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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 29 gennaio 1997
pesca-consumatori-umanitario * bonino, bilancio del 1996

(ansa) - bruxelles, 29 gen - un bilancio appassionato del suo secondo anno di attività a bruxelles come commissaria europea responsabile di tre settori ben distinti - pesca, consumatori, umanitario - ma tutti molto impegnativi è stato fatto da emma bonino dinanzi ad una affollata platea di funzionari, giornalisti e sostenitori in un albergo della capitale europea.

nel settore della pesca, ha detto bonino, "rispetto al 1995 che era stato contrassegnato da grandi dispute internazionali con canada e marocco, il 1996 è stato l'anno della ricerca di proposte valide per tenere in vita il settore della pesca, puntando a pescare di meno per pescare meglio". si tratta, ha detto, di "un messaggio difficile ma che comincia lentamente a farsi strada" perché la gente, e i pescatori per primi, si rendono conto della scarsità delle risorse ittiche.

per i consumatori - bonino rifugge dal termine 'protezione' preferendo puntare sull'"informazione" - ha sottolineato "la necessità di estendere l'azione dal prodotto ai servizi, specialmente quelli pubblici, dove molto spesso si nega ai consumatori il diritto di scelta". per i 'prodotti', ha ricordato, il 1996 è stato caratterizzato dalla crisi della 'mucca pazza', ora sfociata in una decisione del presidente della commissione ue jacques santer di togliere ai responsabili dell'agricoltura il compito di controllo dei prodotti affidandolo ai consumatori. "bisogna essere ambiziosamente realisti" ha detto in proposito emma bonino ricordando che "un modello europeo adeguato alle nostre capacità istituzionali è tutto da inventare" e che comunque la responsabilità prima di ogni controllo è dei singoli paesi.

il settore degli aiuti umanitari è stato per bonino "quello in cui le mie emozioni personali sono state le più forti". "si tratta - ha detto con forza - di una enorme responsabilità, e ogni giorno diventa una scelta drammatica quando è in gioco la vita della gente". l'anno scorso, ha detto "ero più ottimista: c'era un programma di pace nella ex jugoslavia, e si poteva vedere una via d'uscita". il '96 invece si è chiuso in una situazione molto cupa, tra sistematiche violazioni dei diritti nella regione africana dei grandi laghi, che hanno confermato che gli interventi umanitari non possono essere considerati una soluzione a crisi di origine politica. è per intervenire a livello politico - ha aggiunto - che l'europa deve battersi dandosi una vera politica estera e di difesa comune. "per parte mia - ha detto - mi batterò perché non venga chiuso il dossier sui profughi in zaire" dato che mancano all'appello ancora 300.000 persone, nonostante le assicurazioni delle autorità locali che tutti sono rientrati in patr

ia. "una vasta zona del kivu (zaire) - ha concluso - resta inesplorata e non si sa quanta gente si trovi ora lì".

 
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