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Conferenza Federalismo
Partito Radicale Massimo - 23 novembre 1994
E L'EUROPA STA A GUARDARE?

Ogni giorno che passa sono sempre piu' convinto che il dibattito interno per la costruzione politica dell'Unione europea si allontani dalla realta'.

E sono sempre piu' convinto che il match che si sta giocando in questi mesi sia di fondamentale importanza per la realizzazione di una reale unita' politica, monetaria, di difesa europea.

Se si continuera' a guardare alla conferenza intergovernativa del 96 per la revisione di Mastricht come punto di arrivo, diplomatico e politico, della "casa europa" ci accorgeremo, dopo, degli errori che si stanno commettendo.

Discutere di unita' monetaria, per esempio, ora (importantissimo e istituzionale elemento della Ue) e' come discutere dell'impianto di riscaldamento di un condominio quando ancora non sono state costruite le fondamenta: importante, necessario ma attualmente fuorviante dal tema, quando c'e' il rischio che la proprieta' del terreno possa passare ad altri.

Oggi la diplomazia USA sta lavorando, e bene devo dire, per creare un ruolo strategico nuovo, ma carico di effettivita' nella regione.

Un esempio per tutti: la CSCE su proposta di Clinton oltre a cambiare nome in "Organizzazione della sicurezza e della collaborazione europea" vorra' conquistarsi il compito di mediare conflitti regionali attraverso anche il possibile invio di truppe di pace in zona.

Un interessante - quanto meno - progetto di dare sempre piu' spazio alla potenza diplomatica americana, scaricandosi le difficolta' ONU (anche attraverso un lento ma puntuale processo di deligittimazione) e avendo a disposizione strutture nelle varie regioni del mondo piu' agili e controllabili. Dividi et impera.

Provate a pensare al nuovo corso nei prossimi due anni della politica estera USA in mano ai repubblicani, avendo di fronte una parte dell'Europa, quella dell'Est, bisognosa di conferme e di sicuri partner politici per una stabilita' interna altrimenti insostenibile, di far parte di Alleanze militari come la NATO e dall'altra una Europa tormentata dal lavoro delle cancellerie per fantomatiche zone di influenza, per l'ECU, per una difesa comune sempre piu' vaga.

Ed ogni centimetro di unita' perso sui temi "europei" dal vecchio continente sara' sempre piu' difficile riconquistarlo sia in termini politici sia, nell'immediato, per la costruzione europea e per Mastricht 96.

Le fondamenta di una Europa politicamente unita e veramente soggetto diplomatico internazionale devono essere costruite in Ungheria, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Romania ecc. parallelamente alle elaborazioni istituzionali, monetarie, di difesa comune degli attuali membri aperte, pero', al dialogo e alla fattiva partecipazione dei prossimi "possibili" membri.

Si deve investire nei prossimi mesi le classi politiche della vecchia europa e le istituzioni comunitarie con problemi come quelli delle democrazie nell'europa centro-orientale, del ruolo della (e nei confronti della) Russia e dei paesi nati dal dissolvimento del blocco sovietico, della ex-Yugoslavia.

Facendo anche venire a galla le contraddizioni russe, di Yeltsin filo-NATO (quella attuale) e del ruolo di Ucraina e Bielorussia.

Problematiche queste, in relazione agli interventi economici, sicurezza, ambientali, mobilita' della occupazione e delle conoscenze tecnologiche, industriali, confini e tanti altri devono essere gettate in faccia alle diplomazie tedesca, francese, inglese, italiana ecc. Con urgenza.

Riforma ONU, del suo consiglio di sicurezza e progetti concreti, realizzabili di intervento della Ue nel centro-europa, in ex-Yugoslavia sono le due faccie della stessa medaglia.

Essere contenti dei risultati in Svezia e' legittimo, ma non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo finale e non possiamo lasciare alla deriva la politica, anche interna, in europa centro-orientale. A meno di preferire lo sviluppo di "Coca Cola's countries" in zona. Il dubbio che ho, pero', e' che i "Coca Cola' countries" esistano gia' e che si possano, con un po' di attenzione, osservarli ad ovest del fu'-muro di Berlino.

Una volta si scriveva sui muri "meglio rossi che morti". Se si dovesse sostenere per la Bosnia, per esempio, "meglio yankee che morti" ne saro' aperto sostenitore, ma...

 
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