DURO BRACCIO DI FERRO A BRUXELLES. LA BONINO: "SULL'ITALIA SOLO SPECULAZIONI"
La commissaria europea dopo le indiscrezioni sul documento di previsione del '97. "L'Italia di Maastricht? Ogni allarmismo è prematuro". Molto contrariato anche Mario Monti. Il silenzio della Commissione europea.
La commissaria italiana denuncia fughe di notizie ispirate e intossicate
di Sergio Sergi
BRUXELLS - Speculazioni, fughe di notizie ispirate, intossicazioni. La più esplicita è stata Emma Bonino, commissario italiano per le Politiche dei consumatori, la Pesca e gli Aiuti umanitari. Appena letti i giornali, ha avuto sensazione che il balletto sull' "Italia sì, l'Italia no" nascondesse anche una manovra per avvelenare il dibattito in seno al collegio dei commissari che mercoledì prossimo dovrà discutere e approvare i documenti sulle previsioni economiche degli Stati dell'Ue con particolare riguardo al rispetto dei cinque parametri previsti dai protocolli del Trattato di Maastricht per l'adesione ala moneta unica. Quelle pubblicate ieri da numerosi giornali italiani (ma nei giorni scorsi consistenti anticipazioni erano state anche fatte da due giornalisti portoghesi) per Bonino sono cifre deficit pubblico che "la Commissione non ha neppure preso in esame". Il datodel 3,2%,3% del rapporto deficitPil italiano per il 1997, che sarebbe presente in alcuni documenti tecnici predisposti dagli uffici finanz
iari e monetari alle dipendenze del commissario YesThibault de Silguy, non risulta, dunque, nelle carte ufficiali che il collegio commissariale valuterà nella sua riunione del 23 aprile. "Ogni allarmismo è prematuro e fuoriposto", ha sottolineato Bonino la quale, è dato per scontato, si batterà, così come è certo che farà anche l'altro commissario italiano, il professor Mario Monti (responsabile per il Mercato interno e la fiscalità) per dare all'Italia il "dovuto riconoscimento" per i progressi che sono stati compiuti sulla strada della convergenza economica. Monti, in particolare, si dice sia rimasto molto contrariato dalla fuga di notizie avendo egli sempre preferito agire con discrezone, una tattica che aiuta di più nell'acquisizione di risultati più sostanziosi dal confronto all'interno della Commissione. E' ampiamente noto che Monti ha sempre suggerito ai governi italiani di prendere delle misure tempestive e di carattere strutturale per risanare il bilancio pubblico, è stato sempre un pallino dell'ex
rettore della Bocconi. Fu sua la proposta di "blindare" la finanziaria pur di assicurare un percorso sicuro, anche se doloroso, alla finanziaria che guarda all'unione monetaria. Quest'atteggiamento, probabilmente, gli farà gioco nel sostenere con una certa fermezza la necessità che sia modificata la struttura del documento finanziario e di previsione che circola nei Gabinetti dei venti commissari europei e che avrebbe assegnato all'Italia, negli attuali piazzamenti verso il traguardo dell'euro, il quattordicesimo posto, avanti soltanto alla rassegnata Grecia che, oggettivamente, è fuori dal primo turno della moneta unica. La Commissione europea ieri non ha smentito la sostanza del documento di previsione quello sulle "linee generali delle politiche economiche degli Stati membri e della Comunita". In trascorse e simili occasioni di fronte ad un cancan di anticipazioni, l'ufficio del portavoce s'è sempre curato di precisare come stavano le cose. In effetti, quel documento esiste e classifica l'Italia fuori dal
novero dei Paesi in buona posizione rispetto ai parametri di Maastricht, specie per quanto riguarda il rapporto deficitprodotto interno lordo. Viene redatta una sorta di classifica o, se vogliamo, di modulo calcistico ampliato, il 5811,che sta ad indicare il numero dei Paesi dell'Unione con i conti in regola sin dal 1996 (cinque), con i conti in regola alla fine del 1997 (otto)"con i conti da aggiustare con misure "strutturali e permanenti" (Italia), con i conti in disordine e che richiedono sforzi" su di un fronte ampio" (la Grecia). E' su questo documento che, da qualche giorno, si e aperto un confronto spinoso, a tratti duro, all'interno stesso degli uffici comunitari e tra Roma (Palazzo Chigi e Tesoro) e Bruxelles (Breydel il palazzo dove ha sede la Commissione esecutiva). La versione definitiva delle previsioni economiche sarà pronta nelle ultime ore questa volta fors'anche a ridosso della riunione di mercoledì e nella quale si può dare per scontato che vi sarà battaglia perchè, sebbene si tratti di pr
evisioni, i dati che saranno resi pubblici condizioneranno non poco le mosse dei prossimi mesi.