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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 3 aprile 2000
LA VALSUSA - aprile 2000
(secondo intervento)

Che cosa c'è nel suo programma a favore della famiglia e come pensa di tutelare la maternità ?

I radicali hanno liberato le famiglie italiane dall'incubo delle unioni indissolubili con la legalizzazione del divorzio e, con la legalizzazione dell'aborto, dall'incubo delle interruzioni clandestine di gravidanza. Oggi, gli stessi che ci crocifissero ai tempi di divorzio e aborto attaccano la nostra proposta di regolamentare per legge la circolazione della droga. Noi vogliamo liberare le famiglie dall'incubo quotidiano della droga: loro le condannano alla sofferenza difendendo - in nome di non precisati "valori" - la scelta proibizionista, che non risolve né la piaga sociale della tossicodipendenza né la criminalità grande e piccola collegata al traffico illegale. Quanto alla maternità, noi crediamo che essa sia un diritto-responsabilità che spetta alla donna esercitare, insieme al suo partner, compresa la maternità assistita, legalizzata in molti paesi. Perché deve essere lo Stato a decidere come e quando una donna può mettere al mondo un figlio?

2 . Uno dei problemi irrisolti in Italia è ancora quello della scuola. Come si può superare lo "scoglio" delle scuole private ?Vanno aiutate anche economicamente e come ?

Siamo per il riconoscimento di un assegno alle famiglie che permetta loro di scegliere la scuola che ritengono migliore per i figli. Non crediamo nel finanziamento alla scuola privata, ma vogliamo che il diritto allo studio sia garantito fornendo alle famiglie un modo concreto di scegliere fra percorsi formativi diversi ma di qualità. Scuole pubbliche e private dovrebbero essere chiamate a rispettare parametri basilari, minimi ed oggettivi, che non snaturino e appiattiscano le peculiarità pedagogiche, ma anzi le valorizzino. Io credo che una forma di concorrenza fra scuole contribuirebbe ad avvicinare la formazione al mondo del lavoro. Perché le famiglie non dovrebbero poter scegliere l'istituto a cui avviare i figli anche in base ai risultati che ogni istituto dà?

Il nuovo consiglio regionale dovrà sicuramente affrontare la

tormentata questione dell'alta velocità (o alta capacità) ferroviaria

e, in particolare, il nodo del collegamento Torino-Lione. Lei

sicuramente sa che la Valle di Susa ha ribadito il suo no a una

nuova linea. Che cosa ha da dire in merito ?

La situazione dei trasporti piemontese è delicatissima. Il Piemonte ha una dotazione di infrastrutture inferiore a quella media italiana ed ha urgente necessità di completare la rete autostradale (Asti-Cuneo, asse Nord Sud da Genova al Sempione), ma anche di potenziare quella ferroviaria. Il nodo irrisolto dell'alta velocità, di cui tutti parlano ma su cui la Regione - per responsabilità comune di 'questo' governo e di 'questa' opposizione - mantiene un bassissimo profilo, per non scontentare nessuno, ha finito per danneggiare tutti. Una Regione in cui si riuscisse finalmente ad andare da Torino a Milano in 45 minuti anziché in due ore, sarebbe una regione con qualche speranza in più di progredire.

Nel 2006 si terranno le Olimpiadi di Torino, che sono anche, non va dimenticato, la Olimpiadi delle valli di Susa e Chisone. Quali possibilità offrono i Giochi invernali per queste valli ?

Bisogna scegliere. Se seguiamo il modello Barcellona '92, con un forte impegno pubblico sul fronte di infrastrutture preziose per la città e una gestione affidata il più possibile ai privati, le Olimpiadi saranno una grande occasione. Ma se il modello dovesse essere quello mostruosamente burocratico di Mosca '80 ci troveremmo con Stato, Regione e Comune torinese a gestire tutto, pagare tutto, lucrare su tutto e perdere su tutto. Da che parte andiamo? Il fatto che il "dibattito politico" sia incentrato per il momento sui nomi da inserire nel Comitato Promotore non é incoraggiante.

Da una recente indagine risulta che siano possibili, in Valle di Susa, nuovi insediamenti industriali, con l'offerta di nuova occupazione. Emerge però una difficoltà. Susa e il suo hinterland sembrano troppi "lontani" e, quindi, poco appetibili alle impresse. Ci sono soluzioni per superare questa difficoltà ?

L'isolamento della valle di Susa rispecchia fedelmente il "problema dei problemi" del Piemonte nel suo complesso. La regione deve riuscire a mettersi in rete con il mondo, la "new economy", di cui si parla tanto, richiede capacità di spostamenti rapidi per persone e merci. Non saranno i telefonini a metterci in contatto con il mercato mondiale, ma la rete telematica di internet. Il sistema produttivo piemontese ha una bassissima percentuale di diffusione del computer e dell'uso commerciale di internet: anche su questo piano le nostre aziende rischiano di rimanere indietro rispetto alla concorrenza e rischiano di accrescere lo svantaggio dovuto all'isolamento fisico.

 
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