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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 5 giugno 2000
1 giugno 2000 - IL FOGLIO

"Emma Bonino dal 1999 al 2000, cosí cadde una stella"

Roma. Un milione e duecentomila voti evaporati in un anno, centomila suffragi al mese e infine la Caporetto referendaria. L'eclissi della Lista Bonino dall'8 per cento delle Europee alla Regionali e al fallimento del quorum, viene spesso imputata a Marco Pannella, è invece in buona parte da attribuirsi direttamente all'ex commissaria europea. L'ultimo errore di Emma Bonino é il secco no al ministro Enzo Bianco che le propone inaspettatamente di abbinare i referendum e Regionali per domenica 16 aprile. Il rifiuto di emma consegna agli avversari la formidabile arma astensionista. E' solo l'ultimo autogol in ordine di tempo. La sua prima scelta controversa è di non utilizzare lo straordinario parterre raccolto intorno alla campagna Emma for president, e di investire quel patrimonio non in politica ma in propaganda. I nomi di Indro Montanelli, Rita Levi Montalcini, Antonio Baldassarre e Vincenzo Caianiello, i potenziali alleati tipo Gianfranco Pasquino, Michele salvati o Giulio Tremonti, nonchè un bel pezzo di g

iovani imprenditori alla emma Marcegaglia e una consistente fetta d'Italia delle professioni, finiscono per lunghi mesi nel rosario dei compagni di strada, insieme a ottimi calciatori e belle soubrette. Solo l'arte di Oliviero Toscani, tra i sostenitori eccellenti della Bonino al Quirinale, è utilizzata per la causa comune quando si tratta di girare uno spot elettorale. Come conseguenza c'è il defilarsi di tanti. Negli stessi ambienti che tifano Bonino vi è chi ricorda come nella primavera del '99 le orecchie di Emma restano sorde al campanello di allarme suonato da Montanelli che coglie l'occasione di una risposta ad un lettore del Corriere della Sera per prendere le distanze da un'operazione che la Bonino compie senza esitazioni puntando su una lista elettorale personalizzata .

La commissaria europea brandisce a ruota lo slogan anglofono di »Emma for President, Emma for Europe e Emma for liberal revolution che dovrebbe sedurre il popolo delle partite Iva ma finisce invece per proporre il linguaggio, le forme e i contenuti della sua discesa in campo come stanco proseguio delle vecchie battaglie del partito radicale. Infine, mentre l'eurocommissione Santer vive la sua difficile crisi e sfocia nelle dimissioni collettive, all'apice del successo di immagine la Bonino compie due scelte cruciali sullo scenario italiano : converte tutto il peso della campagna per il Quirinale nella campagna per i venti referendum e propone l'obiettivo della sua riconferma alla Commissione europea. Alle Europee tutto pare filare liscio, con la capitalizzazione politica di una ricca crociata mediatica, ma mentre la politologia nazionale ripete in coro che è nata una stella, il fiato di Emma si fa corto. In realtà la Bonino ha alle spalle la lezione di ben tre tornate referendarie finite nel non voto degli

italiani (prima i cacciatori, poi i commercianti, poi gli elettori indistintamente puniscono le chiamate alle urne) eppure si getta anima e corpo nella raccolta di firme estive. Ed altrettanto bene sa la Bonino che la commissaria a Bruxelles puó tornare a farla solo grazie a una politica di alleanze con uno degli schieramenti : politica che mai ci sarà nonostante gli ammiccamenti a Massimo D'Alema e la telenovela degli incontri con silvio Berlusconi. Il primo le offre di entrare nel governo ma lei dice no, il secondo insiste per coalizzarsi ma lei tentenna, e mentre in piazza la Bonino ricalca i panni della pasionaria referendaria del passato, nel palazzo si lamenta per la designazione di Mario Monti a Bruxelles. Lentamente i margini di manovra si fanno più stretti. Accantonati il Quirinale e la Commissione europea, Emma punta al palazzo della Regione Piemonte. I testimonial scarseggiano, la Corte costituzionale falcia i referendum, le intese con Berlusconi e D'Alema si risolvono in giri di valzer mediatici

che l'opinione pubblica apprezza assai poco. Il pesante ridimensionamento delle regionali non induce la Bonino ad abbassare i toni. Alla vigilia dei referendum la Bonino dice : » Ci sarà comunque una valanga di sí, ma se non ce la faremo con il quorum riproporremo di nuovo altri quesiti . oggi la corsa dei referendum è finita, Marco Pannella annuncia un nuovo partito telematico, D'Alema è criticato per l'apertura ai radicali. Giulio Tremonti dice : » L'avevo appoggiata per simpatia, ma col tempo la Bonino ha perso contatto con il mondo reale .

 
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