Al convegno di Pontignano non ha rinunciato alle battute:
pensavo fosse una gara politica, non un concorso di bellezza
Amato, due giorni da professore: sono un premier in mobilità
»Il futuro sta cambiando, ma in Italia siamo abituati a cambiare sempre tutto
di Antonella Rampino
PONTIGNANO (Siena) »Giuliano lo stanno trattando
proprio male. Questi qui, Veltroni soprattutto, non si rendono
conto, hanno deciso per Rutelli, e via, andare... . Emma
Bonino parla franco, come sempre. Il centrosinistra ha già
deciso per Rutelli, pretende che sia Amato ad incoronarlo, e
quel che è peggio »si sono mossi malamente, anche con
malagrazia . Fanno male? Fanno malissimo, e per motivi di
strategia più che di tattica politica, se avessero lasciato
fare ad Amato, che non ha segreterie politiche alle spalle,
sarebbe stato possibile recuperare Bertinotti alla coalizione,
»sarebbe stato più facile anche per noi radicali, noi
chiediamo tre cose di programma, almeno quelle, e invece
informalmente loro mi dicono hai ragione sui cibi transgenici,
hai ragione sulle biotecnologie, hai ragione sulle
liberalizzazioni, ma sai noi non possiamo... . Bonino per
giunta ha un dubbio, »secondo me non sanno che Francesco non
ce la può fare, che regge al massimo tre settimane e poi
sbrocca, è pure bravo, ma semplicemente non è ancora pronto,
non è maturo, per ora ha solo la molla forte dell'ambizione .
Eppure a vedere Giuliano Amato, quella sua di questi giorni
non è davvero la solitudine che aspetta il leader, non è la
caduta di un divo premier, ma forse sarà solo la ritirata
amara di un civil servant. Il sense of humour aiuta, »credevo
di partecipare a una competizione politica, mi sono ritrovato
a un concorso di bellezza , dice a commento del lapsus di
Veltroni che sostiene occorra definire i »lineamenti
programmatici del premier, non insomma un semplice »profilo .
E molto perché per due giorni il presidente del Consiglio
torna ad essere Giuliano Amato, »no, guardi, stamattina non ho
neanche letto i giornali, mi dica, cosa sarebbe questa
devolution? , scherza un Amato restituito per due giorni a una
vita che conosce: l'aria pura del pensiero, lo scambio libero
delle intelligenze, alla Pontignano Conference si discute di
nuova economia e vecchio Stato, della società dell'avere e non
avere nell'era di Internet, ci si chiede pure se esisterà mai
un'alternativa alla disneyficazione dell'Europa. I tratti del
viso sono sereni, dice citando se stesso mentre parla del
mondo, cambia tutto, l'economia la tecnologia la
globalizzazione, il lavoro e i bisogni delle persone, »in
Italia siamo attrezzati, lo dico sempre ai giovani che
incontro, imparate da noi italiani, da noi anche un premier
accetta la mobilità .
E così il premier mobile passeggia nel giardino, riordina i
pensieri, l'avranno pure abbandonato tutti come dice Bonino,
ma l'arma segreta della politica internazionale, Marta Dassù
direttrice del Cespi Massimo DAlema gliel'ha lasciata, »sei
riuscita a convincere Schroeder a cambiare quel punto in
agenda per l'incontro di Berlino? . Con gli amici si lascia
sfuggire un sospiro lieve, non è uomo da ammettere giornate
dure, »oggi ho pure dovuto bacchettare il ministro degli
Esteri... , ma la frase resta a mezz'aria, ci sono i
giornalisti, e chissà se il problema è che Dini ancora non si
decide ad appoggiare, come Amato vorrebbe, la candidatura
Bonino all'Onu. Due passi, ed ecco Beppe Severgnini, il
columnist spiritoso di cui Amato è sempre stato estimatore e
sprone, fu proprio alla Pontignano di Amato e Dahrendorf che
anni e anni fa Severgnini presentò un discorso buffo, come gli
inglesi vedono gli italiani e viceversa, e ne nacquero poi
libri di grande successo. Ma sfortuna vuole che si tratti
dell'estensore, in qualità di corrispondente dell'»Economist ,
di una sperticata esegesi di Francesco Rutelli in edicola
sull'autorevole settimanale inglese proprio questa settimana,
e così è umano, molto umano che Amato non sia particolarmente
affettuoso con Severgnini. Il quale poi ricambia, si parla a
porte chiuse dei commissari europei, »Bonino deve farcela ad
andare all'Onu, bisognerebbe che qualcuno dicesse a Dini di
prendere posizione .
Parigi, Washington, Berlino per Giuliano Amato la prossima
settimana. Ma non Gargonza, il seminario che fu
dell'eccellenza ulivista. Omar Calabrese, l'organizzatore, ci
prova: Presidente, pensa di venire? E no, come faccio, impegni
internazionali...Potrebbe mandare una dichiarazione scritta,
un video. Niente da fare. Calabrese prova con l'arma totale,
»ma lo sa che la segretaria dell'universitá nella quale lei
insegna, a Firenze, è mia zia . »Sì, certo, ma davvero, che
deliziosa signora, così efficiente, gentile... . A Calabrese
non resta che rassegnarsi, il centrosinistra o per meglio dire
quel che resta dell'Ulivo a Gargonza farà brain storming, ma
non solo quello, senza Giuliano Amato.