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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 7 dicembre 1999
Pronti allo scontro "Difenderemo tutti i referendum" Bonino - La Stampa (Interno) - Sabato 4 dicembre 1999 "Alle regionali ci presenteremo da soli per offrire ' un'altematíva ai duePoli e un buon motivo di voto a chi si asterrebbe" "La presidenza di Prodi ? Per la maggioranza degli europei resta un enigma politico. A Bruxelles speriamo che non si ripeta il metodo IRI" ONOREVOLE Bonino, lei è stata la prima a lanciare l'allarme sull'inizio di una sorta di »tiro al piccione contro i referendum. Secondo alcune indiscrezioni la Cassazione si accingerebbe a dichiarare non ammissibile quello elettorale: le pare un »pericolo reale? »Sì. I giuristi sono pressocchè unanimi nel giudicare ammissibili i due quesiti riproposti, quello elettorale. e quello sugli incarichi extragiudiziali, ma... non si sa mai. Siamo pronti allo scontro, se necessario. Ma c'è un pericolo che temo ancora di più: che tutto questo rumore per i quesiti elettorali serva a oscurare il giudizio di ammissibillità che la Corte si appresta
a dare sugli altri 18 referendum. Quelli per la riforma liberale dell' economia e della giustizia, una vera rivoluzione. Non fra cent'anni, ma fra tre mesi. E' questo scontro, politico e sociale - riformatori e liberali contro statalisti e consociativi - che fa paura. Anche perchè non si tratta di chiacchiere sulla terza o quarta via, ma di scelte concrete per milioni dì imprenditori, lavoratori e consumatori . Crede nella possibilità che in questo scorcio finale di legislatura il Parlamento riesca a varare una riforma della legge elettorale? »Una rifonna francamente no. Semmai una controriforma pateracchio. Insomma, un nuovo mattarellum antireferendario come nel'92, stavolta addirittura preventivo. Ma ormai è tardi, tra 20 settimane gli italiani potranno scegliere il maggioritario e, ripetere la riforma liberista e anticorporativa . La lista Bonino si accinge a tornare in campo per le elezioni regionali. La cena dell'altra sera con Berlusconi non vi ha fatto cambiare programma? »Di elezioni regionali non

abbiamo nemmeno parlato. Se le cose restano così come appaiono oggi, ci presenteremo autonomamente alle regionali. Per offrire agli italiani un'altemativa alla politica democristiana, consociativa, statalista e proibizionista dei due Poli. E per offrire buone ragioni per il voto a quanti altrimenti si asterrebbero . Tra le forze politiche tradizionali serpeggia una certa preoccupazione per il suo ritorno in campo. Chi ha più da temere, il sindaco Cacciari o la ministra Livia Turco? Cioè: ha già deciso se candidarsi in Veneto oppure in Piemonte? »E perchè non Galan e Ghigo? Anzi, perchè non Formigoni e Martinazzoli? La Lombardia è la regione più importante e alle europee avete ottenuto una valanga di voti . Allarghiamo l'orizzonte: lei non è stata confermata commissario europeo nonostante l'insistenza di mol- ti, qui in Italia. Come giudica i primi passi del presidente Prodi? »Sulla mia mancata riconferma non credo 'valga la pena di ritornare se non per ribadire che la scelta di mettermi fuori malgrado uno

stato di servizio lodato da tutti - fu il frutto di un accordo D'Alema-Prodi-Berlusconi, mai ammesso ad alta voce dai tre contraenti. Un bilancio della presidenza Prodi? Per la stragrande maggioranza degli europei Prodi resta un enigma politico. Un recente editoriale di El Pais parla di un amalgama inestricabile' che così descrive: "Radici democristiane, un'alleanza coi post-comunisti, una scommessa sulla terza via di Blair, l'adesione del suo partitino al gruppo liberale a Strasburgo'. Non è facile raccapezzarsi in questo curriculum. Nè è più facile definire una gestione Prodi che per il momento si caratterizza solo per la grande quantità di carne al fuoco. Speriamo che, domani, non si scopra una ripetizione a Bruxelles del metodo Iri e di , certe sue derive . E per quanto riguarda i rapporti con l'Italia? »Da un punto di vista italiano è preoccupante il fatto che Prodi, pur trovando il tempo di dedicarsi quotidianamente alla salute dell'Asinello, metta, ostentantamente, una certa distanza fra sè e l'Ital

ia chiamandosi fuori da quel sistema-paese italiano che è sempre stato debole nel contesto europeo e oggi è quasi paralizzato . Un'ultima domanda. Come pensa di sottrarre il movimento al rischio di »omologazione al sistema dei partiti così come sono oggi? Può bastare il solo parlare di temi quasi ignorati dalle altre forze politiche? »Non vedo nessun rischio di omologazione dei radicali a questo regime di poteri e di partiti che sanno di stantio, senza più fissa dimora ideologica e politica. Pannella e i radicali non si sono fatti omologare in trent'anni, non lo faranno ora che sono più forti che mai. Il problema non è l'omologazione, ma la cancellazione, sistematicamente perseguita come 'convenuti ad excludendum' nei confronti di una forza, appunto, non omologabile. In due mesi, settembre e ottobre, noi abbiamo avuto l'1% sul Tg 1 e meno altrove: eppure eravamo la quarta forza politica. In sei mesi del 1999 abbiamo investito miliardi - vendendo una radio, un internet provider e facendo debiti - in comunic

azione politica a pagamento. Ci hanno conosciuto, riconosciuto e votato .

 
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