bruxelles - proseguono a ritmo frenetico a bruxelles i colloqui alla vigilia delle previsioni di primavera sullo stato della convergenza, che saranno pubblicate domani mattina dalla commisione europea e dalle quali, secondo le indiscrezioni trapelate, risulta che quest'anno l'italia non sarà in regola con il criterio del deficit pubblico, cioè uno dei prerequisiti politico-finanziari per la partecipazione alla terza fase dell'unione monetaria europea (ume). dopo la riunione a livello di capi di gabinetto, conclusasi ieri sera senza sostanziali passi in avanti dal punto di vista dell'italia, questa mattina emma bonino, commissario europeo per la tutela dei consumatori, la pesca e gli aiuti umanitari, ha incontrato il suo collega responsabile delle questioni monetarie, yves-thibault de silguy, al quale ha fatto presente le sue perplessità e le sue riserve riguardo al metodo seguito nella stesura dei documenti che saranno pubblicati domani. sempre stamattina il presidente del consiglio, romano prodi, ha avuto u
n colloquio telefonico sia con la bonino che con l'altro commissario italiano, mario monti, responsabile del mercato unico. ad entrambi prodi, secondo fonti comunitarie, avrebbe ribadito che la manovra bis sarà sufficiente a centrare nel 1997 l'obiettivo del deficit, riconoscendo pero'che nel 1998 occorrono interventi più strutturali, in particolare su pensioni e sanità. in serata, si è appreso da ambienti della commissione, potrebbe esserci un ultimo incontro chiarificatore a quattro fra de silguy, bonino, monti e il presidente della commissione europea, jacques santer. l'ultima parola di quella che la stessa bonino ha definito una "battaglia" sarà pronunciata domani mattina nel corso della consueta riunione settimanale della commissione, che affronterà, tra l'altro, i documenti controversi, riservandosi fino all'ultimo momento di apportare modifiche. non è da escludere che si possa raggiungere un compromesso in extremis, in base al quale la commissione rinuncia a pubblicare i dati previsionali. malgrado in
questi giorni i mercati valutari abbiano tenuto i nervi saldi, il clima - soprattutto nelle opinioni pubbliche e nei media - è molto teso e una tabella che attribuisce i numeri e indirettamente anche i voti ai singoli paesi potrebbe rappresentare un elemento di disturbo dei mercati con il risultato (non desiderato da nessuno) di indebolire gli sforzi di convergenza politico-finanziari in cui sono impegnati quasi tutti i paesi europei. proprio per questo motivo, del resto, la stessa commissione aveva già deciso di non pubblicare le previsioni di autunno, previste per novembre. si tratterebbe quindi di applicare questa decisione già dalla primavera.