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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 15 settembre 2000
15 settembre 2000 - LA REPUBBLICA

Pag. 16

di Franco Papitto

» L'Europa é pronta a candidare la Bonino alle Nazioni Unite

Si ripeterą probabilmente lunedi prossimo nella capitale belga quello che é gią accaduto a New York una decina di giorni fa : il presidente del Consiglio si sforza di tessere una tela di solidarietą internazionale attorno a una candidatura italiana all'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) mentre il ministro degli Esteri si muove per conto suo, sponsorizzando presso Kofi Annan un nome diverso. E' un esempio clamoroso di come talvolta l'Italia ami farsi male da sola : lunedi il Consiglio dei ministri dei Quindici potrebbe affrontare l'argomento e dare il suo appoggio a un candidato unico europeo. La strada sembrava tutta in discesa anche perché, almeno in Europa, non ci sono altri candidati se si esclude un candidato danese, Petersen, che non ha molte possibilitą. Cosķ pensava Amato che peró non aveva messo in conto l'ostilitą del suo ministro degli Esteri. Non risulta che l'argomento della candidatura sia stato affrontato nelle riunioni preparatorie svoltesi sinora a Bruxelles ed esso non é all

'ordine del giorno ufficiale di lunedi perché, si precisa al segretariato europeo, » nessuno lo ha chiesto .

La candidatura che il presidente del Consiglio ha presentato di persona la settimana scorsa a Kofi Annan é quella di Emma Bonino. Di lei, commissaria europea, tutta l'Europa ha apprezzato l'impegno con cui si é occupata per cinque anni di aiuti umanitari. Il ministro degli Esteri ha invece segnalato a Kofi Annan Gian Giacomo Migone, presidente diessino della commissione Esteri del Senato, persona apprezzabile ma senza esperienze nel settore che l'Onu dovrebbe affidargli. La pił maligna delle ipotesi attribuisce a Dini la volontą di bruciare Migone in un'operazione della quale uscirebbe sicuramente perdente. E nello stesso tempo il ministro degli Esteri farebbe un dispetto all Bonino che da commissaria europea criticó l'allarmismo della Farnesina sugli sbarchi di clandestini in Puglia e nel settembre scorso indicó Dini come uno dei responsabili del voltafaccia diplomatico con cui l'Ue ritiró alle Nazioni Unite una proposta di moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo.

Il primo ad avere l'idea di candidare la leader radicale alla successione della giapponese Sadako Ogata fu Massimo D'Alema. Il progetto č stato rilanciato da Giuliano Amato con il duplice obiettivo di valorizzare una risorsa italiana al vertice delle Nazioni Unite e di conquistare l'elettorato radicale in vista delle elezini politiche dell'anno prossimo. Prima di mettere in orbita la Bonino, Giuliano Amato ha colto l'occasione del vertice G7 a Okinawa per verificare con Chirac due circostanze favorevoli all'operazione: la personale simpatia del presidente francese per l'ex commissaria e l'assenza di un candidato di Parigi, in particolare Bernard Kouchner, l'attuale » governatore dell'Onu in Kossovo. Incassato l'appoggio della Francia, presidente di turno dell'Ue, occorreva guadagnarsi il sostegno o almeno la neutralitą degli altri grandi partner europei. E in effetti, mentre il presidente del Consiglio ha accertato la benevola neutralitą di Tony Blair, Palazzo Chigi ha verificato che non ci sono ostacoli n

eanche a Berlino e Madrid. Germania e Spagna non hanno infatti loro candidati all'Unhcr e a Madrid Emma Bonino conta simpatie parallele di Josč Maria Aznar e dei suoi oppositori socialisti.

A fronte del lavoro diplomatico di Palazzo Chigi non risultano iniziative della Farnesina a favore della candidatura Migone. Le chances del senatore diessino sono affidate ad una lettera del tutto simile a quelle che i governi della Giordania e del Benin hanno scritto a Kofi Annan per segnalare rispettivamente, in maniera assai burocratica, le candidature dell'ex principe ereditario Hassan e del parlamentare africano Da Silva. La tensione fra Amato e Dini cresce dall'inizio di settembre, da quando il capo della Farnesina, ignorando una precisa indicazione del presidente del Consiglio, si guardó bene dal parlare di Emma Bonino al cospetto degli altri ministri degli Esteri europei riuniti a Evian. La stessa scena si é ripetuta la mattina del 12 settembre a New York nel corso di una nuova riunione dei quindici ministri degli Esteri dedicata ai rapporti fra l'Unione e le nazioni Unite. Ora, il silenzio della Farnesina rischia di far perdere alla candidatura italiana anche il treno di lunedi 18 settembre, quando

si riuniranno per la terza volta in un mese i ministri degli Esteri.

 
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