"SUBITO UN CERTIFICATO PER I BOVINI.NON ASPETTIAMO IL DUEMILA"
MILANO-Ha ragione Emma Bonino:nella vicenda della vacca pazza i controlli di Bruxelles non sono sufficienti. Ci vuolr un comitato apposito, 007 che vadano sul posto, che verifichino Paese per Paese". Antonio Biancardi (un'azienda zootecnica nei pressi di Lodi, 2000 vacche nutrici di razze pregiate) é il presidente del consorzio carni bovine garantite. Dopo la scoperta, due settimane fa, delle importazioni illegali dalla Gran Bretagna, chiede che l'Ue applichi subito la certificazione del bestiame prevista per il Duemila.
Bruxelles sostiene che la situazione é sotto controllo
"Bisogna fare di più e meglio. Quello della carne é un mercato ricco, un bussiness enorme.Dietro cisono parecchi appetiti.La Commissione europea non ha gesti^to al meglio questa vicenda. L'interesse dei consumatori dovrebbe venire prima di quello di un singolo Stato".
La carne italiana é sicura?
"Nei nostri allevamenti non é mai stato riscontrato un caso di BSE. E mai succederà. Da noi si usano mangimi vegetali, il cui costo é di gran lunga inferiore a quelli ottenuti con farine di carne, colpevoli di avere scatenato l'epidemia in Gran Bretagna".
E se importassimo animali infetti?
"Non succederà se la carne è certificata e se i controlli saranno più minuziosi e indipendenti. Come ha chiesto la Commissaria Bonino. Gli allevatori italiani si sono battuti per la riduzione dell'IVA sulla carne anche per frenare l'arrivo in Italia di bestiame non controllato. Con l'aliquota al 18% si poteva guadagnare attraverso il traffico clandestino anche un milione per animale. Adesso con l'aliquota al 6%, la convenienza non c'è più".
Un regolamento comunitario per certificare la carne c'è già.
"Si, ma entrerà in vigore solamente nel Duemila. Noi allevatori vogliamo la certificazione subito:entro il 1998"
Per l'Italia?
"Per tutta l'Unione Europea. Una volta tanto, il nostro Paese sta facendo bene. La normativa che recepisce il regolamento comunitario è già pronta. C'è stato un dibattito su chi-fra agricoltura e sanità-dovesse emanare le norme di applicazione. Anche perchè c'era in ballo il referendum sul ministero delle Risorse Agricole. Ma la legge è praticamente fatta. Del resto in Italia sono dieci anni che esistono i consorzi per le carni doc. E questa esperienza, anche se da aggiornare e correggere in alcuni asqpetti, non è da buttare via."
Le sue proposte?
"Per esempio, cominciare a credere nel piano carni nazionale: certificazione sanitaria e amministrativa sono la base di partenza. Certa carne circola in Europa senza documenti in regola. Noi allevatori siamo i primi a chiedere interventi e controlli più severi. Non solo in Italia ma in tutti i paesi Ue".