Cari Amici,
il libro "i costi della non comunicazione linguistica europea" ed. E.R.A.,
<...un importante strumento per ogni esperantista che voglia occuparsi di
esperanto seriamente.>
( frase tratta dalla recensione sul libro della rivista degli espernantisti
nord-americani), sarà venduto nella libreria interna alla prestigiosa
universita' Bocconi di Milano (EGEA).
Verranno ordinate alcune copie in Conto Deposito per prova e verranno
esposte per un certo periodo di tempo, a seconda del successo si pagheranno
i libri ricevuti si rinnovera' l'accordo.
Ovviamente tutto risulterebbe piu' d'effetto e piu' rilevante se accanto
alla commercializzazione di questo testo vi sara' un'adeguata presentazione
da parte nostra. Personalmente prendero' contatti con la responsabile
addetto stampa dell'universita' lunedi' mattina.
La Bocconi e' un'universita' commerciale e si studia soprattutto economia.
Il libro ha un'identita' economico-giuridica che qui puo' fare buona presa
ed essere trampolino di lancio per altre iniziative simili. Non
dimentichiamo che contiene anche quella famosa circolare ministeriale del
1995 del Ministero per la Pubblica Istruzione che affronta favorevolmente
la questione Esperanto da un'ottica autorevole ed istituzionale.
Al di la' di questo successo per noi tutti, voglio pero' fare alcune
considerazioni:
1. Il libro e' una pubblicazione E.R.A. ONLUS ma e' uno strumento nelle
mani di tutta l'Esperantio. In questo momento in cui finalmente il problema
linguistico potrebbe iniziare venire a galla al grande pubblico da
un'ottica diversa da quella filoanglosassone corrente trovo del tutto
" E' necessario a mio avviso organizzare subito un confronto fra tali
associazioni, almeno per ora in Italia, stabilire i rispettivi ruoli e
competenze, strategie di collaborazione, fini e strutture. Il rischio
altrimenti e' quello di fare all'esterno una pessima figura, e non e' il
caso proprio ora.
2. Trovo strano che non vi sia nessun collegamento (link) fra il sito
esperanto.it e quello dell'ERA esperanto.stm.it (in fondo c'e' solo un stm
di differenza...).
3. Trovo anche strano il fatto che non si consideri la sede romana dell'ERA
e le sue attrezzature (nonche' l'alloggio dove io ho gratuitamente
soggiornato) come sede e struttura di tutto il movimento che e', a mio
avviso, una realta' formata da un insieme di associazioni che svolgono
compiti diversi. E spero non spaventi piu' l'aggettivo "radicale" visto che
l'ERA e' divenuta ONLUS.
Sono queste contraddizioni che non mi spiego, sono dubbi che vorrei vedermi
risolti ad una tavola rotonda. Mi rivolgo a tutti soprattutto alle forze
giovani.
Attendo vostre notizie.
Michele Gazzola