E' particolarmente scoraggiante che - stante, purtroppo, la relativa debolezza della forza esperantiste - alcuni di questi esperantisti si adoperino attivamente a screditare altri esperantisti, colpevoli solo di prendere iniziative concrete e capaci, se andranno a buon fine, di ottenere risultati favorevoli.Il disappunto è poi ancora più grave nel caso concreto - che non è il solo - perché in ordine al progetto su I costi..... vi è già, come all'UEA era ed è ben noto, un impegno esplicito della Unione Europea, e per essa della sua Commissione, - impegno che alleghiamo a questa lettera aperta (annesso 1) - a collaborare e contribuire finanziariamente, al progetto in questione.
Si ha così l'assurdo che mentre l'Unione Europea, implicitamente ma chiaramente, riconosce l' "adeguatezza" dell'ERA a dar attuazione al ricordato progetto, sono gli stessi esperantisti dell'UEA che, sabotando questa iniziativa, mettono in dubbio tale adeguatezza, e sentono addirittura il bisogno di proclamarlo in un apposito comunicato.
Poiché tale generico giudizio di "inadeguatezza" - per di più del tutto generico, e senza che si tenti neppure di giustificarlo con una qualsiasi argomentazione - è manifestamente pretestuoso (per non restare anche noi nel generico indichiamo nell'annesso 2 le iniziative già prese e alcuni risultati già raggiunti dall'ERA), occorre ricercare altrove le ragioni che spingono l'UEA a un atteggiamento, ormai abituale, che sta all'origine anche del ricordato comunicato.
Tali ragioni stanno in una ripartizione, non ancora chiarita, di compiti e competenze.
E' naturale - ed è da salutare con soddisfazione, e non con critiche astiose - il fatto che, col crescere del movimento esperantista, si moltiplichino anche organizzazioni esperantiste, per dir così "a fini speciali". Così alcune di esse si dedicano a obiettivi letterari, poetici e artistici; altre si occupino di(questo e quest'altro ...)
L'ERA ha scelto un settore per il quale gli esperantisti sono stati, fino ad oggi, poco sensibili - è il meno che si possa dire - : quello dell'impegno squisitamente politico.
In tale situazione sembra errato, oltre che meschino, che la UEA pretenda l'eclusiva di ogni iniziativa, e consideri automaticamente "inadeguate" quelle prese da altre organizzazioni.
Sembra invece molto più utile, pratico, costruttivo che, senza delegare alcuna competenza ad alcuno, e conservando - com'è ovvio e fuori discussione - il pieno diritto ad agire in qualsiasi campo, l'UEA tuttavia riconosca, e veda favorevolmente, che alcune organizzazioni esperantiste si "specializzino" in alcuni settori, ed essa concentri invece la propria attività essenzialmente - il che si ripete, non vuol dire esclusivamente - nel campo (socio-culturale?).
Ci permettiamo pertanto di suggerire che l'argomento di questa lettera venga seriamente dibattuto, quanto prima dagli organi competenti dell'UEA: il che sembra tanto più opportuno, in quanto, se invece dovesse continuare l'atteggiamento sabotatorio, qui lamentato, di detta Organizzazione si porrebbe a molti esperantisti - e sarebbe sommamente deprecabile - l'esigenza di scegliere se sostenere, almeno prevalentemente, quets piuttosto che quella organizzazione, e soprattutto, di reagire, altrettanto pubblicamente, a comunicati diffamatori come quello qui criticato.
Siamo convinti che l'ERA non desideri se non collaborare a un unico obiettivo, perseguito in modi e forme diverse anche dall'UEA. Vorremmo che quest'ultima Organizzazione lo riconoscesse, e anche quando non ritenesse opportuno partecipare a una determinata iniziativa, almeno non cercasse almeno di ostacolarla, e di screditare chi tale iniziativa ha assunto, con non pochi sforzi e sacrifici.
Ringraziando per l'attenzione, distinti saluti
Allegati
1 - Convenzione CEE
2 - Elenco iniziative e realizzazioni ERA.