Prima il centrodestra, ora il centrosinistra. Siete corteggiatissimi e temuti. Non crede che questo grande interesse sia solo "elettorale"? Lunedì potreste tornare a essere considerati scomodi...
La stagione dei corteggiamenti (che spesso sono "molestie politiche") é cominciata ben dopo le elezioni europee del giugno scorso, quando i radicali hanno conquistato l'8,5% degli elettori. Prima i due "poli" hanno fatto a gara nell'ignorarci e poi - quando siamo riusciti a raccogliere le firme sotto tutti i referendum - si sono resi conto che dovevano fare i conti con noi e soprattutto con le nostre idee, con i nostri obiettivi liberali e liberisti, ormai invocati da tutte le parti, anche da un numero crescente di esponenti della sinistra. Ma, fino a quando, a destra come a sinistra, si cercherà di ottenere i voti radicali - ma senza i contenuti radicali - sarà difficile mettersi d'accordo su qualcosa.
Più volte avete denunciato la mancanza di chiarezza dei vostri avversari sul futuro federale delle Regioni. E' forse più facile per voi indicare soluzioni in quanto non prigionieri di logiche di coalizione?
La situazione mi pare di una chiarezza totale. Il nostro é l'unico progetto di riforma istituzionale, federalista e liberale, offerto agli elettori di tutte e 15 le regioni che votano. Proponiamo un modello di Stato-regione con due o tre partiti invece di 40, con una legge elettorale maggioritaria sia per la scelta del presidente-governatore sia per quella di consiglieri "deputati territoriali", con gli strumenti della democrazia diretta, alla svizzera, a disposizione dei cittadini. Il centrodestra ha fatto circolare un progetto semi-segreto (e semi-serio) che rievoca le "macro regioni" immaginate dai leghisti per separare il destino del Nord dal resto del paese. E il centrosinistra? Non propone alcunché.
In ragione di un accordo politico serio sareste disposti a cedere qualcosa sulle vostre priorità?
Certamente sì. Ma fino a quando l'accordo che ci viene offerto si riassumerà nel principio "prima vinciamo, poi decidiamo che cosa fare", non potremo nemmeno discutere seriamente. Siamo pronti a dimostrare la nostra capacità di allearci, e la nostra lealtà, nell'ormai prossima campagna referendaria. A cominciare da quelli sul maggioritario e sul finanziamento pubblico dei partiti.
I cespugli di centrodestra e centrosinistra che fanno riferimento al mondo cattolico vi demonizzano. Ma nella realtà siete proprio così incompatibili?
La battaglia per il divorzio, vinta contro l'alleanza Fanfani-Almirante, con l'appoggio decisivo di tanti cattolici, dimostra l'assoluta compatibilità delle nostre battaglie di libertà con chiunque, pur credente, crede anche nella laicità dello Stato. Noi siamo incompatibili coni clericali di tutte le chiese, di tutte le ideologie, di tutti i partiti.
Cosa vi attendete dalle Marche, una regione che ha sempre brillato sul fronte dell'attivismo radicale?
Che i marchigiani mostrino di volersi liberare dell'amministrazione burocratica di questo centrosinistra e di bocciare l'inconsistenza di questo centrodestra. E che scelgano invece la nostra proposta di modernizzazione liberale, premiando la capacità di governo che ha dimostrato Marcello Crivellini nel campo della sanità, della ricerca e della tutela dei cittadini, e degli anziani in particolare.
C'é un tema, o problema, che nel corso della sfida elettorale avete dovuto aggiungere ai vostri programmi?
Aggiungere no, rilanciare sì. Parlo di diritti civili, delle libertà individuali che gli italiani hanno strappato allo Stato padre e padrone - conquiste come la legalizzazione di divorzio e aborto, la stessa laicità dello Stato - che oggi sento minacciate dalla troika Bossi-Berlusconi-Buttiglione, espressione di una autentica marea montante di restaurazione clericale e proibizionista. I segni del pericolo? Prima il polverone sui presunti "valori cristiani" sollevato dai democristiani polisti quando ci corteggiava Berlusconi; poi la sciagurata sortita di don Gelmini contro la "minaccia islamica", seguita dalle proposte inaccettabili di Bossi e Berlusconi sull'immigrazione; e ancora un progetto di legge sulla maternità assistita in base al quale tocca allo Stato decidere quando e come una donna può diventare madre. E la campagna anti-abortista che Bossi sta conducendo, quotidianamente, con la sua dialettica da osteria. E le sortite contro gli omosessuali di qualche "colonnello" di An. E potrei continuare. Come
reagire? Rilanciando il movimento per i diritti civili su nuovi obiettivi, più avanzati.