Se generalmente tale decadimento della politica dell'Unione ha semplicemente l'effetto di far spendere soldi (nemmeno poi tanti, fatte le proporzioni con gli sprechi nazionali) in una nuova generazione di enti inutili, alla lunga si produce un'erosione dello Stato di diritto su temi delicatissimi quali la cooperazione tra le polizie e i giudici in europa, l'immigrazione e le droghe. Su questi temi l'Unione sta sfornando una serie di indicazioni politiche rilevanti che vengono fatte passare come scelte tecnicamente obbligate. Un esempio per tutti il trattato di Schengen che, per assicurare l'abolizione delle frontiere, include decine di pagine con disposizioni di ferreo proibizionismo sull'immigrazione oltre che sulle droghe, senza che l'Unione in quanto tale sia autorizzata a legiferare apertamente sull'uno o sull'altro tema.Ecco perche' credo che in realtà dovremmo cercare di scindere l'approccio unionista da quello federalista, nel senso che l'Europa federale, con regole chiare e competenze limitate ma effettive, si scontra apertamente con l'Unione che si sta sviluppando. E se fino a qualche anno fa si poteva sperare che il percorso "unionista" fosse il preludio del sogno federalista, credo che oggi dovremmo approntarci allo scontro con la degenerazione dell'Unione, che ha imboccato il binario (quasi ovunque progressista e socialdemocratico) dei protezionismi e dei proibizionismi in nome dell'Europa.
Semplificando piu' del lecito, lo scontro è tra un federalismo fatto di regole e un'Unione fatta di burocrazie.