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Di Franco Papitto
»L'Italia sceglie la Bonino per l'Alto commissariato Onu.
Amato, Prodi e Dini d'accordo per candidare l'italiana all'Unhcr"
STRASBURGO - Il disgelo c'è stato lunedì sera: una telefonata fra Romano
Prodi ed Emma Bonino ha dissipato la ruggine accumulatasi negli ultimi due
anni. Una delle conseguenze di quella telefonata è che ieri il presidente
della Commissione europea ha parlato della Bonino a Kofi Annan, il
segretario generale dell'Onu che entro fine mese deve nominare l'Alto
commissario per i rifugiati.
E lunga la lista dei candidati a quella carica e per varie ragioni, ha
ricordato Prodi, l'Unione europea ha rinunciato a designare un candidato
unico. Ma fra le varie personalità disponibili per quell'incarico, la
Commissione non può non vedere con favore un suo ex membro, appunto la
Bonino, che proprio agli aiuti umanitari ha dedicato la sua attività. E'
una svolta inattesa nella vicenda della nomina dell'Alto commissario. Essa
è maturata fra Bruxelles e Roma negli ultimi giorni e ha avuto uno dei suoi momenti culminanti negli incontri di Formia di sabato scorso fra i leader dell'"Ulivo". Si son visti Amato, Dini, Prodi e Veltroni. Il presidente della Commissione europea ha fatto il punto della situazione lamentando che l'assenza di una candidatura unica europea ha aperto la porta al moltiplicarsi delle candidature nazionali che si indeboliscono a vicenda. Ostacolo maggiore alla designazione di un solo nome è sicuramente il fatto che l'Italia ne abbia messi sul tavolo ben due, quelli della Bonino e di Giangiacomo Migone, il presidente diessino della commissione Esteri del Senato. Ne hanno convenuto tutti e Dini, strenuo sostenitore delle "due candidature che sono meglio di una", ha accettato. Il compito di rabbonire il senatore Migone è stato affidato a Veltroni; Amato spingerà a fondo per la Bonino in tutti i suoi contatti internazionali e anche Prodi farà la sua parte, certamente nei limiti impostigli dal suo ruolo di presidente
della Commissione europea.
Il colloquio fra Kofi Annan e Prodi si è svolto ieri a Strasburgo, dove il
segretario generale dell'Onu ha anche incontrato Nicole Fontaine, la
presidente dell'Europarlamento. Oggi Annan è a Parigi e domani sarà a
Bruxelles per incontrare il governo belga e Javier Solana, l'Alto
rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza. Il segretario generale cerca soprattutto finanziamenti, in questo suo giro europeo, perché l'Ue alimenta tradizionalmente la metà del bilancio del commissariato per i rifugiati. Proprio per questo è difficile ad Annan dire di no a una candidatura europea se appoggiata con convinzione. Per ora il segretario generale dell'Onu non si sbilancia e con i giornalisti si è limitato a dire di avere "una lunga lista di candidati", di averne già incontrati "diversi" e che farà sapere il nome del prescelto "entro metà ottobre".
I giochi, dunque, non sono ancora fatti. Se le incertezze italiane hanno
nociuto nelle scorse settimane alla signora Bonino, una situazione analoga
prevale per il momento a Parigi e potrebbe rallentare il decollo della
candidatura di Bernard Kouchner.
L'attuale amministratore del Kosovo è stato candidato ufficialmente dal
ministro degli Esteri, Hubert Vedrine, ma il premier Jospin vorrebbe tenerlo in Francia e cooptarlo nel suo governo.