Onorevole, il problema kurdo, per i suoi delicati risvolti giuridici internazionali, per il contenzioso economico che rappresenta, ma soprattutto per il carico d'umana sofferenza che comporta, non é certo di facile e immediata soluzione. Ma l'Unione europea cosa potrebbe fare, dato che Lei é stata un'esponente di rilievo dell'Unione europea, per gettare le basi per una soluzione alla questione kurda nei singoli Paesi dove vivono i Kurdi e nel rispetto dell'integrità territoriale di quei Paesi ?
La questione kurda nasce dal mancato soddisfacimento di entrambe le rivendicazioni che le collettività in cui é divisa questa » nazione senza Stato portano avanti nei confronti dei vari Stati di appartenenza : a) il diritto di ogni Kurdo ad esercitare la pienezza dei diritti civili sanciti dalla Dichiarazione universali dei diritti umani dell'Onu ; b) il diritto di ogni collettività kurda ad esercitare, all'interno dello Stato che la amministra, una qualche forma di diritto all'autodeterminazione.
Nessuna delle comunità kurde ha ancora ottenuto la pienezza dei diritti civili né tantomeno il diritto all'autodeterminazione. Con l'eccezione, ovviamente, nel Kurdistan irakeno, che vive in un limbo politico-istituzionale il cui futuro é ancora incerto.
Che cosa possono fare la Comunità internazionale e in particolare l'Unione europea nei confronti dei Paesi che ospitano collettività kurde ? Porre il pieno rispetto dei diritti fondamentali dell persona, l'esistenza di uno Stato di diritto, come condizione necessaria per il mantenimento di normali rapporti di cooperazione : il che già avviene - nei nostri rapporti con Turchia, Iran ed Irak - nelle diverse modalità con cui l'Unione europea interagisce con questi tre Paesi. Ma molto più complesso - inutile nasconderlo - sarebbe per l'Ue, in termini politici e diplomatici, andare oltre un sostegno di principio al diritto all'autodeterminazione dei popoli.
Onorevole Bonino, cosa pensa della nuova situazione in corso nel Kurdistan dell'Irak ? Grazie alle forze di protezione dell'Occidente da nove anni una parte del Kurdisyan é libera e nonostante le mille difficoltà politiche ed economiche, la dirigenza kurda, come avrà notato, riesce a governare la popolazione colmando il vuoto lasciato dal governo irakeno. Secondo lei questa esperienza di democrazia non deve essere appoggiata e incoraggiata dalla comunità internazionale ?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe sapere chi e come governerà l'Irak nel breve e nel medio periodo. Cosí come per la Serbia non é stato possibile immaginare alcuna soluzione duratura per alcuna delle questioni aperte (Kosovo, Montenegro, Vojvodina) finché Milosevich é parso inamovibile, altrettanto difficile é oggi - con il regime irakeno ancora in sella - immaginare il futuro assetto istituzionale del Kurdistan. Nel frattempo, é fuor di dubbio che il » limbo nel quale il kurdistan vive da anni vada preservato e protetto contro le velleità di Saddam e di chiunque altro.
Lei é conosciuta dalla popolazione kurda anche per il suo gesto di sensibilità e solidarietà nei confronti dei rifugiati kurdi. Secondo lei i governi dell'Unione europea non devono aiutare questi profughi nella loro terra, cercando di far rispettare i diritti dell'uomo, poiché questo é il motivo principale che scatena l'esodo della popolazione kurda ?
Sono perfettemente d'accordo nel ritenere le violazioni sistematiche dei diritti umani un fattore ricorrente , spesso determinante, in ogni esodo massiccio di popolazioni civili. Il Kurdistan non fa eccezione. L'Ue cerca già di alleviare le sofferenze dei profughi, in varie regioni del mondo . E' questo il compito degli aiuti d'emergenza, abitualmente accompagnati da un 'azione di sostegno e incoraggiamento al rispetto dei diritti umani, talvolta » dimenticati anche all'interno di collettività liberatesi dell'oppressione esterna. Per arrestare l'esodo, tuttavia, non bastano la sopravvivenza fisica e il sostanziale rispetto dei dirittti fondamentali : bisognerebbe potere offrire ai Kurdi, a cominciare dai più giovani, una qualche prospettiva di pace duratura e di benessere.
Onorevole Lei nel suo viaggio in Kurdistan ha incontrato i due leader kurdi, sia Barzani che Talabani, avete parlato indubbiamente della divergenza tra i due partiti, qual é stata la sua impressione ?
Che fino a quando non appariranno all'orizzonte dirigenti nazionalisti kurdi capaci di anteporre l'interesse generale a quelli delle varie fazioni, le persone ed i governi che conculcano i diritti dei Kurdi avranno un ottimo alibi per eludere la questione e perpetuare l'oppressione.
Qual é il suo messaggio per il popolo kurdo ?
La Comunità internazionale puó certamente ridurre le vostre sofferenze e assecondare le vostre legittime rivendicazioni. Ma solo voi potete costruire una prospettiva politica che renda i vostri desideri, oltre che giusti, realizzabili.