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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 19 settembre 2000
19 settembre 2000 - IL CORRIERE DELLA SERA

pag. 3

di Andrea Bonanni

»Europa divisa all'Onu Nessun nome unico all'agenzia dei rifugiati

BRUXELLES - Non ci sarà un candidato unico dell'Unione europea

al prestigioso incarico di Alto commissario delle Nazioni

Unite per i rifugiati (Unhcr). Nonostante l'Europa

contribuisca per il 45 per cento al finanziamento di questa

agenzia dell'Onu, la presidenza francese dell'Ue ha rinunciato

alla designazione unitaria di un nome per la presenza in lizza

di almeno cinque e forse sei aspiranti all'incarico, ciascuno

sostenuto dal proprio governo. Tra i candidati, due sono

italiani: l'ex commissaria europea Emma Bonino e il presidente

della commissione esteri del Senato, il diessino Gian Giacomo Migone.

Ed entrambi sono stati presentati dal governo italiano al

segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, cui

spetta la decisione finale in materia. Lo ha comunicato ieri

in una pausa dei lavori del consiglio dei ministri degli

Esteri un Lamberto Dini furibondo, smentendo le indiscrezioni

di alcuni giornali su un suo dissidio con Giuliano Amato circa

il candidato italiano.

Dini ha spiegato che, a maggio, il governo aveva deciso, »in

pieno accordo tra me e il presidente del Consiglio , di

trasmettere a Kofi Annan la candidatura di Migone. Solo in

agosto, secondo il ministro degli Esteri, Emma Bonino nel

corso di un colloquio con Giuliano Amato avrebbe manifestato

il proprio interesse per l'incarico. E Amato, sempre d'intesa

con Dini, avrebbe accettato di portare avanti anche la

candidatura dell'esponente radicale.

»Perché dovremmo ritirare una delle due candidature quando non

esiste comunque la possibilità di avere un candidato unico

europeo? In una situazione come questa, in cui la decisione

spetta solo ad Annan, avere due nomi aumenta le nostre

possibilità e non le indebolisce. Al consiglio informale di

Evian, ai primi di settembre, ho sollecitato una candidatura

europea per iscritto e ne ho parlato con Hubert Vedrine, che

ha la presidenza di turno, e lui mi ha detto di non volere

aprire la discussione sulla designazione di un candidato unico

perché le condizioni non erano mature , ha spiegato il ministro degli Esteri.

»Non è assolutamente vero che Amato sostenga la candidatura di

Bonino e io quella di Migone. Tra il presidente del Consiglio

e me non c'è stata mai alcuna divergenza. Su questa vicenda in

Italia si è fatta troppa confusione. Prendiamo nota della

campagna dei radicali a favore della Bonino, ma non vediamo

perché l'altro candidato si debba dimettere , ha detto ancora Dini.

Secondo quanto ha riferito il ministro, sul tavolo di Kofi

Annan, oltre ai nomi di Migone, da maggio, e della Bonino, da

agosto, si sono via via accumulati i dossier di almeno altri

tre candidati europei: un danese, un olandese, e un francese.

Senza contare una possibile candidatura britannica che

potrebbe prendere corpo nelle prossime ore. A questi nomi si

aggiungono quelli provenienti da paesi extraeuropei, in

particolare quello del brasiliano Sergio Viera de Mello, ora

amministratore dell'Onu a Timor Est.

Ma il vero ostacolo che rende difficile la formulazione di una

candidatura unitaria europea è l'ambizione francese di far

passare Bernard Kouchner, oggi rappresentante delle Nazioni

Unite in Kosovo, il cui mandato scade proprio a novembre, in

coincidenza con la data fissata per la nomina dell'Alto commissario ai rifugiati.

Vale la pena ricordare che anche in occasione della nomina in

Kosovo, Kouchner era stato preferito alla Bonino, allora unica

candidata del governo italiano presieduto da Massimo D'Alema.

E questo forse può spiegare la reticenza della Francia ad

aprire la discussione su una designazione unica da parte

dell'Unione: un contesto in cui difficilmente la candidatura

di Kouchner a un secondo incarico di grande rilievo per le

Nazioni Unite potrebbe passare con l'appoggio unanime di tutti

i governi dell'Unione. Forse per questo Parigi, che conta sul

buon rapporto tra Kouchner e Annan preferisce che la decisione

venga presa senza »intromissioni europee.

 
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