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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 15 giugno 2000
15 giugno 2000 - LA STAMPA
Pag. 23

di Emma Bonino

Si é ripetuto, in morte del despota siriano Assad, quel che era già accaduto l'anno scorso, in occasione del trentennale della dittatura del colonnello Gheddafi. L'Europa ufficiale, quella degli opinion-makers, con l'Italia in prima linea, si inchina di fronte ai tiranni mediterranei, vivi e morti: ne ignora i crimini, ne minimizza gli eccessi, dimentica i colpi di Stato con cui hanno usurpato il potere. Ne esalta invece la sagacia e la saggezza. Li considera, insomma, e li presenta come i migliori partner possibili per noi e come i migliori governanti possibili per i popoli cui il destino li ha assegnati.

Io trovo che c'é qualcosa indecente nel lasciar credere che le donne e gli uomini che vivono in Libia e in Siria non abbiano meritato negli ultimi trent'anni (e continuino a non meritare) altra forma di governo se non la dittatura.

E trovo che c'é qualcosa di irresponsabile nel chiudere gli occhi di fronte all'evidenza: che la principale minaccia verso "la pace, la sicurezza e il benessere dei popoli del Mediterraneo" (un'etichetta-slogan, cui si dedica almeno un convegno al giorno) viene proprio da quei paesi dove é assente la democrazia e sono invece presenti autocrati che agiscono legibus soluti, che non rispondono del proprio operato né ai propri sudditi né alla comunità internazionale.

Mi sarebbe piaciuto leggere nel settembre scorso un editoriale o una dichiarazione che ricordassero Gheddafi come il capriccioso caudillo che ha rubato ai propri connazionali tre decenni di manna petrolifera per dissiparla acquistando armi sofisticate, finanziando guerre inutili nei paesi vicini e operazioni terroristiche nel mondo intero, ordinando esecuzioni mafiose contro i suoi oppositori e aprendo conti in Svizzera per i suoi cortigiani. Davvero la Libia non merita di meglio?

Mi sarebbe piaciuto in questi giorni leggere o ascoltare qualcuno capace di descrivere questo sinistro regime siriano per quel che é: partorito dai carri armati, alimentato da trent'anni di sopraffazioni e congiure, che sopravvive alla morte del tiranno inscenando una farsa costituzionale che instaura la "dittatura ereditaria". Nel solco di Kim Il Sung & Figlio, la dinastia staliniana sorta in Corea.

Assisto invece allibita allo sgomitare davanti alla bara di Assad di Romano Prodi e di altri leader europei, quegli stessi che sgomitarono davanti alla tenda beduina di Gheddafi. Ormai si osannano i dittatori come fossero modelli da seguire.

In queste ore in cui si continua a discettare sulla "vocazione alla modernità" di Bashar, figlio di Assad (avremo un Assad II?) a me piacerebbe trovarmi insieme a quei libici e siriani che continuano a battersi per la democrazia e augurare loro di essere al più presto governati da concittadini (e non sono pochi) che credono nello Stato di diritto e nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

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