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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 2 dicembre 1999
Intervento di Emma Bonino in Parlamento

Sessione Plenaria

Bruxelles 1 dicembre 1999

Signora Presidente, cari colleghi,

Fin dall'inizio di questa legislatura, i radicali italiani, a nome dei quali prendo la parola, perseguono una loro battaglia che dura da vent'anni: quella per la parità di diritti e prerogative per tutti i deputati e per i loro elettori; perché cessi l'inaccettabile discriminazione riservata ai non iscritti, i paria di questo parlamento.

Per questo abbiamo assunto due iniziative

La prima é una proposta di modifica del nostro regolamento, già controfirmata da oltre 80 colleghi - li ringrazio di cuore - che consenta di riunire tutti i non iscritti, ex-officio, in un "gruppo misto" (o gruppo dei non iscritti, chiamatelo come volete) i cui membri partecipino ai lavori del Parlamento su un piede di parità.

La nostra seconda iniziativa - presa per richiamare l'attenzione dell'assemblea su questo problema e per dargli una prima soluzione prefigurando una sorta di gruppo misto di fatto - é stata quella di proporre a tutti i non iscritti la creazione di un gruppo tecnico, il TDI. Non tutti i non iscritti, purtroppo, hanno aderito all'iniziativa, e alcuni che vi avevano aderito hanno preferito trasmigrare verso altri gruppi. Ne é risultato un gruppo che alcuni media hanno battezzato - maliziosamente semplificando - "il gruppo Bonino-Le Pen". Un gruppo politically very incorrect, che noi radicali non abbiamo lascaito cadere (per coerenza e per decenza) ma che l'Assemblea ha sciolto d'autorità. Considerando da parte nostra tale scioglimento come un abuso - fondato su una interpretazione discutibile del regolamento e sull'ostilità preconcetta (talora ipocrita) di molti colleghi nei confronti dell'idea di un gruppo misto - abbiamo fatto ricorso allo sciopero del voto.

L'ordinanza del Presidente del Tribunale di Prima Istanza che, accogliendo la richiesta di sospensiva d'urgenza presentata dai colleghi Martinez e de Gaulle, ha chiesto al Parlamento di ripristinare il TDI, conforta in toto la nostra analisi affermando, fra l'altro, testualmente:

"La non sospensione della decisione del 14 settembre rischia di determinare un pregiudizio grave agli interessati poiché si vengono a trovare nell'impossibilità di esercitare diritti e prerogative conferiti ai gruppi politici e, di conseguenza, non sono posti nelle condizioni di esprimersi, in quanto rappresentanti dei popoli degli Stati riuniti nella Comunità europea, nelle stesse condizioni dei membri appartenenti ai gruppi politici".

Cosi ha detto il Tribunale, cari colleghi. Cessa a questo punto il nostro sciopero del voto, anche per la sollecitudine con la quale la Presidente ha assicurato il reintegro del TDI, anche se occorrerà valutare il pregiudizio subito in questi mesi.

Non cessa invece la nostra battaglia per il gruppo misto, per ora incardinata alla Commissione Costituzionale.E' a questo obiettivo, che permetterebbe di sanare la questione una volta per tutte, e per tutti, che vogliamo arrivare: ringraziando peraltro tutti quei colleghi che, via via, ci hanno mostrato simpatia e solidarietà, giungendo - come il Presidente Baron - a offrire "ospitalità" ai radicali italiani nel gruppo socialista. Grazie Baron, ma vorremmo una casa nostra, come tutti.

 
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