche per l'assenza di vigilanza. Tra un mese si verificherà se il parlamento vorrà affondare il coltello ed arrivare sino alla "censura" della Commissione. Sarebbe il primo caso. Dalle conseguenze pratiche pressoche nulle ma con un effetto politico rilevante.