MANGIATE LA CARNE, MA QUELLA GIOVANE..
Franco Papitto
BRUXELLES - Con la consulenza prezionsa di mamma Catterina- proprio cosi, con due "t"- Emma Bonino ha messo a punto una lista dei cibi proibiti per arginare "mucca pazza" a di "istruzioni per l'uso". La mamma della commissaria europea, da buona piemontese, continua a cucinare il bollito alla bell'età di ottant'anni. E non si scompone più di tanto ai divieti introdotti dall'Unione europea. Perchè, spiega Emma Bonino, "si potranno continuare a cucinare tutti i piatti tradizionali, con la sola accortezza di utilizzare materia prima proveniente da animali che abbiano meno di dodici mesi di vita. L'età è importante perchè la malattia di mucca pazza ha munghissimi periodi d'incubazione; ci vogliono ben più di dodici mesi perchè essa appaia e si sviluppi".
Mamma Catterina, in quel di Bra, continuerà dunque a preparare i suoi bolliti ma avrà l'accortezza di utilizzare testina di vitello e non di manzo. E la buona Amelia, che aiuta la Bonino nalla sua casa romana, potrà tranquillamente continuare a preparare la coda alla vaccinara perchè essa non contiene midollo spinale. Gli appasssioanti non dovranno rinunciare neppure al midollo che a Roma si prepara alla griglia. Basta che venga da un animale che abbia meno di dodici mesi. ci sono paroleconsolatorie anche per i palermitani che sono ghiotti di milza. E' vietata quella di caprini e ovini ma ci si puo' convertire al vitello.
Il rognone va bene e l'intestino pure. Nessuno poi, si è mai sognato di proibire le animelle. In Italia, spiega la Bonino che nell'ultima settimana ha ripassato i classici della gastronomia, le animelle sono fatte con il timo che è alla base del collo e non nella testa. I francesi usano anche il pancreas che è ancora più lontano dalla testa. Del resto, si usa sempre i ltimo del vitello perchè questa ghiandola tende a rimpicciolire con l'età quasi fino ad atrofizzarsi. E non scompaiono neppure i fritti perchè il cervello potrà continuare ad essere usato, basta che provenga da animali che abbiano meno di un anno di vita.
E' vero che l'Italia non ha avuto casi di mucca pazza "autoctoni" ma ne ha avuto qualcuno su bestie importate. In un mercato unico, com'é quallo europeo, è difficile distinguere la provenienza delle derrate alimentari. Lo si potrà fare dal duemila, quando sarà ovunque in vigore il sistema di certificazione adottato per la carne bovina a Bruxelles qualche mese fa. intanto e fino a dicembre, ai consumatori è richiiesta prudenza.
Il provvedimento europeo, che ha già passato l'esame dei ministri dell'agricoltura e sarà formalmente varato dalla Commissione mecoledi prossimo, affida ai macelli l'eliminazione degli organi che veicolano potenzialmente la malattia di mucca pazza ma concede loro cinque mesi per prepararsi.
"Senza panico - raccomanda la Signora Bonino- il provvedimanto cautelativo è stato adottato proprio per non far correre alcun rischio ai consumatori".