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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 17 settembre 2000
Domenica 17 settembre 2000 - LA STAMPA

Al convegno di Pontignano non ha rinunciato alle battute:

pensavo fosse una gara politica, non un concorso di bellezza

Amato, due giorni da professore: sono un premier in mobilità

»Il futuro sta cambiando, ma in Italia siamo abituati a cambiare sempre tutto

di Antonella Rampino

PONTIGNANO (Siena) »Giuliano lo stanno trattando

proprio male. Questi qui, Veltroni soprattutto, non si rendono

conto, hanno deciso per Rutelli, e via, andare... . Emma

Bonino parla franco, come sempre. Il centrosinistra ha già

deciso per Rutelli, pretende che sia Amato ad incoronarlo, e

quel che è peggio »si sono mossi malamente, anche con

malagrazia . Fanno male? Fanno malissimo, e per motivi di

strategia più che di tattica politica, se avessero lasciato

fare ad Amato, che non ha segreterie politiche alle spalle,

sarebbe stato possibile recuperare Bertinotti alla coalizione,

»sarebbe stato più facile anche per noi radicali, noi

chiediamo tre cose di programma, almeno quelle, e invece

informalmente loro mi dicono hai ragione sui cibi transgenici,

hai ragione sulle biotecnologie, hai ragione sulle

liberalizzazioni, ma sai noi non possiamo... . Bonino per

giunta ha un dubbio, »secondo me non sanno che Francesco non

ce la può fare, che regge al massimo tre settimane e poi

sbrocca, è pure bravo, ma semplicemente non è ancora pronto,

non è maturo, per ora ha solo la molla forte dell'ambizione .

Eppure a vedere Giuliano Amato, quella sua di questi giorni

non è davvero la solitudine che aspetta il leader, non è la

caduta di un divo premier, ma forse sarà solo la ritirata

amara di un civil servant. Il sense of humour aiuta, »credevo

di partecipare a una competizione politica, mi sono ritrovato

a un concorso di bellezza , dice a commento del lapsus di

Veltroni che sostiene occorra definire i »lineamenti

programmatici del premier, non insomma un semplice »profilo .

E molto perché per due giorni il presidente del Consiglio

torna ad essere Giuliano Amato, »no, guardi, stamattina non ho

neanche letto i giornali, mi dica, cosa sarebbe questa

devolution? , scherza un Amato restituito per due giorni a una

vita che conosce: l'aria pura del pensiero, lo scambio libero

delle intelligenze, alla Pontignano Conference si discute di

nuova economia e vecchio Stato, della società dell'avere e non

avere nell'era di Internet, ci si chiede pure se esisterà mai

un'alternativa alla disneyficazione dell'Europa. I tratti del

viso sono sereni, dice citando se stesso mentre parla del

mondo, cambia tutto, l'economia la tecnologia la

globalizzazione, il lavoro e i bisogni delle persone, »in

Italia siamo attrezzati, lo dico sempre ai giovani che

incontro, imparate da noi italiani, da noi anche un premier

accetta la mobilità .

E così il premier mobile passeggia nel giardino, riordina i

pensieri, l'avranno pure abbandonato tutti come dice Bonino,

ma l'arma segreta della politica internazionale, Marta Dassù

direttrice del Cespi Massimo DAlema gliel'ha lasciata, »sei

riuscita a convincere Schroeder a cambiare quel punto in

agenda per l'incontro di Berlino? . Con gli amici si lascia

sfuggire un sospiro lieve, non è uomo da ammettere giornate

dure, »oggi ho pure dovuto bacchettare il ministro degli

Esteri... , ma la frase resta a mezz'aria, ci sono i

giornalisti, e chissà se il problema è che Dini ancora non si

decide ad appoggiare, come Amato vorrebbe, la candidatura

Bonino all'Onu. Due passi, ed ecco Beppe Severgnini, il

columnist spiritoso di cui Amato è sempre stato estimatore e

sprone, fu proprio alla Pontignano di Amato e Dahrendorf che

anni e anni fa Severgnini presentò un discorso buffo, come gli

inglesi vedono gli italiani e viceversa, e ne nacquero poi

libri di grande successo. Ma sfortuna vuole che si tratti

dell'estensore, in qualità di corrispondente dell'»Economist ,

di una sperticata esegesi di Francesco Rutelli in edicola

sull'autorevole settimanale inglese proprio questa settimana,

e così è umano, molto umano che Amato non sia particolarmente

affettuoso con Severgnini. Il quale poi ricambia, si parla a

porte chiuse dei commissari europei, »Bonino deve farcela ad

andare all'Onu, bisognerebbe che qualcuno dicesse a Dini di

prendere posizione .

Parigi, Washington, Berlino per Giuliano Amato la prossima

settimana. Ma non Gargonza, il seminario che fu

dell'eccellenza ulivista. Omar Calabrese, l'organizzatore, ci

prova: Presidente, pensa di venire? E no, come faccio, impegni

internazionali...Potrebbe mandare una dichiarazione scritta,

un video. Niente da fare. Calabrese prova con l'arma totale,

»ma lo sa che la segretaria dell'universitá nella quale lei

insegna, a Firenze, è mia zia . »Sì, certo, ma davvero, che

deliziosa signora, così efficiente, gentile... . A Calabrese

non resta che rassegnarsi, il centrosinistra o per meglio dire

quel che resta dell'Ulivo a Gargonza farà brain storming, ma

non solo quello, senza Giuliano Amato.

 
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