"Commissario per i Rifugiati: Amato presenta due nomi"
di Aldo Cazzullo
Una poltrona per due. Se il nuovo Alto commissario dell'Onu sarà un italiano, toccherà a Giangiacomo Migone, come propone la Farnesina, o a Emma Bonino, che Giuliano Amato ha affiancato a Migone nel binomio offerto al segretario generale Kofi Annan ? E non c'è il rischio che proporre due nomi anziché uno indebolisca le chances italiane ? "Niente affatto - risponde il Ministro degli esteri Lamberto Dini - . Il fatto di poter avere più di una candidatura, senza gridarla o fare polemiche, dovrebbe rafforzare le nostre possibilità". Sì, ma qual è il candidato del governo ? "Questo non è un contesto elettorale o un concorso di bellezza - replica Dini -. C'è una candidatura che stiamo portando avanti, quella del senatore Migone, che il governo ha presentato. Se però a questo si aggiunge anche un altro nome, va bene. Tanto la scelta non appartiene né all'Italia né all'Europa, ma al segretario generale delle Nazioni Unite."
Il capo della diplomazia italiana conferma le voci rimbalzate ieri da Washington: Amato ha affiancato al nome di Migone - sul quale la Farnesina aveva già condotto un lavorio diplomatico presso le cancellerie europee - quello di Emma Bonino. Che ieri ha ringraziato il premier: "Tutti noi abbiamo letto stamattina sui giornali come Amato appoggi la mia candidatura alla guida dell'Alto commissariato per i rifugiati. Ora non intendo dire una parola di più - reagisce la Bonino-. Certo, la partita non è, per dire, tra Norvegia e Francia; oggi in gioco la candidatura europea nell'ambito europeo nell'ambito delle Nazioni Unite".
"Campagne di promozione nazionale sono totalmente inutili e spesso dannose, perché si tratta di una nomina che dipende esclusivamente dal segretario generale delle nazioni, e non di una elezione", precisa Migone. E la candidatura concorrente ? "Come ha già ricordato la stessa onorevole Bonino, la nomina dipende esclusivamente da Kofi Annan. Chiaramente, il segretario generale procede ascoltando i pareri e le proposte dei paesi membri".
Dalla parte di Migone ci sarebbero i rapporti non proprio idilliaci intercorsi tra la Bonino, quando era commissaria europea per i rifugiati, e stretti collaboratori di Annan, come Pino Arlacchi e la commissaria per i Diritti umani Robinson. Ma i sostenitori della Bonino precisano che i rapporti tra lei e Annan sono ottimi, come si vide quando il segretario generale si precipitò dall'Argentina in Campidoglio per sostenere la manifestazione per l'istituzione del tribunale internazionale. E in favore della Bonino è scattata ieri la mobilitazione radicale, sostenuta dalla Radio, che ha raccolto sia nel centrosinistra che nelle file dell'opposizione dichiarazioni di appoggio alla sua candidatura.
"La storia personale di Emma Bonino e il suo impegno in varie parti del mondo a favore delle popolazioni vittime di conflitti o genocidi la rendono un candidato certamente idoneo", è scritto in una nota di Forza Italia. Con la Bonino si schierano, oltre a Pannella, Marco Follini del Ccd, Antonio Martino e Giulio Tremonti. "Emma Bonino ha un curriculum assolutamente eccellente - sostiene l'ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi -. Mi pare, invece, che il curriculum di Migone sia per così dire più "domestico". Ma il sottosegretario agli Esteri Umberto Ranieri avverte che, "per competenza, conoscenza dei problemi e capacità di lavoro, Migone dispone di tutti i requisiti necessari ad assolvere al meglio questo compito. Tra l'altro potrebbe avere il sostegno anche degli altri Paesi dell'Ue, che conoscono la straordinaria passione con cui ha sempre affrontato in particolari i temi drammatici delle condizioni dei profughi, in tutte le parti del mondo. Questo non significa sottovalutare la grande capacità
e il valore di una figura come quella della Bonino". E il responsabile esteri dei Ds, Luigi Colajanni, fa notare che "si tratta di due ottime candidatura: la Bonino per la sua esperienza in materia, Migone per la sua preparazione in politica estera".