Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 19 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Federalismo
Partito Radicale Angiolo - 31 dicembre 1998
Eurolandia, 1 gennaio 1999.

Comincia l'era dell'Euro. Sono un po' emozionato, capirete.

L'8 settembre 1943 (sì, 1943), ci fu l'armistizio, e il collasso dell'esercito italiano. Un paio di giorni dopo, assistei a una scaramuccia a fuoco tra reparti della Piave e militari tedeschi, a Piazza Fiume. Uno dei tedeschi, almeno, rimase ucciso, brandelli di carne sanguinosa rimasero qualche ora sul marciapiaede. Poi ci fu lo sbandamento generale. Dietro casa mia, al Parco Nemorense, c'era un accampamento di quei granatieri. Scapparono via, in mutande, portandosi via i muli ma lasciando le armi. Io (ero un ragazzetto, portavo i calzoni corti) andai a frugare e trovai (e portai via) qualche moschetto, e soprattutto una bella pistola automatica di fabbricazione belga, cal. 7,65, purtroppo senza proiettili (era un calibro un po' inusuale, pare). Pochi giorni dopo, aderii al Partito d'Azione. Cominciai a ricevere, portativi clandestinamente da non so chi, pacchi di giornali diversi, che distribuivo a scuola, al Liceo Giulio Cesare (molto fascista) con fare un po' circospetto. Su uno di questi, mi pare propri

o "Italia Libera", c'era un pezzo sull'Europa Unita da fare. Ne fui colpito, lo ricordo ancora.

Anni dopo, mi iscrissi al Movimento Federalista Europeo, sede a Fontana di Trevi. Incontravo ogni giorno, naturalmente, Altiero Spinelli e spesso Ernesto Rossi. Ma ci vidi anche De Gasperi. C'era anche la moglie di Altiero, Ursula Hirschmann, la più bella e affascinante donna che abbia mai visto e di cui fui segretamente (molto segretamente) innamorato. E c'erano le figlie tra cui, piccolina, Barbara, molto simpatica, con un musetto arguto e curioso. Di lì mi portai a casa due copie del "Manifesto di Ventotene", nell'edizione originale, stampata in Svizzera. Le ho ancora. Un gran testo, con considerazioni sul pansindacalismo nazionale che manderebbero in sollucchero Benedetto Della Vedova, ma di cui manca ancora una edizione critica e su cui non c'è uno straccio di prof. che abbia mai fatto una lezione

Nel 1955-56 feci i miei primi comizi in piazza, in difesa della CED (Comunità Europea di Difesa). Mi spedivano ad Albano, Monteporzio, Frascati, ecc., allora "cintura rossa" della capitale. Andavamo con un pullman pagato (capii dopo) dalla C.I.A., quella stessa che dette fortunatamente i soldi a Silone per "Tempo Presente". Noi federalisti eravamo guardati malissimo a sinistra, dai progressisti molto snob (all'Università, allora, io leggevo Carabellese e Croce, accanto a me, ricordo, il già presuntuoso Lucio Colletti discettava su Marx). Fare un comizio in quei paesi era un problemino, io ne feci un paio di decine, forse più, davanti a contadini e vecchie con fazzolettone nero sulla testa. Giuliano Rendi non faceva i comizi, ma teneva lezioni di storia e di politica ad alcuni giovani, tra i quali Stefano Silvestri, che spiccava per mole, Riccardo Perissich, poi divenuto massimo dirigente e funzionario CEE per l'industria, ecc. In quelle stanze incontrai Gianfranco Spadaccia, già mezzo calvo.

Quando cadde la CED fummo feriti a morte.

Voi capite, oggi sono un po' emozionato. Grazie, comunque, a Ernesto Rossi, ad Altiero Spinelli, ecc.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail