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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 18 gennaio 1997
Io Donna del 18-1-97
Europa in prima linea per la difesa dei diritti umani

PARLA EMMA BONINO, COMMISSARIO PER GLI AIUTI UMANITARI. TRA

GLI OBIETTIVI DEL '97, UNA MIGLIORE QUALITA DELLA

VITA PER BAMBINI, DONNE, ANZIANI. DALLA CAMBOGIA AL RUANDA

Per Sandro Pertini era la Giamburrasca di Montecitorio. Per Andreotti una via di mezzo fra Giovanna d'Arco e la Vispa Teresa. Per Berlusconi una "piantagrane". Personaggio scomodo della politica italiana, sempre pronta a battersi per ogni "giusta causa", a cominciare dai diritti civili, Emma Bonino è emersa come figura di grande rilievo sulla scena europea, dove ha conquistato il titolo di "personalità dell'U.E. 1996", conferito l'anno scorso a Helmut Kohl.

Approdata nel '95 a Bruxelles come commissario dei consumi, della pesca e degli aiuti umanitari, si è subito imposta come un personaggio atipico, capace di scuotere la burocrazia comunitaria. E di "darle un'anima", come sottolinea la motivazione del premio, "conferendo dignità politica ai problemi sociali dimenticati dalla politica tradizionale". Minuta, fragile, Emma Bonino ha fatto dell'aiuto umanitario un continuo intervento sul campo: a Sarajevo, nel Caucaso e infine in Africa, nella regione dei Grandi Laghi, fra lo Zaire e il Ruanda, dove per prima ha rotto il silenzio sui massacri, denunciando al mondo la scomparsa di mezzo milione di profughi.

"Una vera tragedia, che sembrava non interessare a nessuno" dice. "Noi soli eravamo presenti sul posto. E abbiamo fatto quel che è stato possibile per salvare delle vite umane. Ma gli altri, i diplomatici, i politici, i militari dov'erano? Gli aiuti umanitari da soli non bastano a prevenire le catastrofi o ad arginarle".

D. Qual è la sua speranza per il futuro?

"Mi auguro che gli stati dell'Unione Europea si rendano conto che è sempre più necessaria una politica estera comune, basata su principi non più esclusivamente economici, ma anche etici. Non concepisco una politica che non abbia al centro degli ideali, dei valori: la difesa dei diritti umani e civili, la non-violenza, la pace. Valori che certo hanno il loro costo. Ma senza i quali l'aiuto umanitario finisce per essere una voce che grida nel deserto".

D. Quali sono i risultati piu importanti ottenuti finora?

"Quelli che hanno fatto meno notizia: come il sostegno al governo del Tibet in esilio a Dharamsala, in India, e l'aiuto dato ai rifugiati tibetani, garantendo fra l'altro l'istruzione dei bambini, che sono la vera speranza del futuro. Sicuramente un successo umanitario sono stati anche gli interventi nel Caucaso, dove abbiamo aiutato le popolazioni civili delle ex repubbliche sovietiche a sopravvivere al gelo e alla fame, prevenendo in questo modo una catastrofe annunciata".

D. E i progetti più impegnativi per il '97?

"Dalla Jugoslavia in poi si assiste a un nuovo tipo di guerra, che mira all'annientamento di un'etnia, una religione, un gruppo. Il bersaglio privilegiato sono le popolazioni civili: i bambini, le donne, i vecchi. Sono loro, i più vulnerabili, che cerchiamo di aiutare. Sia in Cambogia sia in Angola potenzieremo i programmi di sminamento e riabilitazione dei bambini colpiti. In Ruanda continueremo il programma di aiuto alle donne, che sono il perno della ripresa".

ANNA MARIA BATTISTIN

 
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