DONNE IN POLITICA? NE' "CARE" NE' "COCCHE"
La Colli respinge l'epiteto in diretta tv, proprio come la Bonino 18 anni fa
MILANO - Si fa presto a dire 'cara'. A volte troppo presto: I'altra sera l'appellativo è sfuggito in diretta a Beppe Cremagnani, portavoce del candidato sindaco di Milano per l'Ulivo Aldo Fumagalli. Destinataria l'infiammabile parlamentare di Forza Italia, Ombretta Colli, ospite anche lei di Santoro a "Moby Dick". La battuta incriminata, per completezza, era "eh no, cara!", ed è servita a Cremagani per interrompere l'Ombretta lanciata all'attacco degli imprenditori milanesi, categoria a cui appartiene anche Fumagalli. Obiettivo raggiunto: I'Ombretta ha accantonato l'imprenditoria milanese per reclamare l'arbitrato di Santoro.
"Non sono la 'cara' di nessuno, ma un deputato europeo - spiega la Colli - ; a un uomo quel signore non si sarebbe permesso di dire 'eh no, caro' ". Smentisce Cremagani: "E' una comunissima espressione milanese e l'avrei sicuramente usata anche con un uomo. Mi spiace che sia stata presa cosi". Ombretta Colli ha pareggiato il conto salutandolo con un "Ciao, caro!". La piccola bagarre televisiva riporta alla memoria quel 'cocca mia' che il senatore Antonello Trombadori rivolse, 18 anni fa, sempre alla tivù, alla collega radicale Emma Bonino, da cui fu ripagato con un 'cocco bello'. Senza arrivare ai più recenti, e più pesanti, apprezzamenti di Bossi nei confronti di Margherita Boniver gratificata di un 'bonassa'.
"Colpa di un meccanismo automatico del maschio di memoria emotiva,ormai antistorica - diagnostica l'avvocato Anna Maria Bernardini de Pace -. Quando sono in difficoltà, gli uomini reagiscono cercando di sminuire l'interlocutrice. Come a quel dibattito dalla Lucia Annunziata, quando Berlusconi provó a zittirmi invitandomi a occuparmi delle mie cause e non di politica. Come dire: stattene a casa a fare la calzetta".