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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Rinascimento - 12 febbraio 2000
Intervista a Emma Bonino apparsa oggi su La Repubblica a pagina 9

"Silvio è un Andreotti scelga o noi o gli ex dc"

Bonino: Berlusconi deve sostenere i referendum di STEFANO MARRONI

ROMA - Sarà magari un'impressione sbagliata. Ma a sentirla parlare, Emma Bonino tutto sembra meno che una che smanii per allearsi oggi con Silvio Berlusconi, e diventare domani - elettori permettendo - la sua numero due a Palazzo Chigi. Del Cavaliere dice che "non ha un progetto adeguato". Che vuol tenere insieme tutto e il suo contrario, come "un Andreotti del Duemila". E che sui referendum il suo silenzio è così "assordante" da non fargli "spiccicare parola nemmeno su quelli sulla giustizia, lui che ogni volta che i giudici lo toccano personalmente fa ferro e fuoco". Dopodiché, la donna che Marco Pannella ha trasformato nel volto della politica radicale sa che probabilmente è bussando da Forza Italia che lei e i suoi otterranno di più. Ma mette in chiaro che Berlusconi dovrà mettere in conto di rompere con il "democristianume" e venire a patti con gente che non mollerà di un dito sull' aborto o sulla legalizzione della droga: "Non so se lo farà. Purtroppo, non dipende da me...". Ci faccia capire bene, Boni

no. Davvero stavolta, invece che correre da soli, siete pronti ad allearvi con il Polo? "Posso dire prima qualcosa "a monte"?". Certo. "Perché vede voi giornalisti vi siete convertiti tutti alla logica dello schieramento etnico...". Del bipolarismo, cioè? "Sì, di questo bordello indicibile che viene chiamato bipolarismo, ma che resta pur sempre un bordello indicibile". Cosa voleva dire "a monte"? "Che si sta verificando una congiunzione tra i movimenti reali dell'economia e del sistema globale e il durissimo lavoro che noi radicali abbiamo iniziato nel '93 per imprimere all'Italia una forte spinta innovativa. Adesso tutti vedono che siamo in ritardo, e che così non si può continuare. Non credo che a Repubblica consideriate l'ingegner De Benedetti un ultraliberista: ma se leggo quel che dice dell'Italia - e sono convinta che le cose stiano esattamente a quel modo - è evidente che anche lui pensa a riforme di fondo nella struttura del paese. Serve una rivoluzione liberale, per liberarci di leggi fatte negli an

ni '70 per un mondo che non esisteva più già allora. Figuriamoci adesso!". E per fare la rivoluzione lei fa il ticket con Berlusconi? "Io mi sto guardando intorno per capire con chi fare un pezzo di strada. Sul piano istituzionale, mettendoci in cammino verso il bipartismo anglosassone. Sul piano dell'amministrazione dello Stato, per liberarci di un apparato obsoleto, che vanifica qualunque riforma. E soprattutto per preparare un nuovo contratto sociale, in grado di reggere l'impatto con la globalizzazione, e possibilmente governarla. Pensa ad esempio che possiamo continuare con questo livello di disoccupazione? Io no. Io penso che è meglio un lavoro qualunque, piuttosto che nessun lavoro". Ripeto la domanda. Berlusconi è l' uomo della rivoluzione liberale? "In teoria sì. Almeno, per quel che diceva nel '94. Di certo più di Cofferati. Sì, quello che strilla contro il liberismo selvaggio perché vogliamo abolire l' obbligo di reintegro per i licenziati senza giusta causa". Ha torto? "E allora perché i sindacat

i, i partiti e le associazioni religiose se la sono già tolto da dieci anni per legge, questo obbligo? Perché tutto 'sto bello po' sì, le piccole imprese sì, e gli altri no? Con una sinistra che a dispetto della evidente consapevolezza di D'Alema è tenuta in ostaggio da Cofferati, è chiaro che il primo a cui si pensa è Berlusconi". E allora perché il Cavaliere non ha appoggiato i vostri referendum? "Buona domanda. Ha detto di preferire la via parlamentare, e poi plof!, un silenzio assordante. Non ha detto una sola parola. Anzi, ha fatto capire che è meglio il proporzionale del maggioritario. Certo, slogan sulla rivoluzione liberale ne dice. Ma nella sostanza l'unica cosa che fa è cercare di costruire un'alleanza con l'unico collante dell' antikomunismo col kappa. Sta tessendo una tela di ragno con questi gentili signori che hanno programmi politici completamente diversi dai nostri. Anche per le Regioni". Per esempio? "Beh, non è che Bossi non va bene perché porta la canottiera! Ma come ci si allea con uno ch

e vuole cacciare gli immigrati, non capendo nemmeno che se lo facessimo il suo Nord si bloccherebbe? Uno che ciancia di federalismo, e poi vuole il proporzionale invece di pensare a Regioni-Stato, come in America, con un presidente-governatore? Per non dire della secessione, della sua acqua di Po...". Uno che ce l'ha molto con lei è Rocco Buttiglione. "Sì, l'autorevolissimo professor Buttiglione: uno che più che parassitare Berlusconi, parassita la coscienza religiosa di questo paese... Ma ho sentito che è insorto anche Casini, e Fiori, tutto il democristianume. Mancano solo i vescovi, ma vedrà che non tarderanno ad arrivare... L' unico è Fini, che ha tentato di dare una scossa liberale al suo partito e a tutta questa compagnia di tromboni, trombati e trombette. Ma anche lui alla fine ci fa una richiesta di schieramento a priori, senza contenuti. E invece io, noi, siamo determinati a impegnarci su un programma, sul nostro programma. Spero che Berlusconi se ne convinca". Mi scusi, sa, ma uno la sente e si chi

ede: ma di che ticket Berlusconi-Bonino stiamo parlando? "Certo che se la maggioranza fosse questa, e i programmi quelli, non vedo bene che cosa potrei fare io da numero due di Berlusconi a Palazzo Chigi...". Ma allora che cosa ha detto il Cavaliere a Pannella? "Gli ha detto che sì, certo, che lui è d'accordo sul programma, ma che è meglio non discuterne adesso di queste cose, perché non tutti gli alleati sono d'accordo: prima battiamo la sinistra, e poi si vede. Figuriamoci...". Lei invece cosa chiede a Berlusconi? "Di impegnarsi. Di sostenere i referendum liberali che sono passati, far schierare cinque Regioni su quelli che non sono passati. Non c'è nulla su cui mediare. Se Berlusconi vuol essere l' Andreotti del Duemila, rifare la Dc del nuovo secolo, si accomodi. Ma noi non siamo della partita, non è il nostro disegno. E mica per niente: perché non serve all'Italia...".

 
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