pag. 22di Ana Romero
"Il peggio della politica italiana nell'Unione europea"
Madrid. Una incompatibilitą politica e personale fra Lamberto Dini, ministro degli esteri italiano, e Emma Bonino, eurodeputata radicale, minaccia di mandare a monte la candidatura europea ad una delle agenzie pił importanti dell'ONU, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, con sede a Ginevra.
Nella gara che si é aperta per uno dei posti pił prestigiosi delle Nazioi Unite, secondo fonti diplomatiche comunitarie, l'ex commissaria incaricata della pesca, dei consumatori e degli aiuti umanitari, una delle pił popolari della vecchia squadra di Bruxelles, ha il favore della presidenza francese, del primo ministro britannico, Tony Blair, e del cancelliere tedesco Gherard Schroeder.
Questi leaders concordano nel riconoscere le capacitą di Emma Bonino, una donna infaticabile che ha fatto conoscere nel mondo ECHO, l'agenzia europea che é il principale erogatore di aiuti umanitari del pianeta, volando ai quattro angoli del mondo in occasione di ciascuna delle tragedie accadute tra il 1994 e il 1999, quando occupava la carica umanitaria.
Premio Principe delle Asturie per la cooperazione internazionale nel 1998, Bonino, 52 anni, é diventata a 27 anni la deputata pił giovane del parlamento italiano con il Partito Radicale di Pannella.
Terminato a New York il Vertice del millennio, il segretario generale dell'ONU Kofi Annan, si appresta a sostituire in novembre la giapponese Ogata, quando la carica resterą vacante. Deve farlo prima di metą ottobre, quando si concluderą l'Assemblea generale. Il primo ministro italiano, Giuliano Amato, ha presentato ad Annan il nome di Bonino durante questo vertice. Le stesse fonti dicono che Annan ha preso buona nota del suggerimento, non dimenticando che l'Ue assicura metą del bilancio di questa Agenzia, che si aggira intorno al miliardo di dollari all'anno. Il 4ottobre, Annan sarą a Bruxelles per sollecitare un aumento dei fondi.
Il quotidiano Repubblica ha scritto ieri di un episodio che illustra il peggio della politica italiana e che, in questo caso, potrebbe mettere in serio pericolo per l'Europa la conquista di un importante incarico internazionale. Secondo il quotidiano romano, Dini non perdona a Bonino, nota per la sua tendenza a parlare chiaro, due affronti. Il primo, quando lei criticó l'allarmismo della Farnesina per gli sbarchi di immigrati clandestini in Puglia. Il secondo, quando la Bonino lo indicó come uno dei responsabili del voltafaccia con cui l'Unione ritiró la proposta di una moratoria delle esecuzioni capitali alle Nazioni Unite.
Il quotidiano aggiunge un terzo elemento per spiegare l'ostinata posizione di Dini, che continua a non voler mettere in campo il nome della sua compatriota, e che rimane zitto anche quando il nome circola nelle riunioni internazionali. Secondo Repubblica, Dini ha proposto ad Annan il nome di un altro italiano, Giacomo Migone, presidente della Commissione esteri del Senato. Dini ora utilizza questa candidatura come pretesto per ostacolare la candidatura di Bonino.
Fin qui la querelle italo-italiota. Lunedi alla riunione dei ministri degli esteri a Bruxelles, i 15 sperano di arrivare ad una conclusione di questa commedia, almeno durante il pranzo informale, giacché questo punto non sta all'ordine del giorno ufficiale della riunione.
In Europa, a parte il nome di Bernard Kouchner, amministratore ONU in Kosovo, resta solo quello del funzionario danese Petersen, numero tre dell'UNHCR, che secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, si sarebbe autocandidato. Il quotidiano tedesco afferma anche che gli americani hanno una loro candidatura, quella di Julia Taft, funzionaria del Dipartimento di Stato, con poche possibilitą se si considera che gli USA occupano gią due agenzie (UNICEF e PAM).
Il maggio concorrente di Bonino per l'UNHCR é il funzionario brasiliano Segio Vieria De Mello, attuale amministratore di Timor Est, un uomo dall'ampia esperienza umanitaria, che peró potrebbe mancare del peso politico necessario per un'agenzia che negli ultimi tempi é stata chiamata a svolgere un ruolo politico di primissimo piano. Dai curdi in Irak, alla Bosnia, ai Grandi Laghi e l'Afganistan, fino al Kosovo l'anno corso, l'UNHCR si occupa di 20 milioni di rifugiati che, secondo le statistiche, si aggirano nel mondo.