Lettera aperta
al Primo Ministro, Eduard Balladur,
al Ministro degli Affari Europei, Alain Lamassoure,
al Presidente della regione d'Alsazia,
al Presidente del Consiglio Generale del Basso-Reno,
al Prefetto del Dipartimento del Basso-Reno,
al Sindaco di Strasburgo, Sig.ra Catherine Trautmann
Strasburgo, 15 dicembre 1994
Signora e Signori,
noi deputati europei "non francesi", da anni stiamo difendendo ostinatamente il ruolo di Strasburgo, il posto che questa citta-simbolo doveva occupare nella grande impresa di edificare l'Europa.
Per questo vorremmo, con la presente, tentare una volta di più di attirare la vostra attenzione sulle gravi mancanze che pesano su Strasburgo in quanto sede del Parlamento Europeo.
Non enumereremo qui tutte le azioni che, nel corso degli ultimi quindici anni, alcuni di noi hanno condotto in difesa di tale sede.
Le insufficienze che ci permettiamo di ricordarvi sembrano ai nostri occhi fin troppo rivelatrici dell'assenza, al di la delle dichiarazioni ufficiali, dell'inettitudine o della mancanza di volontà da parte delle autorità francesi nel mettere in opera i mezzi necessari a che Strasburgo effettivamente rivesta il ruolo di una capitale europea.
Cosi, a quindici anni dalla nascita del Parlamento Europeo, i deputati che sbarcano all'aereoporto di Strasburgo, sono tuttora sottoposti a controlli prolungati a carattere quasi poliziesco.
Nulla a che vedere con il "riconoscimento a vista" attuato da molto tempo all'aereoporto di Bruxelles.
Sempre riguardo ai servizi aereoportuarii, dobbiamo costatare che questo lungo tempo non è stato messo a profitto nel tentativo di limitare i lunghi spostamenti sulle piste e attraverso interminabili corridoi.
Quanto ai voli, la loro frequenza rimane la stessa di cui ci lamentiamo da anni, se non addirittura, per taluni paesi, ancora più insoddisfacenti essendo noi sovente costretti a transitare per Parigi, Francoforte o Basilea, con lo spreco di tempo che potete facilmente immaginare.
Sempre in argomento trasporti, mentre l'Unione Europea si produce in grandi sforzi per promuovere la creazione e lo sviluppo di una rete ferroviaria ad alta velocità, siamo costretti a rimarcare l'assenza di qualsiasi progetto di un simile legame all'interno dei nostri tre luoghi di lavoro precisamente Strasburgo, Lussemburgo e Bruxelles.Per cio che concerne il servizio alberghieroci rincresce doverne ricordare la tendenza a considerare i clienti costanti che siamo come un diritto acquisito e non certo in funzione della nostra assiduità.
Si aggiunga che, in caso di prolungamento fino alla serata delle
nostre sedute di lavoro, sia i nostri assistenti che il personale del Parlamento sono ancora costretti a sostare in fila, talvolta per più di mezz'ora, per poter prendere il taxi col quale rientrare al loro albergo. Inoltre, e sempre in tema, non senza dispetto abbiamo dovuto constatare che il grande progetto di un tram metropolitano di recente inaugurato dalla Signora Trautmann evitava accuratamente qualsiasi avvicinamento al nostro quartiere, il "quartiere europeo", quasi a volerlo abbandonare alla sorte di triste e gloriosa periferia.
Con l'evidente eccezione dei deputati francesi, tutti gli altri deputati sono ancora costretti, nel migliore dei casi, ad attendere il primo pomeriggio per avere conoscenza della stampa dei propri paesi. Tutti questi "inconvenienti", ai quali potremmo aggiungere un sistema telefonico talora inefficiente, non possono chiaramente incoraggiare, ne converrete, i grandi correspondenti dei media europei a seguire i nostri lavori. Cio che, ne converrete ancora, non favorisce minimamente il miglioramento dell'immagine della nostra Istituzione agli occhi dell'opinione pubblica europea.
Eccovi, Signora e Signori, una serie di disfunzioni e lacune che se le autorità francesi, nazionali e regionali, come pure che quelle della città di Strasburgo non fossero in grado in fine di risolvere rapidamente, costringerebbero "gli amici di Strasburgo" ad abbandonare, se pur a malincuore, la posizione che è stata loro propria in questi quindici anni, quella di difensori intransigenti del ruolo e della funzione di Strasburgo e ci indurrebbe, nostro malgrado, a sostenere i fautori di Bruxelles.
Nel ringraziarvi della vostra attenzione, vi preghiamo di gradire, Signora e Signori, i nostri più distinti saluti,
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