Nel corso del mio mandato di Commissario Europeo responsabile per la politica dei consumatori ho portato avanti tre linee di azione che vorrei continuare a promuovere a livello locale nel mio eventuale ruolo di presidente della regione Piemonte.
(I) Mettere il cittadino consumatore al centro del mercato. Per far questo é essenziale far divenire il mercato un luogo di libertà per tutti gli operatori economici: consumatori e produttori. Se le imprese devono avere il diritto di competere nella libertà e nel rispetto della competizione e della sua lealtà, al consumatore va riconosciuto un diritto di scelta reale, armandolo del potere di influenzare i meccanismi del mercato in linea con i propri interessi. Questo diritto vuol dire fine della prigione dei monopoli pubblici e privati, anche nei servizi locali; e trasparenza di informazione.
Regole e diritti devono essere effettivi. Al consumatore non conviene un'apertura dei mercati che sia una mera deregulation, o privatizzazioni che fanno nascere nuovi monopoli privati. Lo Stato deve dunque ritirarsi dal suo ruolo di monopolista, abbandonando tentazioni clientelari e conflitti d'interesse, e assumere la responsabilità di quello che é il suo ruolo principale: ossia il garantire le regole e il loro rispetto. Al consumatore conviene solo la libertà garantita da regole, non l'anarchia dove vincono le corporazioni e le posizioni dominanti più forti. I settori dove il consumatore ha più urgenza di politiche di libertà, diritto e trasparenza riguardano servizi d'interesse generale e servizi finanziari.
(II) Giustamente il cittadino diviene sempre più sensibile a quello che mangia e chiede maggior tutela per la sicurezza alimentare. Anche a livello locale va applicata la ricetta utilizzata dall'UE: piena indipendenza degli organi di controllo e dei comitati scientifici e investimenti prioritari in risorse adeguate.
Se la sicurezza alimentare é oggettivamente una priorità, non va messo in secondo piano il diritto del consumatore a sapere cosa mangia esattamente. Ossia, ad un'informazione corretta, completa e a regole chiare sulla provenienza del prodotto, le tecniche di fabbricazione e gli standard di qualità. Sappiamo - e se ne é avuta conferma anche nel caso del cioccolato agli oli vegetali - che le multinazionali e la grande distribuzione non spingono il mercato verso la qualità, la trasparenza e la produzione artigianale legata a precisi luoghi di origine e/o biologica o non transgenetica. Anche a livello locale bisogna dunque battersi per garantire al consumatore il diritto di scegliere, sapendo esattamente cosa compra in termini di composizione, qualità, luogo di produzione eccetera.
(III) A Bruxelles mi sono battuta per cinque anni affinché la Società dell'Informazione non fosse un fenomeno riguardante solo imprese o addetti ai lavori ma coinvolgesse e mettesse al centro del suo sviluppo il cittadino consumatore. Questo può avere da Internet enormi vantaggi in termini di miglioramento della qualità della vita, aumento della possibilità di scelta, convenienza economica e informazione. Ma deve anche sapere che vi sono alcuni rischi, a cominciare dalla difesa della privacy, la sicurezza dei pagamenti e delle transazioni on line e la tutela giurisdizionale nel commercio elettronico. Oltre a rischi di esclusioni legati a politiche di accesso universale, alfabetizzazione elettronica ed educazione tardive o inadeguate.
Internet va anche ulteriormente valorizzato come strumento di messa in rete e potenziamento della capacità operativa e di influenza delle organizzazioni dei consumatori; e di una loro migliore collaborazione a livello trans nazionale.