» I nostri quattro anni perduti
di Emma Bonino
L'allarme mucca pazza alimenta un'alluvione di parole, ma nessuno si chiede: come ha fatto il nostro paese a farsi cogliere alla sprovvista da un fenomeno (il passaggio dagli animali all'uomo della malattia detta BSE) che Tony Blair annuncio' nel marzo del 1996 e che da allora l'Ue combatte facendo ricorso a tutte le sue risorse scientifiche e aministrative?
Vedo due ragioni. La prima riguarda l'incapacità dei nostri governanti a interagire utilmente con la scienza. Quando la scienza parla, o la si ignora (vedi mucca pazza, dove il parere del politico di turno é sempre valso più di quello di un intero comitato scientifico) o si cerca di imbavagliarla (vedi biotecnologie, verdi o rosse) affinché non destabilizzi miti e tabù. La seconda ragione sta nell'abitudine di demonizzare l'Europa "per non pagare il dazio". Si prenda lo sterminio sulle vacche: ma lo sanno i nostri allevatori che la distruzione (indennizzata) dei bovini oltre i 30 mesi, lungi dall'essere un diktat europeo, é una misura facoltativa che Bruxelles suggerisce per razionalizzare il mercato ?
Basterebbe ripercorrere dati statistici e norme comunitarie per arrivare a una prima constatazione: l'Italia é uno di quei paesi che - non trovandosi fra i primi sette dichiarati "infetti" - hanno coltivato l'illusione di essere "esenti dalla BSE" fino agli inizi del 2000 (scoperta del primo caso di malattia in Danimarca) e che da allora applicano senza entusiasmo le raccomandazioni di Bruxelles.
Come é stato possibile? Offro la mia testimonianza, visto che nell'aprile del 1997 la Commissione europea presieduta da Jacques Santer reagi' all'emergenza BSE creando una nuova responsabilità politico-amministrativa - la "Sicurezza alimentare" - che mi fu affidata e che ho esercitato per oltre due anni.
Fu deciso con l'appoggio del Parlamento Europeo di ristrutturare la rete dei "comitati scientifici", al fine di garantire all'Unione l'assistenza degli scienziati europei più qualificati e più indipendenti, e di potenziare l'organico (da 30 a 130) degli ispettori-veterinari, fermo restando che la responsabilità prima dei controlli incombe ai singoli Stati.
Mentre agli ispettori veniva affidato il monitoraggio sistematico di mattatoi e allevamenti dei Quindici (l'ultimo rilevamento fornisce sull'Italia dati allarmanti), ci si mosse in tre direzioni.
Rimozione dei materiali a rischio. La norma comunitaria che impone a tutti gli Stati membri di eliminare al momento della macellazione gli organi che veicolano il contagio fu adottata dalla Commissione nel luglio del '97 e avrebbe dovuto entrare in vigore il primo giorno del 1998. Era una norma sacrosanta, ma cosi' impopolare - presso allevatori, commercianti e buongustai - che la maggioranza dei governi europei (quello italiano compreso) ne hanno impedito con molta leggerezza l'entrata in vigore fino all' ottobre scorso.
Messa al bando delle farine animali. All'origine dell'epidemia di BSE fra i bovini sono le farine comprendenti scarti di ruminanti e la prima messa al bando di questi mangimi risale al '94. Ma nel !97, avendo più di un dubbio, si disposero ispezioni mirate. Risultarono non pochi casi (anche italiani) di violazione della direttiva sui mangimi e scaturirono numerose "procedure di infrazione".
La sorveglianza epidemiologica. Nell'aprile del '98 fu disposta la verifica dei casi sospetti di BSE presso mattatoi e allevamenti per fare il punto sull'epidemia, fu chiesto ai 15 governi di fornire la documentazione per valutare il rischio-Paese. E' stato un lavoro lungo e complesso i cui risultati finali confermano le inquietudini dei vertici comunitari: su una "scala del rischio geografico" che va da uno a quattro, l'Italia, assieme a Germania, Francia e Spagna, figura a livello 3.
Essendo tutto cio' cosa nota a Roma, mi stupisco nel vedere cosi' tanti politici e tecnici impegnati a formulare messaggi tanto rassicuranti quanto improbabili. Mentre nessuno, tanto meno in campagna elettorale, si assume la responsabilità di ammettere che sul futuro dell'epidemia in Europa non ci sono certezze.
Europarlamentare
Lista Bonino
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