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Conferenza Emma Bonino
Palma Carmelo - 9 aprile 2000
BONINO: 'SUI TEMI CIVILI, DESTRA CLERICALE E SINISTRA VILE'

Dichiarazione di Emma Bonino

Torino, 9 aprile 2000- Cosa deve pensare di questa destra e di questa sinistra un cittadino di idee liberali, convinto che la tolleranza laica, il rispetto umano e civile siano una componente essenziale e non rinunciabile della politica 'di governo'?

Le grandi vittorie politiche e referendarie sul divorzio e sull'aborto sono sottoposte ad attacchi continui; le pagine più moderne, significative ed 'europee' della storia politica italiana sono oggetto di biasimo e di riprovazione. Le minoranze clericali e antiliberali di destra e di sinistra egemonizzano i rispettivi schieramenti e costringono ad una politica da 'accordo Almirante-Fanfani' un paese maturo, che esige di rispettare l'individuo, le sue scelte, la sua natura e la sua stessa condizione umana.

A destra, da quando il Cavaliere ha deciso che tutto fa brodo (un pizzico di xenofobia 'padana' con dosi massicce di clericalismo e di proibizionismo democristiano), non esiste più neppure chi abbia la voglia e la faccia di rappresentare l'anima liberale, tollerante, laica di uno schieramento in cui le convinzioni di tutti coincidono con le convenienze del padrone.

A sinistra, i professionisti dei diritti civili stanno rinchiusi nella propria riserva indiana e votano tutti- dico tutti- i provvedimenti e le leggi che dichiarano di avversare e di non condividere. Questa sinistra, per fare un esempio, ha ingoiato e approvato, senza colpo ferire, anche una legge che, contro l'esito del referendum del 1993, restringe drasticamente le possibilità di uso del metadone nella cura dei tossicodipendenti. Ne sa qualcosa Livia Turco, il ministro competente in materia, pronta a censurare la destra, ma altrettanto pronta a votarne i provvedimenti, in nome della stabilità del Governo e degli equilibri della sua maggioranza.

Io penso al contrario che sia tempo e ora- proprio a partire dal clima politico in cui si svolge il dibattito per queste elezioni regionali- di rilanciare con decisione una serie di battaglie non più rimandabili: quella per la riduzione dei tempi di attesa dei divorzi (oggi infinitamente lunghi: circa 3 anni); quella per l'immediata introduzione nel nostro paese della 'pillola del giorno dopo', che continua a venire irresponsabilmente proibita- quando sarebbe l'unica soluzione per evitare decine di migliaia di aborti- in ossequio ai 'niet' delle minoranze bacchettone; quella per la legalizzazione dell'interruzione di gravidanza nelle strutture sanitarie private, poiché non esiste nessuna ragione giuridica per continuare a sottoporre al controllo esclusivo dello stato una scelta di natura del tutto personale; quella per la legalizzazione di tutte le forme di riproduzione assistita e di maternità surrogata, in cui vi sia l'accordo (senza scambi di natura finanziaria) fra persone adulte e responsabili, disponi

bili a tutto per avere un figlio e defraudate di questo diritto da chi pensa che la paternità o la maternità si possa ridurre ad una questione di 'sangue'; quella per la legalizzazione- al di là del dibattito che pure si impone fra proibizionisti e antiproibizionisti- dell'uso medico dell'eroina nella cura delle dipendenze, che ha dato buoni risultati dove è stata sperimentata, e che continua ad essere vietata in un paese che ha autorizzato, in nome della sperimentazione, pratiche ben più azzardate e meno comprovate scientificamente. Questo divieto ha inoltre una conseguenza indiretta non meno grave e riprovevole. L'Italia- viste le difficoltà e le complessità a cui è sottoposta la somministrazione di oppiacei nelle terapie antalgiche- è il paese europeo in cui si prescrive meno morfina anche ai malati di cancro; ovviamente, per salvarli dalla dipendenzaà.

Non a caso ho citato riforme che molti paesi europei hanno già realizzato, e che in Italia continuano a stare fuori dall'uscio della politica. Su molte di questi temi le Regioni, per le competenze che possono esercitare in campo sanitario, potrebbero dare un impulso decisivo ad una battaglia riformatrice. Ci pensino gli elettori, e ci spieghino le anime belle dei diritti civili di destra e di sinistra non come la pensano 'individualmente', ma cosa, più concretamente e 'politicamente', intendono fare.

 
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