"RISCHIA DI SPACCARE L'EUROPA"Il Sole-24 Ore, 3 settembre 1994
ROMA - Un'Europa a "geometria variabile" con l'Italia esclusa in una prima fase dal nocciolo duro e dall'Unione monetaria? Una via "inaccettabile" e non praticabile che porterebbe alla "spaccatura dell'Europa", commenta il ministro degli Esteri, Antonio Martino, che a Cernobbio ha anche replicato alle accuse di incompetenza lanciate dall'economista statunitense Rudiger Dornbusch. "Per ora - aggiunge il responsabile della Farnesina - non si tratta di una proposta ufficiale del Governo tedesco. Quando lo diventerà, allora vedremo". Una posizione ribadita nella serata di ieri da una nota ufficiale della Farnesina.
"Un progetto del tutto ragionevole", afferma invece il leader del Ppi, Rocco Buttiglione, che a Monaco di Baviera ha avuto un incontro a quattr'occhi con il Cancelliere tedesco. A 24 ore dall'annuncio del progetto su un'Europa a più velocità elaborato dal partito di Helmut Kohl, si accendono le polemiche all'interno delle forze di maggioranza e opposizione. Le reazioni in Italia non si sono fatte attendere, di fronte al timore di essere relegati assieme a Gran Bretagna e Spagna al traino del "nocciolo duro" europeo composto da Germania, Francia e Benelux: un secco "no" è subito giunto dagli esponenti della coalizione di Governo, mentre una diversa prospettiva è quella proposta dal segretario del Ppi.
"Si deve guardare - afferma infatti Buttiglione - a un'Unione europea più grande rispetto a quella a cui pensiamo comunemente e di cui facciano parte i Paesi dell'Europa centrale e orientale. Un'Europa simile non può non essere a più velocità, in quanto esistono Paesi con livelli di integrazione politica ed economica diversi".
Una decisa opposizione all'ipotesi giunge invece da Forza Italia. Raffaele Della Valle, capogruppo a Montecitorio, non ha dubbi nel commentare l'iniziativa del partito di Kohl e arriva addirittura ad attribuirne la responsabilità ad "alcuni gruppi finanziari" che vogliono forzatamente descrivere un'Italia "in regresso". "Evidentemente - dice Della Valle - vogliono trasformare il Paese da locomotiva a vagone. Magari, un vagone trainato da Germania e Francia". Quella tedesca, aggiunge l'esponente di Forza Italia, è insomma "una proposta bizzarra: non si capisce perché dovremmo essere declassati. Di recente il vertice dei G-7 ha testimoniato come l'Italia sia una potenza di prima grandezza. Eppoi quali sarebbero i nostri problemi economici o politici?".
Il sottosegretario agli Esteri, Livio Caputo, si unisce alle parole del ministro Martino e fa notare come il progetto provenga "non da un Governo, ma da un partito, sia pure di maggioranza, alla vigilia di una importante campagna elettorale". Ancora più fermo, invece, il "no" di Mirko Tremaglia, presidente della commissione Esteri della Camera, che definisce "gravissima" la dichiarazione di Wolfgang Schaeuble, lo stratega dei Cristiano-democratici tedeschi che ha elaborato il progetto. "E' una affermazione - dice l'esponente di An - che distrugge Maastricht e che conferma la validità delle idee di Alleanza nazionale: serve una confederazione di Stati europei con pari diritti e pari dignità. Diversamente si uccide la Comunità".
L'iniziativa del partito di Kohl è stata al centro dei commenti anche al convegno di Cernobbio, organizzato dallo studio Ambrosetti. "In realtà - sottolinea Carlo De Benedetti - esistono due Italie. Una che lavora, produce, esporta e che sotto tutti i punti di vista si può inserire in quel nocciolo durissimo ipotizzato dal Cancelliere tedesco. Esiste poi l'Italia del debito pubblico, dei disastri che ci hanno lasciato in eredità 20 anni di politica dissennata. E' questa che tende ad espellerci dal progetto franco-tedesco". Ma questa schizofrenia non può continuare: "Dobbiamo convincerci che anche questa seconda Italia è nostra e che bisogna mettere tutte le energie del Paese per risolvere questo problema". Realista di fronte al progetto tedesco appare, il rettore dell'Università Bocconi, Mario Monti. E' un fatto inevitabile, afferma l'economista, e tutto sommato positivo per l'Europa: basta non perdere il treno e cogliere tutte le opportunità quando toccherà all'Italia entrare nel nocciolo duro.
La proposta di un'Europa a più velocità incontra, comunque critiche nella stessa Germania. Non è piaciuta, in particolare, al ministro degli Esteri, Klaus Kinkel, presidente del Partito liberale (Fdp) partner di minoranza nella coalizione governativa a Bonn. "La formula - ha detto laconicamente Kinkel - non è consona alla nostra politica europea".