Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 05 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Rinascimento - 7 maggio 2000
La Repubblica 7 Maggio 2000 Intervista a Emma Bonino

"Un governo debolissimo ostaggio di equilibri interni"

La protesta della Bonino: sono esausta, ma non mi arrendo La leader radicale prosegue il presidio sotto Palazzo Chigi: "Legalità non garantita" di CONCITA DE GREGORIO

ROMA - Il kit da bivacco si compone di una poltrona di vimini da giardino, un vecchio montone e un sacco a pelo. Emma Bonino ha dormito davanti al portone di palazzo Chigi già due notti, seduta lì. E piccola e magra, rannicchiata per la stanchezza, la poltrona è grande e lei ci scompare dentro. Ieri mattina sono arrivati i primi mazzi di fiori, aggiornati al nuovo indirizzo: Emma Bonino, largo Chigi, in esterno. La piazza è invasa dai turisti del sabato pomeriggio. Si fermano, si fanno fotografare con lei, chiedono dove si firma, "non si firma, no, è per tutelare le firme della volta scorsa", le regalano di tutto: uova sode, panini con la cotoletta calda, riviste, creme idratanti, piantine fiorite. La vedova del professor Paolo Ungari porta il certificato elettorale appena recapitato al marito, morto in settembre. Resterà a oltranza, annuncia, "fino a che il governo non prenderà una decisione sui morti votanti". Da sola, Pannella non c'è, "questa è una cosa che faccio io". Stanca effettivamente, sì: "Esausta

". Onorevole Bonino, a quanti sit-in è arrivata? "Mica tanti. Come questo, giorno e notte senza staccare mai, ne ho fatto solo un altro, proprio qui. C'era Prodi, era per il rinnovo della concessione a Radio radicale. Era febbraio, faceva freddo". Hanno ancora senso queste maratone di protesta, servono? Non ci sono altri modi? "Io non ho altro da mettere in gioco se non me stessa, la mia persona fisica. Serve sì, spero che serva. La cultura non violenta si fonda sulla forza dell'individuo inerme. Non vuole imporre il suo punto di vista, chiede che siano applicate le leggi. C'è una Costituzione che dice che votano i vivi: avendo appurato che da noi votano i morti, bisogna risolvere". Amato dice che non può varare un decreto in materia elettorale senza un sostegno parlamentare. "Non è vero, e gli abbiamo portato i precedenti di sei e quattro anni fa. A dir la verità mi è parso che non li conoscesse. Si sono varati decreti anche a Camere sciolte. In realtà mi pare che ci sia una volontà di far mancare il quorum

". Anche da parte della maggioranza, intende? "E evidente. Angius lo ha anche detto. Mi pare chiaro che lo Sdi, l'Udeur, le forze antireferendarie della maggioranza non collaborino". Eppure questo governo è nato con lo scopo dichiarato di fare il referendum e la riforma elettorale. "Appunto. Lo faranno, il referendum. Solo che non ne garantiscono la legalità". Va bene. Veniamo alla sostanza politica: come mai? "Perché questo governo è un aggeggio" Un aggeggio? "Ma sì, è debole, debolissimo. Se non riesce a fare una cosa così semplice come dire: i morti e gli scomparsi non votano, cosa crede che possa fare? Come potrà affrontare i nodi ben più complessi che verranno? E un governo ostaggio degli equilibri interni, precarissimi. Un governo vittima della legge elettorale schizofrenica". Questo lo dice anche D'Alema: una legge elettorale che da una parte aggrega, nel maggioritario, e dall'altra costringe a dividersi, nel proporzionale. "Infatti io sono d'accordo con D'Alema. Ha fatto bene a dimettersi per consent

ire a questo governo di fare la riforma. Però si deve fare: in queste condizioni se anche Berlusconi vincesse le elezioni durerebbe sette mesi, fino al prossimo ribaltino. Nemmeno Sandokan potrebbe sopravvivere alla guida di coalizioni di sette, nove, undici partiti". Berlusconi dice che questi referendum sono radicali e comunisti. "A settembre diceva che erano parte del suo programma. Ha cambiato idea". Chi gliel'ha fatta cambiare? "Bossi e Buttiglione, direi. I proporzionalisti del suo schieramento. E stato il prezzo che gli hanno chiesto in cambio della vittoria alle regionali, e lui lo ha pagato. Non gli conviene però: deve stare molto attento. A lui conviene il maggioritario, non il proporzionale. Se non lo capisce farà ancora la stessa fine che ha fatto una volta, e che ha fatto D'Alema". Quanto le è costata, in termini elettorali, l'apertura di D'Alema ai radicali a fine campagna? "Molto. La stretta finale di D' Alema è stata per noi micidiale: un abbraccio mortale. Berlusconi l'ha utilizzata schiacci

andomi a sinistra, io non ho avuto nessuna possibilità di replicare e non ho potuto recuperare la parte anticomunista del nostro elettorato. Ciò detto, riconosco il valore e il merito della proposta D'Alema: la battaglia per il maggioriario. Solo: ha sbagliato i tempi". La vostra emorragia di voti è una perdita reale di consenso o il frutto di errori contingenti? "Non so dirlo. Io ho anche molto sottovalutato l'impatto dello scontro bipolare, a queste elezioni. Una polarizzazione fra i due candidati principali evidente quanto fasulla, che ha fatto percepire il voto ai radicali come disutile. Ho sbagliato e lo riconosco pienamente". Lei crede che si voterà dopo il referendum? "E possibile, non automatico". Crede che vincerebbe il Polo, se si votasse? "Se le cose vanno avanti così è probabile. Il centrosinistra sta facendo campagna elettorale per il centrodestra: non tanto per quello che fa, ma per quello che non fa. Comunque sia: chi vince non importa. Si faccia una nuova legge elettorale e vinca il migliore.

Poi governi, sia messo nella condizione di governare". Voi a quel punto vi dovreste schierare. A destra o a sinistra. I rapporti con Berlusconi si sono molto inaspriti. Si sente più attratta da Amato? "Non mi sento attratta da nessuno, in tutti i sensi. Ci schiereremo secondo i programmi. E poi il panorama sarà così cambiato, allora. Gli schieramenti sono talmente trasversali: pensi solo a questa campagna referendaria, fatta dai Ds, da Bonino e da Fini". Se Fini la farà sul serio, la campagna. "Sì, certo. Se Fini non fa finta".

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail