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Conferenza Emma Bonino
Palma Carmelo - 4 aprile 2000
BONINO: 'COMMERCIO: DALLA PARTE DEL MERCATO E DEI CONSUMATORI'

Dichiarazione di Emma Bonino:

'La Riforma Bersani sul commercio ha fatto strada ad una liberalizzazione piuttosto blanda. Le leggi regionali di attuazione- più per ossequio agli interessi delle 'categorie' che per osservanza delle norme della legge nazionale- hanno ovunque limitato gli effetti della liberalizzazione agli esercizi di piccola superficie, non sono quasi intervenute sulla disciplina degli orari (il giorno di chiusura non si toccaà), e hanno rinunciato ad usare degli spazi di autonomia concessi dalla legge nazionale, soprattutto per quello che riguarda le offerte di vendita straordinarie (i saldi).

Il risultato è che le saracinesche della piccola e della grande distribuzione continuano ad aprirsi e a chiudersi come prima, e che la categoria del commercio ha ottenuto- a rimborso del sacrificio fatto per accettare una finta liberalizzazione- corsi di formazione ad hoc, servizi di assistenza tecnica e credito agevolato.

Sul commercio, l'unica priorità politiche dovrebbero invece essere costituite dall'interesse del consumatore alla qualità, convenienza e accessibilità dei prodotti, e dall'interesse comune (del sistema regione e del sistema paese nel suo complesso) a favorire ed incentivare le forme di distribuzione più redditizie, capaci di creare sviluppo e occupazione.

E' falso che la grande distribuzione abbia una ricaduta occupazionale negativa (in Piemonte, nel '98, sono 5000 i posti di lavoro persi e 6000 quelli creati a causa della grande distribuzione), allo stesso modo è falso che la salvaguardia del settore del commercio di piccola superficie passi attraverso la tutela finanziaria o tecnica degli esercizi esistenti. I nuovi posti di lavoro stanno nel settore dell'e-commerce, della grande distribuzione e del piccolo commercio specializzato. Non nel commercio come lo abbiamo conosciuto nel passato.

Lo sviluppo del settore commerciale va sostenuto attraverso leggi regionali che incentivino il commercio competitivo, ad alto grado di specializzazione; che estenda le opportunità di informazione e di accesso sulle forme di commercio elettronico; che finanzi, soprattutto, la modernizzazione degli acquisti e dell'offerta commerciale (ad esempio attraverso consorzi di progetti e-commerce); che sfrutti tutti i margini di flessibilizzazione che la legge nazionale consente; che, per dirla in sintesi, promuova la riconversione e non la conservazione -peraltro impossibile- di un settore nevralgico della vita economica.

Di fronte alle resistenze di chi pensa che la promozione del commercio via Internet sia un modo per eludere le questioni reali del piccolo commercio al dettaglio, occorre ricordare che non esiste un solo settore produttivo che possa crescere, in futuro, rifiutando di misurarsi con i costi e le opportunità dell'economia di rete. I commercianti piemontesi sono spesso giustamente critici contro il blocco della circolazione delle automobili, in ragione delle inevitabili ricadute negative; dovrebbero diventarlo altrettanto contro i blocchi che loro stessi invocano alla diffusione di forme più competitive di distribuzione di beni e di servizi.

 
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