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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 11 marzo 1997
Varie, fondi strutturali * La Repubblica, pagina 12

LEZIONE EUROPEA

Per combattere efficacemente la disoccupazione bisogna cominciare dalla riforma della burocrazia, centrale e periferica. E' questa la lezione di Emma Bonino, che in un'intervista a "Repubblica" ha denunciato con efficacia le colpe della nostra amministrazione pubblica nel colossale spreco dei fondi europei. 44mila miliardi -di cui 32 mila riservati al Sud- sono a nostra disposizione per grandi opere infrastrutturali, per migliorare porti, aeroporti e autostrade; ma anche per la tutela dell'ambiente o per lo sviluppo del turismo; infine e soprattutto quei fondi sono disponibili per progetti di formazione professionale che migliorino le chance dei giovani sul mercato del lavoro. Quei soldi sono lì ma in media solo un decimo viene speso, perché la burocrazia italiana è troppo pigra e incompetente per riuscire a incassare i miliardi di Bruxelles.

Queste denunce non sono nuove. Ma Emma Bonino non si e limitata alle lamentele generiche. Ha fatto esempi precisi, ha citato casi concreti per illustrare un malcontento diffuso. Ha parlato di weekend di formazione espressamente organizzati dalla Commissione europea per migliorare la competenza dei nostri funzionari regionali nell'istruire le pratiche per i finanziamenti europei, ma che vengono gestiti come vacanze premio. Dal suo osservatorio di Bruxelles, che le consente di mettere a confronto i diversi sistemi-Paese, ha emesso una sentenza implacabile: Spagna e Portogallo sono molto più bravi di noi nel presentare progetti d'investimento "europei" cioè accurati, credibili, con tempi di realizzazione certe. Ha indicato come un modello da seguire quello dell'amministrazione pubblica spagnola, che al momento dell'ingresso di Madrid nella Comunità europea mandò 300 giovani laureati a formarsi a Bruxelles per apprendere i segreti del diritto amministrativo europeo; inseriti poi a vari livelli nell'amministrazio

ne spagnola, quei 300 formano una task-force efficacissima per sfruttare tutte le possibilità di finanziamento che offre l'Europa. Perfino il piccolo Portogallo ha fatto meraviglie, e attingendo ai fondi strutturali dell'Unione sta superando a grandi balzi la propria arretratezza nelle infrastrutture.

Oltre alla diagnosi crudele sulle manchevolezze della burocrazia nostrana (prima fra tutte l'ignoranza del diritto amministrativo europeo), Emma Bonino ha lanciato un severo monito che i dirigenti politici italiani non possono trascurare. La nostra incapacità di spendere i fondi per il Mezzogiorno ci ha già danneggiato enormemente, visto che le somme disponibili a Bruxelles superano qualsiasi sforzo finanziario che un governo italiano possa fare oggi per rilanciare l'occupazione. Ma il danno ancora più grave rischia di essere quello futuro. A Bruxelles stanno per aprirsi i negoziati sui prossimi stanziamenti per i fondi strutturali. A questo tavolo di trattative l'Italia si presenterà sminuita, con una credibilità fatta a pezzi dall'indifferenza amministrativa E' forte il rischio che la nostra fetta di fondi comunitari venga decurtata drasticamente, per allargare quella di Paesi piùmeritevoli come appunto la Spagna o il Portogallo, ma anche l'Irlanda. Al danno si aggiungerà la beffa. Poiché l'amministrazione

statale e regionale italiana non sa preparare uno straccio di progetto credibile che superi gli esami europei, Bruxelles finirà per diminuire gli aiuti destinati al Mezzogiorno. Ai nostri giovani disoccupati qualcuno magari racconterà che quest'Europa della moneta unica e dei banchieri centrali non ha tempo per occuparsi di loro. In realtà, chi non ha tempo ne voglia di lottare contro la disoccupazione, sono i parassiti annidati in uno Stato tanto costoso quanto inefficiente.

 
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