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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 20 ottobre 1997
consumatori * LA REPUBBLICA, pag. 7
"L'EURO RIVOLUZIONERA LE NOSTRE ABITUDINI"

Bonino: occupiamoci dei consumatori

dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI

BRUXELLES - "Smettiamola di parlare soltanto dei parametri di Maastricht! Con questo dibattito monetarista, riservato ai chierici e agli specialisti, stiamo dando dell'Europa un'immagine arcigna: di questo passo riusciremo a farla odiare dai cittadini. Mancano poco più di 400 giorni al Big Bang della moneta unica e c'è un deficit spaventoso di informazione. Consumatori e risparmiatori rischiano di andare allo sbaraglio". Combattiva più che mai, Emma Bonino passa con disinvoltura dalle missioni impossibili in Afghanistan, Bosnia o Zaire, ai problemi di tutela dei consumatori che ricadono sotto la sua competenza di commissario europeo. Dopo essersi prodigata a Bruxelles per evitare pagelle anti-italiane sulla moneta unica, la Bonino ora pensa al day after: una volta promossi nell'Euro, avremo enormi problemi di adattamento che rischiamo di scoprire troppo tardi. Perciò oggi a Roma il commissario europeo vara con la Confcommercio l'operazione "prezzi in Euro" in 20 supermercati italiani, per sperimentare dal vi

vo le difficoltà e le reazioni dei consumatori. In questa intervista a Repubblica, Emma Bonino spiega come l' Euro rivoluzionerà le nostre abitudini, e quali pericoli può nascondere.

I suoi timori non sono prematuri? La circolazione fisica delle banconote in Euro partirà solo nel 2002.

"Ma per molti aspetti l'Euro avrà valore legale dal primo gennaio 1999. Pensi ai mutui o alle polizze vita in Ecu. E nulla impedisce che i depositi bancari siano in due valute dal '99. Comunque questa rivoluzione copernicana della moneta va preparata con molto anticipo, invece finora il dibattito è stato sequestrato dai tecnici, i cittadini sono al buio".

In generale è stato spiegato che la moneta unica sarà un fatto positivo: meno inflazione, più concorrenza...

"Sì, questi sono gli effetti macroeconomici, che il mio collega de Silguy spiega benissimo. Ma de Silguy è abituato a parlare con Ciampi e con Tietmeyer, io parlo con mia madre che ha 80 anni, vive a Bra in Piemonte, non ha carta di credito e non effettua transazioni internazionali. Per lei contano le conseguenze sul prezzo della verdura e della carne al mercato: sarà più alto o più basso? De Silguy usa spesso l'esempio del turista che parte con un milione in tasca e fa il giro di tutta l'Europa, a furia di cambiare valute perde un sacco di soldi nelle commissioni bancarie, quando torna a casa pur senza avere speso una lira scopre che il suo milione si è dimezzato. Giusto. Ma mia madre non va mai all'estero. E allora qualcuno dovrà spiegarle che se lei non viaggia, le merci sì, e ogni passaggio di frontiera ha un costo che viene scaricato sul consumatore".

Oggi parte la sperimentazione nei supermercati che useranno etichette in lire ed Euro: quali saranno i problemi?

"Vede, noi abbiamo una moneta materna esattamente come la lingua materna, cioè una moneta che ci accompagna dalla nascita, nella quale siamo abituati a tradurre in cifre i nostri fatti quotidiani grandi e piccoli: spesa, stipendio, affitto, regali, vacanze, eredità. Io vivo in Belgio da anni, sono pagata in franchi belgi, eppure quando entro in un negozio a Bruxelles continuo a tradurre i prezzi in lire. Ma si rende conto cosa vorrà dire per gli italiani che non hanno mai conosciuto i centesimi, trattare con una moneta che ha la virgola e i decimali?".

C'è il rischio che qualcuno ne approfitti...

"Ci saranno sicuramente degli arrotondamenti, allora bisogna garantire che i prezzi siano arrotondati sia in alto che in basso: se il caffè costa di più, il giornale costi di meno. Le banche e i commercianti già mettono le mani avanti, lamentano costi altissimi per il cambiamento di contabilità. Dobbiamo studiare la veridicità delle loro stime, stare attenti che tutto ciò non diventi un pretesto per danneggiare il consumatore. Educare, rassicurare, vigilare: questi sono i compiti a cui le autorità nazionali devono dedicarsi per tempo. Non sarà facile. Ricordiamoci che in Italia abbiamo il 30% di analfabeti di ritorno, gente che ha difficoltà a decifrare qualunque istruzione scritta. Senza una massiccia campagna televisiva, di fronte all'Euro saranno degli sprovveduti, vittime potenziali di abusi".

A Bruxelles avete fatto dei sondaggi sui timori dei cittadini di fronte al cambiamento di moneta. Cosa avete scoperto?

"Una domanda molto diffusa è la seguente: i miei contratti di affitto, assicurazione, telefono, mutuo, li dovrò rifare uno per uno e affrontare sei mesi di code agli sportelli, oppure saranno tutti automaticamente convertiti in Euro? Non è una domanda sciocca, evidentemente non ha ancora ricevuto una risposta. Se li immagina 300 milioni di europei in coda per rifare dieci contratti a testa? Un incubo".

La Commissione europea non può sostituirsi ai governi, ma potete dare dei consigli. C'è qualche precedente di un cambiamento così importante?

"Noi abbiamo studiato due casi da manuale, il negativo e il positivo. Il cambio del franco francese negli anni Cinquanta, con l'introduzione dei nouveaux francs, non fu un successo: quarant'anni dopo c'è ancora gente che fa i conti in vecchi franchi o centimes. Invece è andato bene in Gran Bretagna il passaggio al sistema metrico decimale. Il segreto della differenza sta nella massiccia campagna di informazione preventiva".

Che oggi è insufficiente per quanto riguarda l'Euro.

"Sì, mi colpisce il fatto che nessuno abbia ancora pensato alla cosa più semplice: il futuro è dei bambini, cominciamo a cambiare tutti i manuali scolastici, i problemi di aritmetica siano tutti convertiti in Euro. Certo per rifare i manuali ci vuole tempo, ma se la scuola non si muove adesso quando lo farà? Poi è chiaro che gran parte della responsabilità ricade sul sistema bancario, che è in prima linea quando cambia una moneta. In Germania e in Belgio molte banche hanno già aperto in ogni agenzia uno sportello di informazione sull'Euro per i clienti".

Insomma queste difficoltà ci faranno pentire degli sforzi fatti per entrare nell'Euro?

"Ma no, per carità, una federalista convinta come me è entusiasta della moneta unica, sarà la prima prova tangibile e quotidiana della nostra cittadinanza europea. Però quel che prima si faceva ricorrendo a un riflesso condizionato - valutare una bolletta, il prezzo della frutta o l'importo della pensione - richiederà domani qualche esercizio di aritmetica. Prepariamoci in tempo, evitiamo che una rivoluzione positiva si trasformi in un boomerang".

 
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