Torino, 31 marzo 2000BONINO: 'GHIGO E TURCO: DUE CANDIDATI, UN SOLO PROGRAMMA ECONOMICO'
Dovete scusarmi, ma non ho ancora capito la differenza fra i programmi di Livia Turco ed Enzo Ghigo, e questo a 15 giorni dal voto. Mi sembrano praticamente identici, soprattutto per quanto riguarda la loro parte economica. Prendiamo due esempi significativi: la sanità e le privatizzazioni.
Sulla sanità, entrambi in pratica sembrano rinunciare ad esercitare quel margine ampio di competenze che la legislazione nazionale affida alle Regioni; entrambi vogliono impedire la piena liberalizzazione dei servizi sanitari (pure nel quadro dei finanziamenti assicurati dal SSN), e la competizione fra erogatori pubblici e privati. La differenza fra il mio e il loro programma è che io, quando parlo della sanità, parlo delle prestazioni sanitarie e non delle strutture sanitarie pubbliche; per me, come per tutte le persone ragionevoli, è del tutto indifferente che i fornitori di prestazioni sanitarie- a parità di costo, per i cittadini- siano pubblici o privati. In Piemonte, invece, il 'partito unico' della sanità continua a muoversi come 'sindacato' della 'sanità pubblica'. La chiave della riforma è la competizione fra strutture, possibile solo abolendo il regime degli accreditamenti e rendendo automaticamente fornitori del servizio sanitario nazionale le strutture private autorizzate che sono scelte dai citt
adini in alternativa a quelle pubbliche. Inoltre solo un incentivo alla competitività potrebbe salvare le strutture pubbliche efficienti ed impedire che l'aumento costante della spesa sanitaria vada a finanziare non un'estensione delle possibilità di cura e della qualità delle prestazioni, ma le inefficienze e i deficit gestionali delle Asl pubbliche.
Sulle privatizzazioni, la stessa storia. La situazione è da anni 70. La Regione è proprietaria o comproprietaria di società di software, di sperimentazione tecnologica e di studi ambientali, di aeroporti (Biella e Caselle), di enti di gestione di parchi, di mercati, e di istituti di ricerca. Un programma intelligente- che è insieme un programma di 'bilancio', di promozione e liberalizzazione economica in settori che dovrebbero naturalmente essere affidati all'iniziativa privata- dovrebbe articolarsi attraverso due punti chiari: la completa dismissione delle società con finalità economiche e la rifocalizzazione della funzione e degli obiettivi per perseguire l'interesse pubblico dei pochissimi enti che ha ancora senso mantenere sotto il controllo regionale. Su questo punto, centrodestra e centrosinistra parlano la stessa lingua: vogliono entrambi consolidare le partecipazioni di controllo e di comando, e proprio nei settori strategici: infrastrutture, terziario, servizi di innovazione.
In questa chiave, l'aeroporto di Caselle, il CSI e l'IPLA dovrebbero essere restituite al mercato, e l'attività della FinPiemonte regionale essere finalizzata alla promozione delle iniziative imprenditoriali nei settori della new economy, dei servizi e del terziario avanzato. Tenere in vita 'enti strumentali' pubblici mentre il mercato offre alle stesse amministrazioni alternative più convenienti, significa solo perpetuare il sottobosco clientelare e il sistema di mangiatoie politiche e partitiche che ben conosciamo. Potrebbero, Ghigo e Turco, come sollecito da almeno 10 giorni, indicarmi una sola ragione per cui un'impresa di software come il CSI - che, se affidata invece, come avviene in tutto il mondo, al capitale privato avrebbe la possibilità di divenire un'azienda trainante dell'economia regionale- dovrebbe rimanere un consorzio pubblico di enti locali?
AGENDA/PROGRAMMA: Le proposte della Lista Bonino per il Piemonte Agenzia quotidiana