"CI SONO LE PROVE DEL GENOCIDIO"
EMMA BONINO: MIGLIAIA DI HUTU MASSACRATI
Il summit sarebbe un trucco per consentire al leader di andarsene salvando la faccia. I soldati governativi in ritirata saccheggiano il grande palazzo del Presidente a Gbadolite
di Claudia Ferrero
BRUXELLES - Un campo di sterminio. Un mattatoio. Ecco come si presenta oggi la regione dei Grandi Laghi. All'appello mancano migliaia di profughi hutu, massacrati senza pietà nelle foreste. Una violazione dei diritti umani continua, inascoltata , che tocca la parte del Paese in mano agli insorti". Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari, lancia da Bruxelles un atto di accusa durissimo alla miopia sul genocidio zairese.
Commissario, che cosa sta accadendo ai profughi dello Zaire in queste ore che stanno segnando la definitiva uscita di scena di Mobutu?
"Si commettono impunemente crimini contro l'umanità. E gli aiuti non possono arrivare a destinazione. I ribelli di Kabila sbarrano il passo alle agenzie internazionali di soccorso, probabilmente per non avere occhi indiscreti che testimonino sulle loro violenze. Ma quel che è peggio è che le stesse truppe di Kabila potrebbero aver commesso crimini atroci infierendo su decine di migliaia di persone inermi".
Come spiega il "silenzio del mondo" che in tutti questi mesi ha isolato e lasciato solo a se stesso lo Zaire?
"Il silenzio è frutto di un grande senso di colpa. La stessa Comunità, quando ha deciso di non inviare nel Paese una forza multinazionale, ha accettato la grande bugia del comandante Maurice Baril. Fu lui in dicembre a confermare che tutti i profughi erano rientrati in Ruanda e che la missione non aveva alcun senso. Peccato che secondo i nostri calcoli mancavano all'appello ben 500 mila persone. A fine gennaio ne abbiamo ritrovate 200 mila nella zona di Tingi Tingi, poi l'avanzata dei ribelli ha vuotato anche quei campi. Ne abbiamo ritrovati altri !0 mila, ma il copione è stato identico: i loro campi sono stati presi di mira dai bombardamenti. Una carneficina dopo carneficina".
Quali, in particolare, le colpe dell'Europa e quelle dell'America?
"Le colpe dell'Europa sono di non aver avuto una posizione comune, gli Stati Uniti molto probabilmente hanno preferito appoggiare Kabila in funzione anti - mobutu. Ma io ritengo che in questo modo si sia caduti dalla padella alla brace. Così come era accaduto con il passaggio dallo Scià di Persia al regime di Khomeini".
Lei afferma che esistono prove della feroce caccia agli hutu lanciata dall'Alleanza.
"Parlano da sole le notizie degli ultimi giorni: bambini rapiti dagli ospedali, gente soffocata nei nostri lavoratori umanitari temono addirittura che i loro sforzi per i rifugiati siano stati usati per stanare questa gente e ucciderla meglio. Uscivano dai loro nascondigli nella foresta e finivano in trappola".
Quale Zaire le è rimasto negli occhi durante il suo ultimo viaggio?
"Sono stata in quel Paese a fine gennaio. Ho visto la disperazione nei campi di Tingi Tingi. L'impressione era che i rifugiati fossero 200 mila. Eppure per la comunità internazionale non esistevano, erano "fantasmi". Mi chiedo: come è possibile che nemmeno i satelliti li abbiano individuati? Due settimane fa l'Unicef ha denunciato la scomparsa di 5000 orfani che aveva in custodia. Spariti, eppure non sono mica militari".
A Bruxelles ha presentato un documento di denuncia delle Nazioni Unite con un appello, affinché sia assicurato l'accesso delle agenzie di soccorso nelle zone dove si trovano i profughi.
"Tutti stanno negoziando il problema della transizione pacifica da Mobutu a Kabila, vorrei che non ci si dimenticasse del genocidio. La commissione d'inchiesta sui diritti umani è bloccata in Ruanda. Ogni abuso deve finire".