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Conferenza ERA
Partito Radicale Daniela - 25 marzo 2000
AGORA': MESSAGGI

24, 25-Mar-00, 10:33, E.Taddei, D.Giglioli, *, 3084,

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TRADUZIONE LETTERA DI DAVID CURTIS

Caro amico,

ho appena ricevuto e letto l'ottimo scritto del dott. Chiti-Batelli (versione inglese di "Aspetti politici del diritto alla lingua").

In fondo alla pagina 17 lui scrive: "Purtroppo esiste in questo momento una sola organizzazione internazionale che cerca - nei limiti delle sue modeste possibilita' - di affermare che una unione federale e' essenziale al successo dell'esperanto: l'ERA". (Segue l'indirizzo postale, quello di rete, eccetera).

Per fortuna mio figlio ha il computer e il modem, cosi' posso usare Internet.

E' davvero un gran peccato che non possa sopportare il costo della quota dell'ERA, perche' io mi occupo attivamente di una campagna fra gli europarlamentari inglesi con un servizio informativo, finanziato dall'Associazione Esperantista Britannica, con 400 sterline l'anno. Ho reso possibile, con questi mezzi, l'arrivo di circolari informative a piu' di ottanta europarlamentari britannici quattro volte l'anno, e di mantenere corrispondenza con loro quando era necessario.

Fino ad ora sono riuscito a convincere quattordici di loro a scrivere una lettera di sostegno. I miei sforzi sono parte di una piu' ampia campagna coordinata da Germain Pirlot. Lui ha recentemente pubblicato una lista di ottantatre' eurodeputati, di nazionalita' diversa: quindi il 13,25% dei parlamentari europei, che sostengono l'esperanto. Ma essi non sono il partito politico del quale l'esperanto ha bisogno.

Alcuni anni fa la quota-ERA era di 96 sterline. Io ricevo, come pensione di stato, 83 sterline la settimana; e' quindi comprensibile che non abbia voluto spendere quella cifra per iscrivermi. Sono sicuro che l'Associazione Esperantista di Gran Bretagna non ha la possibilita' di aderire per motivi statutari. I membri di partiti politici debbono essere individuali.

Alcuni anni fa c'era solo un britannico fra i membri dell'ERA ed era Lord Northampton. Io gli scrissi su questa cosa e scoprii che era proprietario di una catena di scuole di lingue, dove si insegna l'inglese come lingua straniera. Lui mi confesso' che la sua adesione duro' solo un anno, perche' la quota era eccessiva anche per lui. E lui era un riccone. Io sono solo un insegnante in pensione, le cui entrate certo non sono sufficenti per sostenere finanziariamente una associazione che ha stabilito la sua quota di iscrizione in 96 sterline inglesi.

L'ultima volta che ho visto le cifre sull'ERA, si evidenziava che molti dei soci sono italiani. Io non posso credere che gli italiani siano in generale piu' ricchi dei britannici. A quanto ne so la quota e' basata su una cifra che rappresenta la ricchezza generale della relativa nazione. Questo principio e' ammirevole, perche' anche gli abitanti di un paese povero possono ugualmente associarsi. Ma perche' calcolare la quota in un modo col quale un britannico medio non puo' iscriversi, ma un italiano medio lo puo' fare, e cosi' [non] far crescere la SOLA organizzazione internazionale che sostenga politicamente l'esperanto?

I migliori auguri, David Curtis

(segue indirizzo)

 
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