LA IOTTI: "MONTI E BONINO HANNO FATTO POCO" E' BUFERA
BRUXELLES
dalla nostra redazione
Dopo lo psicodramma aperto dalla pagella che la Commissione europea ha consegnato all'Italia, tutto ci si poteva aspettare tranne un'accusa di scarso amor di patria a Emma Bonino e Mario Monti. I due membri italiani della Commissione si sono battuti fino all'ultimo per modificare il giudizio sul nostro Paese. Si sono battuti tanto che Mario Monti si è meritato l'onore delle armi da parte del commissario francese Yves-Thibaut de Silguy che ha firmato le cifre "maledette". Mentre la Bonino ha dovuto subire gli attacchi di alcuni giornalisti stranieri, che hanno chiesto al portavoce della Commissione se i suoi duri giudizi non fossero in contraddizione con il principio di collegialità della Commissione stessa.
Eppure l'inverosimile è accaduto ieri, a Firenze, dove nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile Nilde Iotti, ex presidentessa della Camera, ha lasciato cadere un pesante sospetto: "Badate che parlo di persone che io stimo, da un certo punto di vista" ha detto l'ex compagna di Togliatti, ma i due commissari "sono stati eletti dal governo Berlusconi e se vedo la lotta che c'è oggi in Italia per incolpare e fare in modo che l'ltalia col governo Prodi non possa entrare in Europa, un po' di sospetto mi giunge che forse la difesa delle nostre ragioni non è stata fatta con la sufficiente forza, come probabilmente avrebbe potuto avvenire con altri commissari".
Diciamo intanto che i commissari vengono nominati dai capi di Stato e di governo dei Quindici, su proposta del presidente della Commissione, per poi essere sottoposti al giudizio del Parlamento europeo. Ma lasciamo stare, anche perché è vero che ogni Paese "suggerisce" al presidente della Commissione i nomi dei suoi candidati. Lasciamo stare anche il fatto che secondo il Trattato dell'Unione i commissari devono rifiutare ogni influenza governativa. Il fatto è che quanto affermato dalla Iotti semplicemente non è vero.
Il 17 aprile de Silguy fa conoscere il contenuto delle "previsioni economiche" ai capi di gabinetto dei colleghi, senza consegnare né i testi né le cifre, peraltro già pubblicate dai giornali. L'Italia è isolata ma, come dice un funzionario, i due commissari italiani hanno dato ordine di "battersi fino all'ultimo uomo". Monti "è impegnato a fondo con la discrezione che si impone, affinché i progressi compiuti dalI'ltalia sulla via della convergenza ottengano il dovuto riconoscimento da parte della Commissione'. La Bonino invece preferisce la trasparenza, e attacca lancia in resta: le fughe di notizie sono "una vera e propria intossicazione", dice, "la Commissione non ha neppure preso in esame i dati relativi alle previsioni economiche degli Stati membri. Ogni allarmismo è dunque prematuro e fuori posto".
De Silguy le cifre non le vuole cambiare, dice di non avere "alcun margine di manovra", ma il 20 aprile, in una nuova riunione dei capi di gabinetto il pressing dei commissari italiani ottiene un primo risultato: dai documenti spariscono le più evidenti discriminazioni nei confronti dell'ltalia, di cuivengono invece riconosciuti i grandi passi avanti realizzati nel risanamento delle finanze. Il giorno dopo la Bonino dice che "c'e una battaglia in corso", e aggiunge: "Non sono cosí cieca da non vedere che la Francia va alle elezioni anticipate per varare una manovrina di correzione e da non comprendere le motivazioni della ricandidatura di Kohl. Mi sembra che il documento sia squilibrato, c'è necessità di un chiarimento". L'indomani la Bonino incontra de Silguy, ma i chiarimenti del francese non convincono la commissaria, che in serata discute a lungo con Monti, il presidente della Commissione Jacques Santer e lo stesso de Silguy.
Mercoledì 23, poi, la battaglia investe la Commissione. Monti e Bonino riescono a raccogliere le simpatie dei colleghi britannici spagnoli e del finlandese. Ma le cifre della vergogna restano. Monti preferisce sottolineare gli aspetti positivi, pur non nascondendo le perplessità sui voti dati a Francia e Germania. Quanto alla Bonino, il suo giudizio a drastico: le cifre sono "sorprendenti", soprattutto se confrontate con altre autorevoli previsioni economiche di questi giorni, riguardanti altri Stati membri, che non fanno mistero di difficoltà analoghe a quelle italiane".
Resta il fatto che l'ltalia, pur rimandata, ha evitato una bocciatura. Ieri Monti era a Lisbona, irraggiungibile. La Bonino invece ha preferito non commentare le dichiarazioni della lotti "per motivi di stile".