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Conferenza Federalismo
Partito Radicale Olivier - 18 dicembre 1994
DOPO DELORS, QUALE EUROPA?

(Perché è sempre più necessaria la Federazione balcanica)

riflessioni di Angiolo Bandinelli (dalla Conferenza Danubio)

Partecipando alle "Grandes Conferences catholiques", lunedì scorso a Bruxelles, J. Delors ha tratteggiato a tinte fosche l'avvenire dell'Europa.

L'Europa è, per Delors, "come una persona": "è esistita nella storia". Delors ama l'Europa, è essenzialmente eurocentrico: L'Europa è "il continente del dubbio, dell'equilibrio tra uomo e società. E bisogna difenderla con le unghie così come è, altrimenti ai nostri figli resteranno solo gli occhi per piangere". E tuttavia i rischi di fallimento dell'Europa sono sempre più grandi. Già la Conferenza intergovernativa del 1996 si concluderà, ha detto, con una crisi grave [e certo - annoto io - se ci arriveremo con agli esteri Martino, che vorrà in quella sede rimettere in discussione Maastricht e i parametri economici, la crisi ci sarà]. Ma il peggio deve ancora venire.

L'Europa di domani sarà, ha detto Delors, un'Europa a Venti o a Ventisette partners. E' giusto che sia così, perché Budapest o Varsavia sono Europa, nessuno potrebbe ragionevolmente tenerle fuori. Ma una costruzione di questa ampiezza "sarà necessariamente leggera, non potrà avere grandi ambizioni..." Sarà uno spazio comune economico e al massimo "avrà qualche politica comune anch'essa leggera". Per l'essenziale, essa garantirà "le quattro libertà promesse dal trattato di Roma, libertà di circolazione per le persone, le merci, i servizi, i capitali". Ma, sicuramente, vi sarà chi vorrà andare più in là, e non si potrà impedirlo: "Penso - ha detto ancora Delors - a un gruppo di paesi per la moneta unica; un altro gruppo - o lo stesso - per azioni comuni di politica estera". Ci vogliono, dunque, "due costruzioni europee", "perché una sola sarebbe un grande mercato o poco più".

Mi pare che Delors configuri uno scenario plausibile, veritiero. E dunque noi dovremo vedere sempre più l'Europa, fondamentalmente grande mercato di merci, uomini e capitali, organizzarsi in sottogruppi, regionali o funzionali, che dovranno assolvere a compiti specifici, non demandabili alla "Grande Europa" del mercato. Già vediamo il nostro cavaliere tentare di organizzare attorno all'Italia un "gruppo mediterraneo", con funzioni geopolitiche, essenzialmente; e poi avremo forse di nuovo (lo pensa anche Delors) un nocciolo duro franco-tedesco, che fungerà da timone economico ma non solo economico; è possibile che l'Inghilterra tenti di organizzare, in funzione di controaltare, un'area nordica, con spiccate affinità anche culturali, ecc.

Ecco dunque che i paesi balcanici dovranno pensare ad un coagulo che rafforzi la loro presenza all'interno dell'Area europea; la rafforzi in termini economici ma anche "culturali"...: la federazione balcanica, appunto...

 
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