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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 13 aprile 2000
IL SECOLO XIX - 13 aprile 2000

Roma. "A D'Alema rispondo: non se ne parla proprio".

E' l'ultima parola, Emma Bonino ?

"D'Alema ha posto la questione del voto disgiunto chiedendo ai radicali di sostenere i candidati presidenti del centro-sinistra. Se questo è il punto, io dico che non c'è nessuna trattativa, nessun accordo in vista. E invito fortissimamente gli elettori a mettere due croci, uno sulla Lista Bonino e l'altra sui nostri candidati".

Alleanza impossibile su tutti i fronti ?

"Altra cosa è l'apertura di D'Alema sul maggioritario, che è una nostra proposta. Ovvio che il dialogo ci interessa, ma questo riguarda il 21 maggio: il 16 aprile è un'altra cosa".

Non ci saranno altri colpi di scena fino a domenica ?

"Questo è sicuro. Nessun accordo per il 16 aprile. Stop".

Dal quartier generale del Partito radicale, Emma Bonino mette la parola fine alla girandola di ipotesi su patti elettorali con il centrosinistra. E al Secolo XIX spiega che cosa ha impedito l'alleanza dell'ultimo minuto.

D'Alema ha dato una risposta vaga alle sei condizioni da lei poste su temi come droga, fecondazione, pillola del giorno dopo, aborto e divorzio. E' per questo che lei ha deciso di rompere?

"Per la verità non ho mai inteso porre condizioni a D'Alema. Sentivo la necessità, di fronte al pericolo sempre più reale di un'ondata restauratrice della destra, di rilanciare il movimento dei diritti civili indicando nuovi obiettivi attorno ai quali chiamare a raccolta tutte le forze laiche e progressiste. Le conquiste civili degli italiani, la legalizzazione di divorzio e aborto, il principio stesso della legalità dello Stato, appaiono minacciati da più parti: dal polverone sui presunti "valori cristiani" sollevato da Casini e Buttiglione quando trattavamo con il Polo; dalla sciagurata sortita di don Gelmini contro la "minaccia islamica", seguita dalle altrettanto sciagurate proposte sull'immigrazione firmate dal tandem Bossi-Berlusoni; da un progetto di legge sulla maternità assistita che ci ripropone uno Stato padre-padrone capace di decidere perfino quando e come una donna può diventare madre. E allora dico: per salvare i diritti già acquisiti non c'è che da conquistarne di nuovi, quelli che sono stat

i presentati, con una forzatura, come "le condizioni della Bonino a D'Alema".

Ma davvero non ci sono trattative con il premier ?

"No. Esiste una convergenza oggettiva, un forte interesse comune a vincere il referendum sul maggioritario, che nasce, è bene ricordarlo, da una iniziativa radicale. Per vincere dovremo batterci fianco a fianco. Che ci mettano l'anima anche gli altri, come noi radicali".

D'Alema le ha chiesto di farsi da parte in Piemonte a favore della candidata del centrosinistra, Livia Turco. Avrebbe mai potuto fare un passo indietro ?

"Il voto disgiunto non è una cattiva idea Potremmo anche applicarlo a modo nostro: proponendo agli elettori Ds di votare i nostri candidati-presidenti, Bonino per esempio, e dare invece al loro partito il voto di lista. Scherzi a parte, noi faremo sempre tutto alla luce del sole. Abbiamo 15 candidati presidenti per 15 regioni- stato all'americana e per gettare le basi del processo di modernizzazione delle nostre regioni e del Paese".

Che cosa c'è dietro l'apertura di D'Alema ?

"D'Alema fa propria la grande richietsa di riforma liberale delle istituzioni che nel '94 rappresentò l'anima stessa del Polo e a cui la Quercia allora si oppose. La situazione si è quindi rovesciata, visto che oggi Berlusconi è il leader dei 40partiti e partitini figli del proporzionale. D'Alema si è accorto - non è mai troppo tardi - che il referendum indetto per completare la riforma elettorale con una legge realmente maggioritaria che ci avvicini alle grandi democrazie anglosassoni è la prima e principale delle cose da fare per bonificare la palude della politica italiana. Mentre destra e sinistra si scambiano i ruoli, noi radicali siamo i soli a mantenere la rotta che abbiamo scelto".

Che effetto le ha fatto l'incontro Polo-Lega a Teano ?

"E' stato uno spot di dubbio gusto, ai danni di Garibaldi e Vittorio Emanuele, per cercare di fa dimenticare ai meridionali il livore e il disprezzo che da anni la sottocultura bossiana riversa sui "terroni" e sul loro presunto parassitismo. Ha presente lo slogan "Forza Etna" ? Dicono che dietro questo spot c'è anche un progetto del solito Tremonti, il pensatore cui già dobbiamo un progetto di legge sull'immigrazione - elettorale anche questo - che sembra scritto dall'austriaco Haider. Berlusconi sa che il suo accordo con Bossi è difficilissimo da digerire per l'elettorato meridionale del Polo".

A quali condizioni potrebbe riprendere il dialogo con il Polo ?

"Sempre alle stesse. Gli elettori che votarono Polo nel '94 oggi certamente esultano di fronte al fatto che D'Alema, invece di architettare pasticci alla Bicamerale, sposa la scelta maggioritaria. Gioiscono sicuramente gli elettori, ma non i dirigenti del Polo, che invece dedicano a preparare la contro-riforma, la rivolta proporzionalista".

 
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