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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maria Federica - 28 settembre 2000
4 ottobre 2000 - OGGI

di Mauro Suttora

"E difficile commentare con precisione una situazione così in movimento come quella della Serbia in questi giorni. I brogli alle elezioni ci sono stati di sicuro, e bene ha fatto l'avversario di Milosevic, Kostunica, a denunciarli e a rifiutare il ballottaggio dell'8 ottobre. In Serbia non c'è democrazia, non c'è libertà di stampa, la quasi totalità dei mezzi d'informazione a partire dalla Tv è in mano al regime di Milosevic. Tenendo conto di questo, è veramente un miracolo che l'opposizione sia arrivata ad ottenere tutto questo appoggio popolare. Non è da sottovalutare il movimento degli studenti Otpor, che negli ultimi mesi ha manifestato incessantemente per la democrazia subendo dure repressioni.

Ovviamente la speranza di tutti è che si determini anche in Serbia una

situazione simile a quella delle »rivoluzioni di velluto del 1989 nell'Europa dell'Est, in cui il Muro diBerlino quasi crollò da solo e non si verificarono scontri e morti. Ma questo a Belgrado dipenderà molto dall'atteggiamento dell'esercito, più che di Milosevic stesso: saranno i generali a valutare se converrà loro appoggiare ulteriormente un uomo che ha portato l'intero Paese alla guerra e alla disperazione, oppure se è il caso di rispettare il cambiamento democratico.

Nel 1998, prima della guerra in Kossovo, il partito radicale raccolse centomila firme per l'incriminazione di Milosevic davanti al Tribunale dell'Aia per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia. L'incriminazione poi è arrivata, per cui oggi il presidente serbo è dal punto di vista giuridico un latitante ricercato dalla giustizia internazionale. Non penso che Milosevic, al contrario di Pinochet, possa negoziare alcunché in cambio della propria libertà. Anche se fuggisse in un Paese estero, l'esperienza degli ultimi anni dimostra che la vita per i dittatori in esilio è diventata molto più difficile di una volta, e che prima o poi i conti si finisce per pagarli".

 
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