Ci può indicare uno o più motivi per i quali gli elettori piemontesi ed astigiani dovrebbero eleggerla presidente della Regione ?
Per riformare la Sanità, per esempio. Entrambi i Poli rinunciano ad esercitare quel margine ampio di competenze che la legislazione nazionale affida alle Regioni; entrambi vogliono impedire la piena liberalizzazione dei servizi sanitari (pure nel quadro dei finanziamenti assicurati dal SSN), e la competizione fra erogatori pubblici e privati. La differenza fra il mio e il loro programma è che io parlo delle prestazioni sanitarie e non delle strutture sanitarie pubbliche; per me è del tutto indifferente che i fornitori di prestazioni sanitarie- a parità di costo - siano pubblici o privati. In Piemonte, invece, c'é un partito unico della sanità, un 'sindacato della sanità pubblica'. La chiave della riforma è la competizione fra strutture, unica via per salvare le strutture pubbliche efficienti ed impedire che l'aumento costante della spesa sanitaria finanzi le inefficienze e i deficit gestionali delle Asl pubbliche.
A livello umano e a livello politico-amministrativo, quali sono i suoi pregi ? E quali, invece, i suoi difetti ?
Nei cinque anni da Commissaria europea credo di aver dato prova del fatto che, se assumo una responsabilità istituzionale, sento il dovere e il bisogno di affrontare le questioni che mi competono - anche le più ostiche - studiandole cocciutamente fino in fondo. Ascoltando i funzionari e studiando i dossier fino a quando non mi sento in grado di decidere io stessa. Questo si chiede a un politico con incarichi amministrativi. Difetti? Mi capita spesso di deprimermi. Ma solo per qualche ora.
Può sinteticamente indicarci i principali punti del suo programma?
Delegificare (ridurre il numero delle leggi regionali e legiferare solo se indispensabile): perché quanto più numerose sono leggi e amministrazioni coinvolte nel processo decisionale, tanto più si accrescono i costi, i tempi e le incertezze per gli operatori economici.
Risparmiare (attraverso una seria manovra di bilancio): a fronte di certi bilanci regionali che hanno fatto esplodere le spese di mera gestione, sembra invece possibile ridurre le spese correnti dell'1% l'anno, per cinque anni, e destinare questo risparmio agli investimenti, alla riduzione della fiscalità regionale (o per meglio dire al congelamento del margine d'aumento delle aliquote IRAP e IRPEF, unici strumenti del tanto sbandierato federalismo fiscale). Si tratterebbe di circa 100-150 miliardi l'anno, un'operazione che in ciascuna impresa sarebbe possibile fare, a costo zero, razionalizzando l'organizzazione interna, ma che nella "regione dei partiti" è assolutamente impossibile. L'unica distinzione tra questi "poli" è tra chi, a sinistra, aumenterebbe le tasse e chi, a destra, aumenterebbe il debito.
In che cosa il suo programma si differenzia da quello degli altri candidati ?
Solo noi guardiamo alla scadenza del 16 aprile come a un'occasione irripetibile per la trasformazione delle 15 regioni a statuto ordinario in regioni-Stato, in strutture portanti del federalismo liberale di scuola americana: vogliamo che i nuovi statuti regionali rafforzino la scelta presidenzialista e prevedano consiglieri regionali che siano autentici "rappresentanti territoriali", eletti in collegi uninominali, con il maggioritario a turno unico. Cerchiamo insomma di contrapporre al "federalismo amministrativo" che piace ai due Poli, un vero "federalismo politico".
Se sarà eletta alla presidenza della Regione, che cosa farà per prima cosa ?
Poiché né il centrodestra né il centrosinistra, a parole favorevoli alle privatizzazioni, sembrano intenzionati a dismettere le partecipazioni regionali, io mi darei da fare immediatamente per fare uscire la Regione dalle società aeroportuali, interporti, servizi fieristici, aziende termali, enti di formazione e Finpiemonte.
L'astigiano e, in particolare, il nord della provincia, vivono una fase di declino industriale e, più in generale, economico. Quali sono le sue proposte per invertire tale rotta nella eventualità di una sua affermazione elettorale ?
Gli interventi della Regione in questi anni sono stati sempre inutili e spesso dannosi, perché hanno cercato di coprire le perdite dei settori in difficoltà con finanziamenti 'a pioggia', ma non sono state finalizzate al miglioramento delle condizioni per lo sviluppo economico: semplificazione amministrativa, infrastrutture materiali e immateriali, investimenti sulla formazione; tutti campi nei quali le capacità di investimento della regione sono stato scarse sia in termini progettuali, sia in termini finanziari. Il Piemonte ha perso infatti 135.000 posti di lavoro in 8 anni, malgrado 2500 miliardi di investimenti pubblici a sostegno delle imprese. Interi settori economici si sono affannati a rincorrere i sussidi anziché cercare altri mercati, altre forme di produzione o altri prodotti. Io credo che una Regione non debba fare, ma rendere possibile ai soggetti economici di fare. E questo non vale solo per l'astigiano, ma per tutto il sistema economico piemontese.