La tregua, che la politica italiana ha ritrovato con il nuovo governo, sara' di breve durata se i partiti non metteranno in cima alle loro priorita' politiche il problema del rientro dell'Italia in Europa. I fatti sono i seguenti: 1. la presidenza francese dell'Unione europea ha gia' annunciato, per bocca di Mitterrand e di Balladur, che fara' tutto quanto e' necessario per istituire l'Unione monetaria gia' dal 1997, come indicato dal Trattato di Maastricht. I paesi, che inizialmente si prevede prenderanno parte a questo progetto, sono oltre alla Francia e alla Germania, quelli del Benelux. L'Italia e' esclusa; 2. nei maggiori paesi europei e' aperto un intenso dibattito sulla Conferenza Intergovernativa del 1996. La Germania si e' ormai attestata su una posizione favorevole alla costruzione della Federazione europea. La Francia esita sui poteri da attribuire al Parlamento europeo, ma il suo deciso sostegno all'Unione monetaria lascia intuire che non si opporra' alla creazione di un'Unione piu' capace di agire. L'Italia, a causa delle posizioni nazionalistiche del precedente Ministro degli Esteri e del suo maldestro tentativo di mettere in discussione il Trattato di Maastricht, ha perso credibilita' e si e' emarginata dal dibattito europeo. Vi e' una sola via da percorrere e va percorsa subito. Il tempo della decisione e' venuto. L'Italia ritrovera' la via del suo rinnovamento democratico solo partecipando attivamente alla costruzione della Federazione europea. Se continuasse lo scontro esacerbato e senza prospettive tra opposte fazioni, sino a mettere in discussione le forme democratiche della convivenza civile, l'Italia si trasformera' in una repubblica nazional-populista ai margini dell'Europa. L'Europa ha bisogno di un Patto di rifondazione, per rendere democratica la vita politica europea e saldare definitivamente il popolo delle nazioni europee alle istituzioni dell'Unione. L'Italia ha bisogno di un Patto di rifondazione, per ricostruire l'unita' morale che le forze della Resistenza avevano saputo
porre a fondamento della nuova costituzione repubblicana, ma che oggi sembra smarrita. In un'Italia che diventa europea non esiste piu' un pericolo comunista e non esiste piu' un pericolo fascista. L'Italia deve liberarsi dai fantasmi del passato e guardare al futuro. Il futuro e' l'unita' europea, primo passo verso l'unita' politica di tutte le nazioni e di tutti i popoli. Il Movimento Federalista Europeo fa appello ai partiti che vogliono la democrazia, il federalismo, l'unita' nazionale e il progresso, affinche' ritrovino la solidarieta' necessaria per esprimere un governo di garanzia europea i cui obiettivi essenziali siano: 1. un serio piano di riduzione del deficit pubblico nel rispetto dei vincoli indicati nel Trattato di Maastricht, al fine di consentire all'Italia di partecipare al piu' presto, e comunque non oltre il 1999, all'Unione monetaria europea. L'ex-ministro Savona ha gia' indicato in il sacrificio necessario per il rientro dell'Italia in Europa; 2. un esplicito impegno per la Conferenza Intergovernativa del 1996, che l'Italia dovra' presiedere, a favore della costruzione del nucleo federale, unica via per garantire l'allargamento dell'Unione senza la sua diluizione in area di libero scambio; 3. la riforma dello stato italiano - compresa la forma del governo e l'introduzione del federalismo interno - nella prospettiva di fare dell'Italia uno stato membro della Federazione europea. L'Italia e' uno dei paesi fondatori della Comunita' europea. L'Italia puo' partecipare, se lo vuole, al nucleo federale. Movimento Federalista Europeo Roma, 4 febbraio 1995