21298, 10-Giu-00, 16:00, I-----, 2823, Segr.Sede.Rm,
IT, Roma
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DIVAGAZIONI E INEZIE (MA FORSE RADICALI) DI MARCO PANNELLA
Non è solo Colletti a dar per suicidati i radicali. Ma anche la maggioranza dei radicali che piangono se stessi schiacciati dai propri accecanti, presunti errori, prima ancora che da quelli altrui. I radicali sono certamente, come soggetto politico e (mini) ceto sociale, organizzati, il soggetto "perdente" in una battaglia politica e sociale che non conosce, però, soggetto "vincente". Ora occorre, urge che i radicali organizzati dicano, ci dicano, se per loro la "guerra continua", o no. Che lo dicano i "vincenti", o non lo dicano, infatti, è irrilevante: oggetto, tutti, come sono e sono stati, del solo persistere della forza di gravità, del peso morto del passato, macerie che travolgono altre macerie, sia che si tratti di D'Alema o anche (lo so, lo so, occorrerà rispondere di quest'altra amenità) di Berlusconi.
Il dilagare in Italia del tema sessuale, che straripa sui giornali e che sta per travolgere anche le Tv, il dilagare della "nuova" Confindustria di D'Amato, il dilagare della rivoluzione transnazionale e individualistica di Internet, per chi crede e sa che ogni esperienza è innanzitutto "fatto" interiore, o non è, appartengono in Italia, insieme, in convergenza, alla storia del solo movimento radicale, del Partito Radicale.
Troppi radicali ne hanno troppa poca memoria, cioè conoscenza, cioè forza di futuro. O forse in loro prevale una intelligenza più giusta, certo profondamente diversa, del contesto storico e politico e del testo radicale. Chi vorrà, vedrà.
Non importa, d'altra parte, il "riconoscimento" al soggetto Partito Radicale di aver fornito il seme per questa fecondazione (eterologa!) della storia e della società italiana, e transnazionale. Può importare, invece, legittimamente, nutrire il dubbio (se lo si ha) che chi quel seme pensa di averlo effettivamente prodotto e "piazzato" (... piazza, agorà) possa di nuovo, tuttora, in modo analogo, continuare a fecondare il proprio tempo e la propria società. Un dubbio doveroso? Bah!
Se la storia (la guerra) radicale, con le inevitabili, necessarie, discontinuità formali proprie della vita, sarà proseguita, l'utopia laica, politica, ragionevole e antiidealistica della libertà come creazione caratteristica della specie umana, atta ad incarnarla, potrà sin d'ora cominciare a percorrere subito quel millimetro ( o un "altro millimetro") nella direzione giusta, che è già "rivoluzione" contro l'immobilità putrefascente della passiva conservazione.
La direzione, ad esempio, verso un governo umano del ritorno dolce e "naturale", entro la fine di questo secolo, a una popolazione di non più di un miliardo e mezzo di persone, con quel che ciò implicherebbe di immenso mutamento anche genetico.
Ma che c'azzecca. C'azzecca, c'azzecca!!!
Roma, 10 Giugno 2000