"Sfida per il posto Onu. L'Europa cerca un nome"
di FRANCO PAPITTO
BRUXELLES - Sarà la presidenza di turno francese a porre domani sul
tappeto, nella riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue, il problema
delle candidature europee alla successione di Sadako Ogata al vertice
dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Si svolgono
molti contatti bilaterali fra i nostri governi - hanno detto fonti della
presidenza - e non disperiamo di poter fornire un'indicazione unitaria
lunedì". La "possibilità" che l'argomento venga affrontato dai ministri
viene confermata anche da parte italiana con un certo imbarazzo, però,
perché le difficoltà maggiori per la scelta di un candidato unico europeo
derivano proprio dal fatto che la Farnesina dichiara di averne due: Emma
Bonino e Giangiacomo Migone, l'esponente diessino che presiede la
commissione Affari esteri del Senato.
Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, al quale spetta il compito di
nominare l'Alto commissario per i rifugiati, sarà a Bruxelles il 4 ottobre
proprio per parlare di Unhcr. Quella di domani sarà dunque l'ultima
riunione utile se i ministri degli Esteri vogliono concordare una
candidatura europea. Il nome di Emma Bonino è stato fatto a Kofi Annan da
Giuliano Amato in un colloquio svoltosi a Washington a margine del Vertice
del Millennio; il senatore Migone era stato segnalato al Segretario
generale dell'Onu da Lamberto Dini.
La Francia preme per un candidato unico perché vorrebbe iscrivere fra i
successi del suo semestre di presidenza la "conquista" per un europeo
dell'importante agenzia dell'Onu. Sono soprattutto gli spagnoli,
specialisti nel catturare ogni tipo di incarichi internazionali, a non
capire la "riluttanza" della Farnesina. E' indicativo, a questo proposito,
il tono degli articoli dedicati ieri alla vicenda dai quotidiani madrileni
El Pais e El Mundo, francamente stupiti dall'approccio adottato nella
vicenda dalla diplomazia italiana. Ma le perplessità sono generalizzate
perché l'assenza di un candidato unico farebbe perdere all'Europa - non
solo all'Italia - il controllo di un'Agenzia dell'Onu che l'Ue finanzia
per una buona metà.
E' vero che formalmente la nomina dell'Alto commissario è competenza
esclusiva di Kofi Annan ma è anche vero che difficilmente il Segretario
generale potrebbe ignorare l'indicazione unitaria del maggior contribuente
dell'Agenzia. E il candidato vincente potrebbe essere senz'altro italiano
perché, fra i maggiori paesi, la Francia ha appena avuto, con Jean-Marie
Guehenno, la responsabilità delle operazioni per il mantenimento della
pace e al britannico Mark Malloch-Brown è toccata la guida dell'Undp,
l'Agenzia per lo sviluppo.
Ieri Emma Bonino ha incontrato Giuliano Amato al Seminario
italo-britannico di Pontignano e insieme hanno letto i ritagli della
stampa spagnola inviati loro per fax dalle rispettive segreterie. Nessuna
indiscrezione è trapelata e i portavoce si sono limitati a confermare che
"si è parlato delle candidature al vertice dell'Unhcr per fare il punto
della questione". Ma a Bruxelles ci sarà domani Lamberto Dini e non Amato.
Ministro degli Esteri e presidente del Consiglio hanno comunque avuto una
lunga spiegazione telefonica nella giornata di giovedì. A parte quelli di
Bonino e Migone, a Bruxelles circola solo il nome di Petersen, il
funzionario danese che attualmente è il numero tre dell'Unhcr.
Si sarebbe autocandidato, secondo la Frankfurter Allgemeine, ma in assenza
di candidature unitarie europee potrebbe essere sostenuto dai paesi
scandinavi. L'ex presidente finlandese Ahtisaari, al quale pensava Annan,
ha dichiarato di non essere disponibile per motivi d'età. In campo c'è il
brasiliano Sergio Vieria De Mello, attualmente amministratore di Timor
Est. Gli americani sono fuori causa perché hanno già l'Unicef e il Pam, il
programma alimentare mondiale.