17-08-2000Emma Bonino:
»Ecco il partito on line
di NATALIA LOMBARDO
ROMA
Dove sono finiti i radicali, dopo il flop referendario del 21 maggio, tante autocritiche e tre mesi di silenzio? Stanno per rinascere con una formula del tutto nuova: il partito on line. Che cos'è?
Una nuova organizzazione che vuole cercare nel popolo della Rete nuovi quadri dirigenti, oltre che militanti e persone interessate ai progetti di riforma in tre settori della vita politica: istituzioni, giustizia ed economia. Sono i temi dei referendum spiega Emma Bonino all'Unità (da on line a on line): »Per noi queste riforme sono ancora necessarie, tanto più che, dopo il referendum, non è successo nulla. Insomma non abbiamo cambiato idea sull'analisi del paese .
Cosa è maturato in questi tre mesi di silenzio?
»Speravo che succedesse qualcosa, ci dicevano che certe materie non si potevano trattare tagliandole con l'accetta referendaria, ed era quindi indispensabile il cesello parlamentare. L'ho aspettato, il cesello, ma non l'ho visto, né sulla legge elettorale né sul piano economico e nemmeno sull'amnistia. Insomma, speravo che chi ci aveva criticato tanto facesse qualcosa. Invece no. Un altro motivo del silenzio è la campagna che è stata fatta per spingere al non voto: state a casa per mandarli a casa. Qui mi pare che a casa non sia andato nessuno, tranne Zoff... .
Si riferisce a Berlusconi?
»Certo, perché è responsabile di aver fatto perdere al nostro paese l'occasione delle riforme.
Colpa della sua campagna astensionista, perché una cosa è dire vincano i sì o i no, altro è fare un appello per una delega all'uomo miracoli: prima vinciamo e poi farò tutto io. Oltretutto un campagna fatta in un modo pazzesco, è stato detto che i referendum erano comunisti, quando i temi dei referendum erano parte del programma del Polo, hanno contribuito a raccogliere le firme, come sulla separazione delle carriere. Insomma, alcuni erano i referendum di Gianfranco Fini, e Berlusconi li definì comunisti .
Avete accantonato i referendum, per ora. Come immagina questo partito radicale on
line?
»I referendum ora non sono riproponibili, anche perché sono vicine le elezioni e non si possono fare. La sfida del partito on line è questa: vediamo se si possono eleggere in rete parte degli organismi dirigenti, invece di limitarci a votare fra noi nel nostro sito, radicali. it. Abbiamo scelto la strada più rischiosa: vediamo se si riesce a costituire un corpo elettorale più ampio, non solo dei militanti radicali. Quindi ci sono tre tappe: aprire all'elettorato attivo .
Che può iscriversi?
»Può iscriversi alle liste elettorali. E qui nasce un problema: verificare l'autenticità, ovvero che chi si iscrive sia veramente quella persona. Si può fare con il codice fiscale o la carta di credito, ma sono soluzioni poco friendly, oppure il sistema delle dichiarazioni dei redditi on line. Dopodiché daremo un codice privato, un pin, perché l'iscritto possa partecipare. Ci siamo dati un tempo: dal 15 agosto al 15 settembre, per capire la consistenza di questo corpo elettorale. Il sito è sempre www.radicali.it, poi cerchiamo dei links con altri siti, almeno per l'informazione. Questo è il primo passo, poi dobbiamo vedere i criteri: chi si può candidare per eleggere il 50 per cento del consiglio generale dei Radicali, l'altro 50 per cento lo elegge il partito. Tutta l'operazione dovrebbe essere conclusa il 10 ottobre .
E stata mai fatta qualcosa del genere? Qual è lo scopo politico e a chi pensate di rivolgervi?
»Non mi pare, a parte le primarie in Arizona. E anche un modo per sconvolgere l'organizzazione interna ai partiti, così come le nuove tecnologie hanno sconvolto quella dell'impresa. Internet è più democratica, interattiva, quindi pensiamo di interessare quel 30 per cento di persone che non votano e che, ho visto, sono per lo più internettisti. A questi poniamo una domanda: è irrilevante che nel prossimo parlamento non ci sia il gruppo dei radicali liberali-liberisti, come è successo in questa legislatura? Vedremo la risposta .
Però per la scadenza elettorale dovrete scegliere da che parte stare.
»Non so con quale legge elettorale si voterà. Però sono convinta che le riforme innovative servano al paese, con qualunque governo. E su questo programma che mi interessa discutere, ma cosa mi è stato risposto sia da destra che da sinistra? Nulla. Quindi si deciderà a settembre, per ora non ci sono dialoghi strutturati né con una parte né con l'altra.
Non rischiate di oscillare di qua e di là, corteggiati da tutti, come è successo per le regionali?
»Il rischio c'è, ma ad oggi non si pone questo problema. Visto che nessuno si rivolge a me, mi sembra difficile che mi si chieda di schierarmi .
Quindi è possibile che andiate da soli?
»Ci sono delle difficoltà. Questa legge, che pure non è maggioritaria, è fortemente polarizzante, si creano mega coalizioni ma alla fine il confronto è, per esempio, Badaloni-Storace. Non escludo che sia una strada da tentare, anche se è difficile arrivare al 4 per cento. E per questo che esterno la domanda: è irrilevante che i radicali siano in parlamento?. Certo, sulle alleanze una cosa è accettare un livello di compromesso, un'altra è la compromissione. Poi c'è chi, come Berlusconi, ci ha detto: venite con me, vinceremo e la politica che faremo ve la diremo dopo.
Pensa che si riuscirà a fare la legge sul conflitto di interessi?
»Non sono molto fiduciosa, anzi dubito fortemente. E poi bisogna vedere ora come si riapre il discorso, dopo l'accordo fra Seat e Tmc .
Pensa che un terzo polo tv sia un siluro contro Berlusconi, come dice il centrodestra, oppure crede che possa servire?
»Prima di tutto penso che si debba privatizzare parte della Rai, e lo penso da quel dì. E già questo metterà in modo delle cose. Se poi colpirà qualcuno dipende, lo vedrà l'antitrust. Certo mi sembra bizzarro che il ministro Maccanico ammetta che c'è stata una violazione alla legge e poi aggiunga che la normativa andrà modificata. E l'ennesimo caso del mercato che va avanti mentre le norme arrancano e sono obsolete .
Da ex commissaria europea come pensa vada affrontata la crescente immigrazione in Italia?
»Non ci sono soluzioni miracolistiche senza cambiare niente, e chi lo dice crea solo illusioni. L'Italia, che è stata per tanto tempo paese di grandi emigranti, adesso è sotto choc perché è diventata paese di immigrazione. Lo choc è comprensibile perché in Europa noi siamo quasi l'ultimo paese monoetnico, e non abbiamo mai avuto le colonie e i domini d'oltremare, come la Francia. Però un dato è reale: la percentuale di persone che vivono in Italia e non sono nate qui è del 2 per cento, rispetto al 5 della media europea. Secondo, viviamo la globalizzazione a senso unico, come piace a noi: siamo noi che andiamo a vendere i nostri prodotti ma non vogliamo quelli degli altri, le arance del Nord Mediterraneo, per esempio. Poi globalizziamo tutto tranne che i diritti umani e civili. Così l'Italia sta tra i Balcani e il Nord Mediterraneo, che ha uno boom demografico ma non economico. A Okinawa si decide di lottare contro la povertà, infatti i nord africani la combattono, ma individualmente. Insomma, mandiamo in Tu
nisia o in Albania il TgUno, la Rai, un'immagine dell'Italia come cittadella del benessere, però pretendiamo che queste persone stiano a casa loro? Tutto questo crea uno squilibrio, sono problemi complessi e vanno affrontati come tali, certo, anche prendendo il problema alla fonte nei paesi di provenienza. Però certi discorsi come lo sparare agli scafisti spero che siano dovuti al caldo... .
L'Unità è fuori dalle edicole, pensa che sia uno strumento che possa servire anche a chi non è di sinistra? E come giudica l'edizione on line?
»Devo riconoscere, per essere onesta, che a me non piaceva, mi sembra che non avesse perso il dato di essere l'organo di un partito. Del resto non era il suo obiettivo, ma è una formula inadeguata. In ogni caso, proprio con quel limite, secondo me è una perdita di uno strumento di dibattito. Mi dispiace, come allo stesso modo, pur nelle diversità, se dovesse chiudere Radio Radicale mi dispiacerebbe e vorrei che fosse lo stesso per gli altri. Ora credo che l'on line possa essere per voi una buona occasione di fare necessità virtù. Me lo auguro, anzi, a naso, ne sono convinta. E se posso fare qualcosa ditemelo .