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Conferenza Federalismo
Spoltore Franco - 20 settembre 1994
MFE DIR NAZ 6
4. L'esito piu o meno positivo della Conferenza intergovernativa dipendera dal fatto che almeno uno dei capi di Stato e di governo faccia proprio l'orientamento federalista e ponga gli altri partecipanti di fronte alla necessita di una scelta. La storia dell'unificazione europea ha mostrato che nei momenti decisivi, la leadership occasionale puo essere esercitata da uno qualsiasi dei paesi implicati nel processo, a patto che si manifesti una sufficiente determinazione. Vale in proposito l'esempio di De Gasperi nelle trattative per la CED. Al momento attuale la leadership occasionale sembra detenuta dal Cancelliere Kohl. La Germania e il paese sulle cui spalle cadono le maggiori contraddizioni della mancata unificazione europea. Il Cancelliere Kohl sembra cosciente del tragico destino che spetterebbe alla Germania in un'Europa incapace di portare a compimento la sua unita politica. Per questo si e dichiarato piu volte a favore di una Germania unita in un'Europa unita. Ma anche in Francia si manifesta con freq

uenza nel dibattito politico l'angoscia di un grande Stato nazionale che non riesce piu ad avere un ruolo attivo ed autonomo nel mondo senza l'unita europea. Le proposte di un "nucleo duro" fatte dal Ministro Lamassoure non sono dunque il frutto di un'iniziativa personale. Resta tuttavia l'incertezza su chi sara il rappresentante della Francia nella fase finale della Conferenza. La Federazione europea 1. Il Trattato di Maastricht rappresenta il frutto di un compromesso tra la Germania, che era disposta a creare la moneta europea a patto che venisse costituita parallelamente un'Unione politica, e la Francia, che voleva la moneta europea, ma non era disposta a concedere ulteriori poteri al Parlamento europeo. Il compromesso si e rivelato doppiamente insufficiente. Nonostante sia stata istituita la cittadinanza europea, i cittadini europei eleggono un Parlamento che solo su aspetti limitati della vita europea puo far valere la sua volonta. Per quanto riguarda l'Unione economico-monetaria, infine, l'istitu

zione della banca centrale e della moneta europea sono state collocate alla fine di un mal concepito periodo di transizione - cioe una fase in cui le banche centrali nazionali non posseggono piu gli strumenti di controllo dei capitali, mentre la banca centrale europea non esiste ancora - cosi che la finanza internazionale non ha trovato significativi ostacoli nella sua opera di demolizione del sistema dei cambi fissi. La Conferenza intergovernativa del 1996 sara un successo solo se si concentrera prioritariamente sulle cause che impediscono all'Unione europea di avere un governo veramente democratico e capace di agire. Moneta e politica estera fanno ormai parte delle competenze dell'Unione. La questione e ora quella di utilizzare nel modo piu efficace i poteri europei che gia esistono. Se su ogni questione cruciale - come il volume delle risorse di bilancio, la nomina del presidente della Commissione, gli interventi di politica estera, ecc. - ciascun paese puo far valere il diritto di veto, le decisoni sono

praticamente impossibili e l'interesse nazionale prevale su quello europeo. Il solo sistema di governo che consenta di eliminare questo difetto radicale e il federalismo. Nell'efficacia del governo comune consiste la differenza tra federazione e confederazione. 2. Per consentire all'Unione europea di avere un governo democratico e capace di agire e necessario che: a) la Commissione nella sua collegialita, come del resto gia previsto dal Trattato di Maastricht, riceva un voto di fiducia dal Parlamento europeo, e risponda di fronte ad esso del suo operato, che puo naturalmente essere respinto con un voto di sfiducia. Non e piu possibile, dopo l'allargamento, mantenere la regola che ogni paese nomini almeno un commissario. Deve essere lasciato al Presidente della Commisisone un maggior margine di scelta. Infine, il Presidente della Commissione deve rappresentare l'Unione europea al livello internazionale. b) il Parlamento europeo abbia il potere di codecisione legislativa su tutte le materie in cui ha potesta l

egislativa il Consiglio dei Ministri, organo che nel nuovo Trattato-Costituzione dovrebbe divenire Senato degli Stati; c) il Consiglio dei Ministri (o Senato degli Stati) prenda le sue decisioni a maggioranza (escluse le questioni di politica estera e di sicurezza, in cui si mantiene la procedura confederale). A causa della grande differenza di popolazione tra gli Stati dell'Unione, e necessario introdurre un metodo di ponderazione nelle votazioni. La regola piu semplice potrebbe essere quella della doppia maggioranza: le decisioni vengono prese dalla maggioranza dei paesi che rappresentano la maggioranza della popolazione dell'Unione; d) che il nuovo Trattato-Costituzione entri in vigore quando e approvato da un numero sufficiente di paesi (ad esempio i paesi fondatori o i paesi che rappresentano la maggioranza della popolazione dell'Unione). I paesi che non vorranno entrare nella Federazione, negozieranno con essa le nuove modalita di funzionamento dell'Unione europea, in particolare i rapporti tra Federaz

ione e Unione. 3. Se verra approvato un Trattato-Costituzione con queste caratteristiche, l'Europa diventera capace di agire pienamente sul terreno dell'Unione economico-monetaria, realizzando cosi le condizioni per un sempre maggiore coordinamento ed una crescente unita sul terreno della politica estera. Con una moneta europea e realizzando un efficace piano di sviluppo sostenibile (come il Piano Delors), l'economia europea diventera presto un polo trainante la crescita dell'economia mondiale. Alcuni settori fondamentali della politica estera, come la cooperazione per lo sviluppo, potrebbero dunque diventare interamente di competenza europea entro un periodo ragionevolmente breve (ad esempio, potenziando la Convenzione di Lome). Infine, una piena partecipazione di tutti i paesi della Federazione al rafforzamento dell'Eurocorpo, consentirebbe all'esecutivo europeo di agire efficacemente anche quando diventi necessario un intervento esterno di natura militare. 4. La creazione di un "nucleo federale" non rapre

sentera affatto un fattore di chiusura nei confronti degli altri paesi europei. Esso e anzi la condizione per consentire una rapida partecipazione all'Unione di tutti i paesi che lo vorranno. La principale difficolta all'allargamento, nell'attuale Comunita, dipende infatti dalla inevitabile diluizione e paralisi dell'apparato decisionale. La Comunita e una istituzione relativamente rigida, perche e debole politicamente. Se un gruppo di paesi decidera di costruire una Unione federale, in cui i paesi membri si impegnano a realizzare tutte le politiche comuni, con decisioni democratiche, essa costituira inevitabilmente il nucleo forte. Gli altri paesi, cioe i membri della piu ampia Unione, costituiranno il cerchio esterno alla Federazione e potranno accedere a quel grado di integrazione e di unione che piu riterranno opportuno. Ad esempio, alcuni potranno entrare a far parte dell'Unione monetaria pur non appartenendo alla Federazione, altri potrebbero chiedere l'esclusione (opt out) dalle politiche sociali o d

alla politica agricola comunitaria (PAC). Si potrebbero cosi mettere in atto forme molto flessibili di unione e di associazione che faciliterebbero l'apertura ai paesi dell'Europa centrale ed orientale - ed eventualmente a quelli della ex-URSS - e del Mediterraneo.

 
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